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Elezioni a rischio disinformazione. Un Report preoccupante

Quando si avvicinano le elezioni sono in grosse difficoltà. Le dichiarazioni dei vari candidati mi sembrano tanti slogan che non aiutano ad avere un'idea chiara sui loro programmi. Spesso penso di seguire il consiglio di Indro Montanelli: "Vota turandoti il naso"!! Come cittadino credente, è possibile trascurare questo diritto/dovere che riguarda ogni persona che ama il proprio Paese?

A rendere il voto ancora più difficile è quello che documenta il “The Global risks Report 2024” del World Economic Forum. Questo Report analizza i rischi globali in ambito economico; nel farlo ha rilevato che la disinformazione, cresciuta a causa di un enorme flusso di notizie artefatte generate dall’ intelligenza artificiale, può alterare in modo considerevole i processi elettorali nei prossimi due anni. Ciò sta provocando la perdita di fiducia dei lettori verso notizie la cui attendibilità risulta incerta.

Secondo questo Report, il fatto che esistano sistemi informatici che consentono di realizzare, in breve tempo e a basso costo, notiziari ricchi di dati sintetici, mirati e destinati a orientare le scelte politiche, sociali ed economiche delle persone, potrebbe avere un impatto determinante nell’imminente futuro.

Anche se molte normative, come la legge cinese e l’atteso AI Act europeo, cercano di rendere individuabili, con bollini o diciture dedicate, le notizie create artificialmente, secondo il Report, questi interventi potrebbero essere insufficienti e arrivare troppo tardi, quando ormai il danno è fatto. In due anni, l’immissione sul mercato di informazioni alterate potrebbe avere un effetto distorsivo molto grave, con impatti anche sull’economia, rispetto al quale sarebbe difficile porre rimedio.

A queste previsioni, già poco rassicuranti, il Report aggiunge un’altra preoccupazione che non è meno seria, ovvero il fatto che i governi possano approfittare di questo timore diffuso per imporre un controllo sull’informazione, fino a rasentare la censura e porre un freno alla libera espressione del pensiero. Le minacce sono spesso una buona scusa per ridurre il libero esercizio di diritti fondamentali raggiunti a caro prezzo nel corso dei secoli.

Un altro aspetto di questa manipolazione è evidente nella personalizzazione delle notizie rivolte a particolari gruppi di persone con il fine di rafforzare le loro convinzioni. Questa tendenza è molto grave non solo sul piano politico, ma anche su quello sociale, perché rischia di creare gruppi distinti di persone che condividono e alimentano una visione del mondo autonoma e distante rispetto a quella di altri gruppi, a discapito della crescita culturale e della conoscenza scientifica collettiva.

Come si legge nel Report, “le società potrebbero diventare polarizzate non solo nelle loro affiliazioni politiche, ma anche nella loro percezione della realtà, ponendo una seria sfida alla coesione sociale e persino alla salute mentale”.

Reprimere non sembra sia la soluzione migliore in quanto, stando al Report, l’introduzione di norme autoritarie potrebbe creare un circolo vizioso, considerato che “il rischio di disinformazione rapidamente si trasforma nel controllo diffuso delle informazioni che, a sua volta, rende i cittadini vulnerabili alla repressione politica e alla disinformazione a livello nazionale”.

Che fare? Davanti ad uno scenario del genere c'è chi, oramai rassegnato, preferisce l'astensionismo, cresciuto in modo preoccupante in questi ultimi anni. C'è chi, con sofferenza, segue il consiglio di Indro Montanelli. Altri, per tradizione, votano sempre lo stesso partito. Per un credente, astenersi o votare senza un'adeguata ricerca significa mettere in discussione la propria responsabilità che deriva dall'essere una creatura di Dio che ha ricevuto un mandato che riguarda anche il Paese dove vive (Geremia 29,7).

Come orientarsi in modo biblicamente accettabile? A tale scopo, rimane sempre valido il “Vademecum per le elezioni”, Studi di teologia (2004/2) N. 32. Ovviamente non ci dirà per chi votare, ma offre spunti concreti per fare una scelta con più consapevolezza. Questo “Vademecum”, oltre a presentare i criteri di riferimento che illustrano i motivi biblici per cui votare, aiuta anche a orientarsi rispetto alla scelta di un partito e di un candidato. Qual è loro storia, la loro ideologia di fondo e il loro progamma? In cosa crede il candidato? Su quali temi dichiara di impegnarsi? E' disponibile a renderne conto? 

Certamente non potremo avere tutte le risposte, ma se il nostro interesse si limita solo a pochi giorni prima dalle elezioni, sarà difficile fare una scelta consapevole. Dopo tutto, è bene tenere presente due cose. Il candidato che vince le elezioni, ci piaccia o meno, durante gli anni del suo mandato, è "l'autorità stabilita da Dio" (Romani 13,1), per cui siamo chiamati a pregare (1 Timoteo 2,1-2). Inoltre, nessun partito o candidato saranno in grado di stabilire pace e giustizia piena, solo il "Principe della pace.. dà una pace senza fine.. mediante il diritto e la giustizia da ora e per sempre" (Isaia 9,5-6).   


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