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Come si può promuovere il libro evangelico? Tre risposte

La vicenda dell’evangelismo è intrecciata con quella della sua editoria. Il mondo evangelico si ritrova l’editoria che si merita. In genere, l’editoria è specchio fedele delle condizioni in cui versa il movimento di cui è espressione. Vi è un rapporto di circolarità, di simbiosi, di reciproca corrispondenza. Il mondo evangelico produce un tipo di editoria che, a sua volta, alimenta le tendenze del mondo evangelico. Tre domande e tre risposte per fare il punto della situazione e per individuare piste di crescita. 

Quali sono i problemi che individuate nella distribuzione/diffusione capillare dei vostri libri e del libro cristiano in generale?
Sono problemi connessi tra loro: 1. raramente nelle chiese esistono banchi libri aggiornati in grado di trainare la vendita capillare; 2. non esiste, salvo errori, una promozione sul territorio da parte di librerie evangeliche, come presentazioni di libri, incontri con autori, tavole rotonde. Le librerie dovrebbero essere promotrici di una cultura della lettura, promuovendo eventi credibili nel tempo che creino volani di diffusione e di fidelizzazione rispetto all'editoria evangelica; 3. è lacunosa la cultura evangelica della lettura. Nel percorso del discepolato difficilmente si riesce ad innescare la passione per la lettura e la valorizzazione delle risorse esistenti; 4. nelle chiese non esiste un know how su come promuovere il libro cristiano. Questa mancanza denota una difficoltà ad interpretare una testimonianza che riesca ad agganciarsi in modo creativo e responsabile al territorio; 5. credo che il mito che in italiano esistano poche risorse sia da sfatare. L'editoria evangelica italiana offre molte risorse, anche se presentate attraverso mille rivoli editoriali. Le dimensioni piccole e stentate di molte case editrici rendono difficile la programmazione editoriale su vasta scala. La frammentazione editoriale è specchio della frammentazione spirituale del mondo evangelico con la conseguente a difficoltà di progettare in modo serio. Mentre il mondo storico ha una sola casa editrice, la Claudiana, con una politica editoriale chiara, quello evangelicale ne ha decine di piccolissime dimensioni e di scarsa progettualità editoriale, salvo eccezioni; 6. la qualità delle opere in traduzione è ancora troppo scadente: traduttori improbabili, editor che non sanno compilare una bibliografia degna di questo nome; curatori che non sanno italianizzare le note bibliografiche; 7. se si pensa all'impatto scarso sul mercato secolare e/o cattolico, i nodi problematici emergono ancor più chiaramente. Di fatto l'editoria deve essere al servizio della testimonianza e se non riesce a penetrare al di fuori ci sono domande serie da porsi sulla proposta complessiva.  

Quali sono invece le opportunità di sviluppo e come si può pensare di cogliere queste opportunità?
Negli ultimi anni sono stati realizzati prodotti di qualità (come ad esempio il Dizionario di teologia evangelica) che ha dato lustro alla produzione evangelica. Sono state organizzate decine di presentazioni nelle sedi più svariate, in luoghi qualificati e con interlocutori importanti. Più in generale, l'ideazione di ogni prodotto viene realizzata pensando alle possibilità di sue presentazioni pubbliche, promozioni specifiche, sinergie utili con altre istituzioni ed iniziative.

Cosa può migliorare la distribuzione/diffusione di libri evangelici in Italia? 
Alcune : 1. fare di ogni libreria evangelica un centro di propulsione costante dell'editoria evangelica. Mi pare che le librerie secolari vadano sempre più in questa direzione e si dovrebbe fare una rivoluzione culturale per formare librai evangelici che spingano in questa direzione. Esiste una rete di librerie che andrebbe valorizzata meglio; 2. incoraggiare (come già fa la Casa della Bibbia) ciascuna chiesa a diventare un luogo di promozione del libro mediante l'invio di novità e attraverso incentivi; 3. fornire corsi di formazione per editor e traduttori in modo da elevare la qualità del lavoro; 4. esplorare forme di sinergia editoriale per progetti importanti. Si dovrebbe andare verso il compattamento delle case editrici in 4-5 gruppi. La situazione attuale non è sostenibile sotto tutti i punti di vista. 


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