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Accogliere i profughi (II). Le responsabilità regali

Accogliere i profughi comporta delle responsabilità. Quali? Dopo aver brevemente esaminato le nostre responsabilità “sacerdotali”, è utile soffermarsi su quelle regali. La regalità è la chiamata a vite guarite  e in via di guarigione, ordinate secondo i valori di Dio, disciplinate ed integre. Dal regno delle tenebre siamo stati portati nel regno della luce e dobbiamo imparare a vivere secondo quello che Dio vuole per noi e da noi. Nella Prima Pietro, il fatto di essere un “popolo regale”  (1 Pietro 2,9) è declinato nelle seguenti direzioni: 

1. Autorità politiche – cittadini (2,13-17)

2. Datori di lavoro – impiegati subordinati (2,18-20)

3. Mogli – mariti (3,1-7)

4. Anziani – comunità (5,1-5)

5. All’interno della comunità (1,22; 3,8; 4,10-11; 5,6)

6. Chiesa – avversario (5,8-9)

Ci sono gli ambiti delle relazioni con le autorità, col mondo del lavoro, tra marito e moglie, nella chiesa e nel conflitto con satana. Tutti questi campi richiedono una responsabilità regale. Come poter tradurre tutto ciò nel compito di accogliere i profughi? Come poter aiutarli a crescere regalmente favorendo l’ordine di Dio nella loro vita e promuovendo i valori del regno? Questi sono spunti che possono aiutare:

Relazione con le autorità
Presumibilmente nel vissuto delle persone ci sono rapporti malati con le autorità: paura di abusi, violenze, percezione di corruzione, sfiducia nelle persone, … generano percorsi all’insegna della furbizia, della ricerca di vie alternative e illegali, di fughe dalla legalità. Dobbiamo aiutare le persone a ricostruire un rapporto realistico con le autorità: stare in percorsi legali, portare rispetto alla autorità, assisterli nel capire come funziona uno “stato di diritto”, evitare fughe in avanti che poi si rivelano spesso controproducenti. 

Relazioni col mondo del lavoro
Quali competenze professionali hanno? Quali lavori hanno svolto? Va incentivata l’apertura al lavoro, alla riqualificazione professionale, all’ingresso nel mondo del lavoro. Non solo per ovvie necessità di sostentamento ma per la dignità delle persone e per stabilire percorsi di sostenibilità personale e famigliare.  

Mogli-mariti
Questo tema tocca anche quello della consulenza pastorale. Osserviamo conflitti? Ci sono rapporti gravemente asimmetrici? Naturalmente, ogni cultura ha i propri codici riguardanti il vissuto dei generi, ma dobbiamo essere consapevoli che le relazioni matrimoniali (e per estensione: quelle famigliari) sono aree sottoposte a stress e bisognose di interventi regali. 

Vita nella chiesa
Se stiamo parlando di profughi credenti, anche l’inserimento nella vita della chiesa è una responsabilità regale. Vanno incoraggiati incontri di preghiera e di condivisione anche con credenti italiani per favorire l’apprezzamento del fatto che la chiesa non è solo il gruppo domestico o etnico, ma è una famiglia globale di credenti. Va esercitato tatto nel non presumere che le nostre modalità di preghiera e di incontro siano le stesse delle loro. 

(continua)

Della stessa serie:
“Accogliere i profughi (I). Le responsabilità sacerdotali” (2 maggio 2022)


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