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Bavinck pedagogo. Lezioni per l’educazione cristiana

Nell’ultimo ventennio il nome e l’opera dell’olandese Herman Bavinck (1854-1921) sono tornati a suscitare interesse in ambito accademico, in particolare dopo la traduzione in lingua inglese della sua Dogmatica in 4 volumi (Reformed Dogmatics, Baker Academic, 2008).

 

Benché, a causa di ciò, Bavinck sia conosciuto a noi primariamente come teologo, non era così ai suoi giorni, quando tra gli olandesi riformati non accademici divenne noto piuttosto come un pedagogo. Il suo interesse e il suo lavoro nel campo filosofico e pedagogico, infatti, crebbero negli anni della sua vita, quando applicò la sua dogmatica a varie aree della vita e le sue pubblicazioni contribuirono allo sviluppo della pedagogia cristiana nella sua terra e anche oltre oceano[1]. Il suo libro Paedagogische beginselen (1904, Principi pedagogici) segnò l’inizio della pedagogia accademica nei Paesi Bassi. Bavinck si oppose alla visione della nascente scienza pedagogica moderna, la quale poneva lo scopo dell’educazione esclusivamente nella persona.

 

Una delle opere che non è specificamente pedagogica ma che getta le basi per la visione pedagogica di Bavinck, fu pubblicata proprio nello stesso anno dei suoi Principi e successivamente ampliata nel 1913. Si tratta del breve trattato che in edizione inglese è intitolato Christian Woldview, Wheaton, Crossway 2019). In questo libro esamina le implicazioni della teologia riformata nelle aree dell’essere, della conoscenza e dell’etica. Nello stesso anno pubblicò anche (in inglese) Christianity and science che oltre ad accompagnare il primo fu anche una sorta di manifesto per l’università cristiana.

 

Nonostante il titolo del libro, Bavinck, in realtà, preferiva utilizzare la terminologia visione cristiana del mondo e della vita. In esso sostiene che una visione unificata del mondo e della vita, che integri tra loro religione, scienza e filosofia, è essenziale per fronteggiare le questioni esistenziali fondamentali. Essendo interessato ad una vera formazione dell’uomo, Bavinck desiderava affrontare la rottura interiore e la frammentazione culturale sperimentata dagli individui dell'era moderna, i quali avendo rinunciato all’oggettività del proprio essere creature religiose hanno lasciato spazio ad una serie infinita di disordini nel corpo, nella mente e nell’anima.

 

In contrasto con le visioni naturalistiche, materialiste e meccaniciste, egli sottolineava come il cristianesimo armonizzi in modo unico l'io con Dio, il mondo e la vita, fornendo risposte alle domande sull'identità, l'etica e la natura della realtà e una comprensione coerente della esse.

 

Una visione cristiana del mondo e della vita risponde a tre relazioni fondamentali: la relazione tra il pensare e l’essere, la relazione tra l’essere e il diventare, la relazione tra il diventare e l’agire.

Risponde cioè alle domande “Chi sono io?”, “Cos’è il mondo?” e “Qual è il mio posto e compito dentro questo mondo?”“…il Cristianesimo preserva l’armonia e ci rivela una saggezza che riconcilia l’essere umano con Dio e, attraverso questo, con sé stesso, con il mondo e con la vita”.[2]

 

Tutto ciò è possibile perché nella persona del Dio trino, l’universo intero in ogni suo dettaglio, è un organismo unitario che è venuto all’esistenza per mezzo di un atto creativo della saggezza della parola divina e si sta muovendo organicamente, attraverso la sua provvidenziale e perfetta volontà, verso il suo scopo ultimo cioè la gloria di Dio. L’universo è in movimento, in un divenire, orchestralmente diretto dalla volontà divina in un brulicare di vita mai sconnessa né scomposta.

 

Le visioni evoluzioniste, nelle loro forme meccanicistiche, naturalistiche o materialistiche ci dicono che l’universo è in divenire ma non si da dove e verso dove e che il nostro compito si limita ad osservare questo processo caotico, accidentale e arbitrario provando a sopravvivere al suo interno. Bavinck al contrario afferma, secondo la rivelazione divina, che nel divenire dell’universo Dio è all’opera dal principio alla fine per mezzo del Figlio e dello Spirito Santo. L’unità organica dell’universo è l’opera d’arte dell’Artista supremo, essa è “sostenuta da un solo pensiero, guidata da un’unica volontà, diretta verso un unico obiettivo”[3]: la gloria di Dio.

 

“Il peccato non spezza la potenza di Dio, ma la porta a una rivelazione più ricca. Il piano del mondo avanza come piano di redenzione. Anche se la storia ci mostra tanto disordine e regresso, si muove ancora verso il futuro di Cristo. Dio esegue il suo consiglio e, secondo la sua promessa, ci aspettiamo un nuovo cielo e una nuova terra in cui abita la giustizia”.[4]

 

Come ai tempi di Bavinck in cui la visione del mondo presentata nelle Scritture, con la Trinità, l’incarnazione, la creazione, la caduta e la redenzione, non era più radicata nel comune modo di pensare, molto di più è così oggi. Illustrava la separazione che c’è tra la coscienza cristiana e quella della sua generazione come un profondo abisso.

 

“Se comprendiamo il mandato del cristianesimo e manteniamo il desiderio di preservare la sua essenza, allora non possiamo fare altro che prendere una posizione risoluta contro i sistemi del giorno e le visioni del mondo di sua invenzione e creazione. Non si può parlare di ‘mediazione’. Non si può pensare a una riconciliazione. I tempi sono troppo gravi per flirtare con lo spirito del tempo. Il contrasto profondo e netto tra la fede cristiana e l'uomo moderno deve farci capire che non è possibile scegliere porzioni di ciascuno e che decidere tra le alternative è un dovere. Per quanto bella sarebbe la pace, il conflitto è su di noi”[5].

 

Pensando al bisogno di elaborare una pedagogia evangelica che sia una voce pubblica e una proposta concreta, questa è un’opera di grande attualità per il suo approccio integrale alla visione cristiana del mondo e della vita e per i numerosi spunti che offre ancora oggi.


[1] Vedi J. Bolt, “Why a Bavinck Institute? Why at Calvin Seminary?”, The Bavinck Review vol.8 (2017) pp. 11-34.

[2] Edizione digitale, Introduction.

[3] Edizione digitale, Cap.2 Being and Becoming.

[4] Edizione digitale, Cap.3 Becoming and Acting.

[5] Edizione digitale, Introduction.