Giusta indignazione? Lo schiaffo che ha fatto il giro del mondo
Tutti (o quasi) lo hanno visto. Una delle più grandi star di Hollywood (Will Smith), in una scena che ha suscitato shock e incredulità, ha schiaffeggiato pubblicamente e intenzionalmente la faccia di un uomo che ha fatto commenti denigratori (Chris Rock) sulla condizione medica di sua moglie (Jada Pinckett Smith). Mentre sono sicuro che questo sarà semplicemente un ritornello nella serie di commenti provenienti dall'industria cinematografica, ha tuttavia alimentato la creazione di diversi nuovi meme che circolano su internet e ha scatenato il dibattito sui social media sulla legittimità dell’atto, o sull'obiezione allo stesso. In Italia, nel 1991 fece un certo scalpore lo schiaffo di Roberto D’Agostino a Vittorio Sgarbi in una trasmissione di Giuliano Ferrara. Tornando agli Oscar e provandoci a mettersi nei loro panni, come avremmo reagito noi a una tale situazione? Ancora più importante, però, è il significato delle parole che sono state impiegate.
Gli Oscar sono una cerimonia di premiazione per l'industria cinematografica dove diverse celebrità della serie "A" si riuniscono per determinare, secondo la loro opinione, chi merita di essere riconosciuto e premiato per la migliore opera cinematografica dell'anno precedente. Quest'anno per la prima volta Will Smith ha ricevuto il premio come miglior attore per la sua rappresentazione del padre delle grandi tenniste Venus e Serena Williams nel film "King Richard". Prima di ricevere il premio, ha dato uno schiaffo a Chris Rock ed è tornato al suo posto, continuando a urlargli parolacce, in una scena che sembrerebbe rappresentare la sua giusta indignazione nel proteggere l'onore di sua moglie. Riceveva il suo premio e faceva un discorso invocando il nome di Dio, mentre affermava di voler "essere un contenitore d'amore" e che "l'amore ti fa fare cose folli". Queste cose possono essere contemporaneamente vere se sappiamo cosa significano.
L'unicità di ciò che è successo agli Oscar non è tanto nell'atto, quanto nelle parole che sono seguite. Molti hanno detto che Chris Rock ha avuto quello che si meritava e che Will Smith ha avuto ragione nel difendere sua moglie e il suo onore. Tuttavia, se guardiamo più a fondo, c'è davvero una base per le parole usate? Se parole come “moglie”, “amore”, “matrimonio” sono malleabili e non hanno un fondamento solido, allora come possiamo essere offesi e reagire con violenza se le usiamo solo per le nostre convenienze o per difendere il nostro ego ferito?
Lo stesso vale per i credenti di oggi. Se non abbiamo basi bibliche per parole quali “fede”, “speranza” e “amore”, possiamo veramente essere offesi da coloro che parlano contro un vangelo che non capiscono, se noi stessi viviamo secondo esso solo quando è conveniente o solo per motivi superficiali? Momenti come questo ci fanno riflettere sul nostro bisogno di essere persone integre, tenendo fede alla verità dell’evangelo in modo che le parole del vangelo in cui crediamo siano le stesse parole che viviamo tutta la settimana.
D’altra parte, l’episodio dell’Oscar mostra come sia facile attraversare la linea sottile tra lo scherzo e l’offesa. Il comico voleva fare una battuta pesante per far ridere, ma l’attore l’ha recepita come offensiva. Nel mondo di oggi questa linea è ancora più sottile. Tutti si sentono liberi di spingere il limite del rispetto e di reagire oltrepassando il limite del rispetto. È un mondo sottosopra che colpisce e ferisce senza sosta, da un lato e dall’altro. Nella chiesa dobbiamo reimparare a comunicare con rispetto reciproco, senza indulgere in vaniloqui e senza fare le nostre vendette.