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I bambini credenti sono la chiesa di domani? No, sono la chiesa di oggi

Nella Sala della Bibbia del Musée internationale de la Réforme a Ginevra è conservato il dipinto di Jean Perrissin dal titolo Le Temple de Paradis[1] (1565), una rara rappresentazione di un tempio evangelico durante la celebrazione di un culto (Lione, Francia). All'ascolto della Parola si notano alcune presenze assai inusuali: diversi bambini seduti con in mano un libro partecipano con attenzione al culto comunitario. Nel XVI secolo la chiesa riscoprì lo spirito educante dei primi secoli dopo Cristo. Nessuna creatura umana poteva essere esclusa dall'ascoltare la Parola di Dio, riconoscerne l'autorevolezza, confessare Cristo come Signore e Salvatore e imparare a vivere alla gloria di Dio Padre tutta la vita per mezzo dell'opera dello Spirito Santo. Questa forma di discepolato plasmò una comunità intera con ampie ricadute di lungo periodo. Era la Parola stessa a dare forma a questa visione. Pensiamo a quanti giovani e giovanissimi nel corso della storia biblica sono stati chiamati e preparati, come strumenti nelle mani di Dio per portare il suo messaggio di giudizio e di salvezza: Samuele, Geremia, Timoteo sono solo alcuni esempi. Dio si è compiaciuto che il Figlio ricevesse la gloria di cui era degno "dalla bocca dei bambini e dei lattanti" che gridavano nel tempio (Sal 8,2; Mt 21,14-22) mentre i dotti non ne distinguevano la divinità. I farisei furono messi a tacere e i Dodici capirono, loro malgrado, che allontanando i bambini da Gesù non stavano semplicemente peccando verso il loro prossimo ma verso Dio stesso, in quanto stavano privando Cristo "delle sue peculiari eccellenze [ascrivendo] sotto l'apparenza d'onore, ciò che non gli appartiene affatto"[2]

Le Temple de Paradis

Si potrebbe dire che l'immagine del tempio di Lione e quella del tempio di Gerusalemme richiamino scene tipiche anche delle chiese evangeliche italiane contemporanee? Se dovessimo fare un sondaggio su quale tema rievoca il binomio bambini-chiesa, o giovani-chiesa quanti di noi penserebbero subito alla parola discepolato

Il discepolato è troppo spesso vissuto come qualcosa che ha a che fare con un tempo della vita e non con tutta la vita, un'attività per alcuni più che uno stile di vita per tutti i credenti e qualcosa che fondamentalmente non riguarda anche i bambini; tutte caratteristiche che poco hanno a che fare con la vita di quella comunità di discepoli descritta nel Nuovo Testamento, una comunità in fermento (Atti 2,37-47) che in mezzo alle difficoltà era ammaestrata, unita, devota, professante, donante, consacrata, reale, celebrante, testimone. Non è forse questo un contesto meraviglioso in cui insieme possono crescere piccoli e grandi discepoli?  

L'Impegno di Città del Capo (II.d.5) nel 2010 ha sollecitato l'evangelicalismo mondiale a considerare i giovani "un grande potenziale come agenti attivi nella missione di Dio" impegnandosi a "prendere sul serio i bambini, tramite una nuova, biblica e teologica valutazione che riflette sull'amore di Dio e sul suo disegno per loro e tramite loro, e con il riscoprire la profonda rilevanza che ha per la teologia e per la missione il provocatorio gesto di Gesù di porre un ‘bambino in mezzo a loro’”. Se vogliamo prendere seriamente questo richiamo dobbiamo allora interrogarci e ripensare il discepolato dei piccoli credenti nel contesto della chiesa alla luce delle Scritture, iniziando col delineare le mancanze e i rischi dai quali dobbiamo guardarci e infine considerare quali sono gli elementi essenziali ai quali la Parola di Dio ci richiama. 

(tratto da Lucia Stelluti, Piccoli discepoli crescono. Il discepolato dei giovani credenti nella vita della chiesa locale”, Studi di teologia N. 64 (2020) pp. 118-132. Per acquistare il fascicolo di Studi di teologia puoi rivolgerti a ifed@libero.ito alla tua libreria evangelica preferita)


[1] Tale dipinto è visualizzabile all'indirizzo: https://www.musee-reforme.ch/fr/tresors/temple-de-paradi-2/ (ultimo accesso 09 giugno 2020).

[2] Così G. Calvino su Matteo 19,13 in Concordance qu’on appelle Harmonie composée des trois Evangelistes, asçavoir S. Matthieu, S. Marc et S. Luc…(1555), trad. ingl. Commentary on a Harmony of the Evangelists Matthew, Mark and Luke (1845), rist. Calvin’s Commentaries, vol. XVI, Grand Rapids, Baker Books 2009, p. 389, reperibile anche qui: https://ccel.org/ccel/calvin/calcom32/calcom32.ii.lxix.html (ultimo accesso 09/06/2020 - traduzione mia).


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