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Conoscere Dio: la catechesi evangelica di James I. Packer (1926-2020)

Con la morte di James I. Packer (1926-2020) se ne va una delle ultime figure di spicco del panorama della teologia evangelica mondiale del XX secolo. Con i suoi libri e la sua miriade di scritti ha influenzato le generazioni dal Secondo dopoguerra in poi. Avendo vissuto metà della sua vita in Inghilterra e metà in Canada, è diventato un padre tutelare dell’evangelicalismo contemporaneo.

Le battaglie teologiche
Inglese di nascita, Packer diventa cristiano ad Oxford mentre studia lettere classiche. Prosegue poi negli studi teologici e diventa pastore della chiesa anglicana. In questo periodo giovanile, scopre la ricca eredità della teologia puritana (fino agli Anni Cinquanta pressoché dimenticata) e contribuisce a rilanciarla nel mondo britannico, insieme a Martyn Lloyd-Jones (1899-1981) con cui stabilisce un fruttuoso sodalizio. L’insegnamento alla facoltà di teologia di Bristol coincide con il suo coinvolgimento nelle battaglie teologiche del tempo: le propaggini de liberalismo minano la credibilità della Scrittura e la sua autorità e provano a ridicolizzare la posizione evangelica classica etichettandola dispregiativamente come “fondamentalista”. Packer contribuisce a difendere la fede evangelica e a rinforzarla. Un libro come Fundamentalism and the Word of God (1958) aiuta un’intera generazione a coltivare la fiducia in Dio e nella sua Parola scritta, secondo una recezione della Scrittura fedele all’autopresentazione della Bibbia stessa, in linea con la teologia classica ed imprescindibile per una spiritualità viva. Questo impegno per l’autorità della Scrittura sfocerà nel contributo decisivo di Packer alla “Dichirazione di Chicago sull’inerranza biblica” del 1978 (Dichiarazioni evangeliche I, pp. 156-171).

Insieme alla Scrittura, altri fuochi della sua teologia sono stati la dottrina dell’espiazione (a sostegno della comprensione penale e sostitutiva dell’opera di Cristo), una posizione equilibrata nelle controversie carismatiche degli Anni Settanta (consapevole delle distorsioni del “perfezionismo” e promotrice di una densa spiritualità aperta all’opera soprannaturale dello Spirito Santo), la riscoperta della lezione dei puritani per nutrire un cristianesimo biblicamente solido e collegato con la storia.

 

Conoscere Dio
Al grande pubblico Packer è conosciuto soprattutto grazie al suo libro Conoscere Dio (1973), un vero best-seller dell’editoria evangelica. Con più di un milione e mezzo di copie vendute e un titolo che continua a circolare ad ogni latitudine del mondo, questo libro è diventato un “classico” della fede evangelica contemporanea. Per molti evangelici, Conoscere Dio è stata la lettura più formativa della vita, quella che ha aperto la visuale ad una teologia profonda e viva, teocentrica e dalle interconnessioni multiple con la vita, esigente sul piano intellettuale e sfidante su quello spirituale. Conoscere Dio è stata l’opera di catechesi evangelica più popolare nella seconda metà del Novecento, grazie alla quale Packer ha incoraggiato milioni di credenti a maturare nella conoscenza di Dio per vivere nella santità e nel servizio cristiano. Infatti, Conoscere Dio è una teologia puritana divulgativa. Nata come serie di articoli per una rivista popolare, il libro tratteggia gli attributi di Dio e li intreccia in una visione di Dio che ha la forza di fermare, provocare, portare all’adorazione e spingere alla crescita. In Conoscere Dio, c’è tutto Packer: la precisione economica del suo linguaggio, dove ogni parola ha un peso; la semplice profondità del suo pensiero che stimola ad andare oltre la superficialità; lo stupore che suscita nel presentare le ricchezze della Parola di Dio.

Debolezze ecclesiologiche
In tutta la sua grandezza teologica ampiamente riconosciuta, Packer non è stato esente da scelte teologiche discutibili. Quando il suo pensiero si è interfacciato con le questioni ecclesiologiche, ecco che è scattata una criticità latente. Il suo essere anglicano lo ha reso “eclettico” nella sua ecclesiologia. A fine Anni Sessanta, scrive un libro con autori anglo-cattolici sostenendo la necessità di una “unione” più profonda da evangelici e cattolici dentro la chiesa d’Inghilterra. Da un lato, Packer esortava alla solidità evangelica, dall’altro mostrava una certa superficialità nella comprensione della posta in gioco. Questa sua leggerezza ha portato alla rottura con Lloyd-Jones e alla sua decisione di trasferirsi in Canada. Negli Anni Novanta partecipa ai primi incontri di “Evangelici e cattolici insieme”, un’iniziativa nord-americana in cui, sotto la spinta delle “guerre culturali” in campo etico e sociale, si confondeva la necessaria co-belligeranza con l’unità cristiana, pasticciando quindi sui temi dell’ecumenismo. Anche in questo caso, il discernimento di Packer non è stato all’altezza della sua statura di teologo evangelico. In anni ancor più recenti, il suo coinvolgimento nelle complesse vicende della chiesa anglicana del Canada ha mostrato un certo deficit ecclesiologico. Come tutti i grandi della teologia, anche Packer non è stato esente da criticità.

Packer e l’Italia
Il Dizionario di teologia evangelica riporta le opere di Packer tradotte in italiano. Anche se non numerosissime, esse riflettono tuttavia i principali fuochi dell’impegno teologico di Packer: l’affermazione e la difesa dell’autorità della Scrittura, la necessità di un’ossatura teologica solida per la spiritualità evangelica, il valore della lezione dei puritani per la fede di ogni tempo. Oltre a questi contributi, il classico di Packer, Conoscere Dio, è circolato in più edizioni, diventando una lettura “condivisa” trasversalmente nell’evangelismo italiano. Si tratta evidentemente di una eredità importante che anche in Italia ha rinforzato la fede evangelica contro le insidie del liberalismo teologico e a favore di una robusta spiritualità biblica saldamente collegata con la storia.

Ecco l’elenco completo e in ordine cronologico che dà un’idea dello spessore della sua opera: 


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