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ChatGPT: risultati immediati, rischi immensi

Monitor touch-screen e televisori a comando vocale sono ormai la nostra normalità, però il progresso dell’IA ha di nuovo sorpreso. Nelle ultime settimane si sta sempre di più parlando della ChatGPT, uno strumento immesso sul web dell’organizzazione no-profit OpenAI, che fa ricerca sull'intelligenza artificiale al fine di sviluppare strumenti e programmi che aiutino il progresso dell’umanità. La ChatGPT (Generative Pre-trained Transformer) di OpenAI, è uno strumento dell’IA che…può rispondere a qualsiasi domanda!

La piattaforma ha come interfaccia grafica una chat, a cui si può accedere solo se ci si registra gratuitamente, all’interno della quale è possibile scrivere qualsiasi cosa, non solo in forma di domanda, ma fare richieste precise: formule matematiche, temi da svolgere, informazioni su argomenti, ricerche. Si tratta di una forma di IA che, come affermato da articolo apparso su Money.it, ha già raggiunto i 5 milioni di utenti per via della massa di dati che sono stati inseriti al suo interno e pronti per essere “sfruttati” dagli utenti. Oltre a spiegare i vantaggi e gli svantaggi dei ChatGPT, l’articolo afferma che questa nuova forma di IA aiuta le persone a rispondere alle domande più semplici, permette di fare lavori di traduzione di grande precisione, essere un supporto all’istruzione in modo immediato. Ci sono ancora delle criticità tecniche: le informazioni fornite possono essere imprecise e limitate ed è una piattaforma che può dare informazioni devianti. In altre parole, i dati che ChatGPT può elaborare, sintetizzare e offrire sono calibrati sui dati inseriti. Se, ad esempio, sulla Bibbia sono stati inseriti dati insufficienti o di parte, le risposte di ChatGPT saranno sballate.

Come affrontare i progressi della nuova tecnologia? Questa di ChatGPT è una delle tante frontiere dell’IA che l’etica cristiana deve imparare ad abitare e presidiare, come ad esempio mostrato dal fascicolo “Intelligenza artificiale”, Studi di teologia – Suppl. N. 19 (2021)

ChatGPT potrebbe essere la normalità che riguarderà le generazioni future, ma non possiamo nascondere il fatto che sta influenzando anche il presente. Al riguardo mi sono chiesto come oggi questa forma di IA può influenzare, ad esempio, i percorsi formativi e la vita della chiesa. 

Immaginate se piuttosto di aiutare i nostri figli a fare i compiti, ad insegnare loro un metodo di studio e a riconoscere le fonti autorevoli da quelle fasulle, a spingerli ad avere un senso critico, ad essere curiosi e a farsi domande, delegassimo la responsabilità di questo compito ad una piattaforma web in cui basta solo chiedere. Quale sarebbe l’impatto sulla responsabilità educativa e di accompagnamento formativo propria dei genitori? Quali sarebbero gli effetti sul nostro percorso formativo se delegassimo ad una piattaforma di tradurre, ricercare, elaborare contenuti? Il risultato sarà un percorso “informativo” piuttosto che formativo. Con ausili come ChatGPT, se non si hanno criteri giusti di utilizzo, avremmo la cosiddetta “formazione wikipedia”: veloce, immediata, ma sganciata dalla storia, dalle fonti, da ogni metodo di studio capace di formare la mente e allenarla ad una capacità critica e di assimilazione. 

Non possiamo non considerare quale impatto possa avere questa piattaforma sulla vita della chiesa. Ad esempio, i predicatori possono chiedere a ChatGPT di scrivere il loro sermone! Ovviamente il programma elabora una predicazione raccogliendo ciò che è stato inserito nella sua banca dati. Resta comunque il fatto che l’intenzione di farne uso è un rischio per coloro che credono che la predicazione sia solo una ripetizione di lezioni morali o informazioni storiche da disseminare, sganciandole dall’attività di preghiera e sottomissione allo Spirito Santo che parla attraverso la sua Parola autorevole.

Certamente ChatGPT è una frontiera dell’IA che va capita e seguita con attenzione. L’accesso veloce a tante informazioni è un’opportunità per crescere nel compito di vivere responsabilmente nel mondo come creature ad immagine di Dio, non per delegare in bianco alla macchina il compito di interpretarlo.


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