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Come si fa ad essere felici?

Se provassimo a fare una rapida ricerca di libri che nel titolo contengono la parola felicità troveremmo “purtroppo” più di 50.000 titoli a disposizione. Chiaramente questo è solo un numero ma sicuramente è significativo della quantità di parole che si sono scritte su questo affascinante ma alquanto spinoso argomento che è la felicità. E’ un tema affrontato storicamente da moltissimi filosofi, psicologi, economisti, biologi, medici, ecc.. Negli ultimi tempi, diciamo nell’ultimo mezzo secolo, sono poi proliferati corsi, manuali, video ed altro materiale sul come essere felici. Tutti hanno una ricetta particolare per vendere qualcosa che promette la felicità. Ed il fatto che ci sia un mercato fiorente di questo materiale è un altro segno che il tema è molto sentito. Chi di noi infatti non è alla ricerca della felicità? 

Qualche settimana fa è uscita su una conosciuta piattaforma di contenuti video a richiesta una serie il cui titolo era “Come si fa ad essere felici?”. L’autore e protagonista di questa mini serie inizia confessando che nonostante una bella famiglia, la salute, più soldi di quelli di cui necessita, non sa dove si possa effettivamente trovare la vera felicità e quindi inizia un viaggio per scoprire come si fa ad essere veramente felici. 

Le occasioni di condivisione dell’autore lo portano a confrontarsi con diverse realtà, persone giovani, meno giovani, di fedi diverse, con passati differenti ed ogni incontro è anche commentato insieme ad uno psicoterapeuta. Dal buddismo del calciatore che trova la felicità dentro di sé per poi collezionare papere di legno e specchietti per le allodole al confronto di religioni (cattolica, musulmana, induista ed ebraica) solo per poter scegliere la più adatta a noi. Si affronta il tema del dolore e del fatto che non c’è tempo da perdere per essere tristi e quindi è necessario fare le cose che ci piacciono per essere felici. Si lega la felicità alla possibilità di comprare ogni cosa che ci possa rendere felici come se fossimo in un supermercato oppure si vede la felicità come una formula matematica in cui la stessa felicità dipende da ciò che la vita ci dà in relazione a ciò che vorremmo che la vita ci desse.

Dopo questa lunga carrellata di casi in cui si cerca di rispondere alla domanda “Come si fa ad essere felici?” la conclusione dell’autore è che la felicità è in noi e che sta nel viaggio e non nella meta. Un viaggio che ognuno di noi può costruirsi in base alle proprie esigenze ed esperienze.

Riflettendo sulla serie sicuramente la felicità non è qualcosa che si può comprare e tantomeno trovare da un giorno all’altro nelle cose che abbiamo o nelle persone che conosciamo. Sicuramente più siamo concentrati nel cercare la felicità in qualcosa di materiale più frustrati ed infelici saremo perché non la troveremo. Sicuramente la felicità è un percorso che dobbiamo imparare ad intraprendere ma non è un percorso che decidiamo noi e dipende da noi. Il vero ed unico viaggio che ci può veramente condurre alla vera felicità dipende da qualcuno che non è temporaneo, che non scade, che non scompare alla prima difficoltà e che una volta che lo abbiamo è sempre con noi. 

Questo qualcuno è Dio. Solo da Lui dipende la nostra felicità, una felicità vera, autentica, eterna. Una felicità legata al fatto che solo Lui ci può dare la salvezza. E quale cosa può rendere più felici della salvezza eterna? 

Quindi alla domanda iniziale “Come si può essere felici?” esiste una risposta ed è una risposta certa e cioè “Possiamo essere felici riconoscendo i nostri peccati, riconoscendo l’opera redentrice di Gesù Cristo morto sulla croce e lasciando che le nostre vite siano completamente guidate dallo Spirito Santo nel disegno perfetto della vita creata da Dio Padre”!

Purtroppo, di tutto ciò nella serie “Come si fa ad essere felici?” non c’è traccia. Mentre altre proposte sono state presentate, quelle della fede biblica sono state omesse. Non pervenute. E’ un’occasione mancata, ma anche una testimonianza del fatto che la vecchia spocchia di Pilato è sempre viva e vegeta. Nell’incontro con Gesù, infatti, Pilato fece la domanda giusta  (“Che cos’è la verità?”, Giovanni 18,28), ma poi scelse di uscire e di non ascoltare la risposta. La stessa cosa che hanno fatto i produttori e il conduttore di “Come si fa ad essere felici?”


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