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I luterani cancellano il Filioque dal credo. Un buon servizio all’unità?

“Drop the Filioque” (cancella il Filioque). Era il 2010 e l’allora papa Benedetto XVI andò in visita in Gran Bretagna. Tra la folla (non molto numerosa, per la verità) che lo attendeva, c’era un giovane di fede ortodossa con un cartone di pizza d’asporto sul cui retro c’era scritto “Drop the Filioque”. La foto è diventata a suo modo iconica perché indicativa di una richiesta (quella ortodossa) al resto della cristianità cattolica e protestante.

Filioque (" è l'espressione latina che la Chiesa occidentale ha aggiunto all'articolo del Credo che tratta dello Spirito Santo: "lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio" (Filioque). Il senso che si volle dare all'inserimento era duplice. Da un lato, si voleva onorare ciò che Gesù stesso aveva affermato quando ha detto: "Vi manderò il Consolatore... lo Spirito della verità" (Gv 15,26; cfr. anche 14,26), indicando così un ruolo attivo del Figlio nella processione dello Spirito. D'altra parte, il Filioque voleva rafforzare il riconoscimento della piena divinità di Gesù Cristo, che era stata messa in discussione dall'eresia dell'arianesimo, secondo cui Gesù era una creatura divina ma non Dio stesso. La Chiesa orientale rifiutò il Filioque perché era stato introdotto senza una preventiva consultazione e perché temeva che potesse ledere il ruolo unico del Padre nella processione dello Spirito.

E’ notizia di questi giorni che la Federazione Luterana Mondiale (FLM) e la chiesa ortodossa hanno sottoscritto un documento in cui la FLM si impegna a tagliare il Filioque dalla recitazione del Credo. “Drop the Filioque” ha avuto il suo primo risultato. Un pezzo del luteranesimo mondiale ha ceduto alla richiesta ortodossa di non menzionare il ruolo del Figlio nella processione dello Spirito Santo.

E’ da decenni che il dibattito teologico è in corso tra le varie parti per cercare di chiarire ed approfondire la questione. Recentemente, è stata avanzata la proposta in sede ecumenica per mantenere il Filioque e decidere insieme di attribuirgli un significato condiviso, non causativo ma relazionale. Si trattava di trovare un punto di incontro tra le posizioni occidentali e quelle orientali. Invece, il documento luterano-ortodosso ha optato per la cassazione del Filioque cedendo in toto alle richieste ortodosse. “Drop the Filioque” è diventato realtà. Così facendo, ha di fatto riconosciuto la bontà delle critiche ortodosse sia sul versante della teologia trinitaria, sia su quello del diritto canonico.

Non è un risultato da poco. E’ prevedibile che questa decisione metterà pressione sugli altri dialoghi ecumenici in corso (anglicano-ortodosso, cattolico-ortodosso, ecc.) perché diventi la scelta prevalente. E’ evidente che sono in gioco principi teologici, ma anche mosse di politica ecclesiastica all’interno del più ampio contesto delle relazioni ecumeniche. Sarà un buon servizio all’unità cristiana?

Intanto, sia consentita una riflessione che fa un passo indietro. Venticinque anni fa, nel 1999, la FLM fu l’organismo che sottoscrisse la “Dichiarazione congiunta sulla giustificazione” insieme alla chiesa cattolica.[1] Di fatto la FLM cedette alla richiesta romana di accettare le posizioni del Concilio di Trento come una prospettiva legittima sulla giustificazione, da mettere in relazione complementare con altre prospettive. Così facendo, la FLM dichiarò teologicamente conclusa la Riforma protestante e accettò ufficialmente di riconciliarsi con Roma accettando la plausibilità del Concilio di Trento. In altre parole, cedette allora col cattolicesimo, così come cede ora con l’ortodossia. Impregnata di liberalismo teologico e avendo rotto l’argine della fedeltà biblica, la FLM non sembra avere più la spina dorsale evangelica in grado di dialogare con gli altri senza svendere il patrimonio della fede.


[1] Per un approfondimento ulteriore, cfr. “La giustificazione per fede oggi” .


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