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Il genio compositore. Un concerto di Bach a Caltanissetta

Johann Sebastian Bach (1685–1750) è considerato uno dei più grandi compositori di tutti i tempi. La sua musica ha lasciato un segno nella storia non solo nella musica secolare ma anche in quella sacra. Spesso però i musicisti (e non) che lo apprezzano conoscono il suo stile musicale e le sue opere più famose come le Variazioni Goldberg o la Toccata e Fuga in Re minore, ma non tutti conoscono la sua fede cristiana e la sua teologia. Infatti, gran parte delle composizioni e della vita di Bach furono dedicate alla musica religiosa e non è possibile comprendere la sua musica non comprendendo la sua fede. Egli nacque ad Eisenach, la stessa città che aveva dato i natali al riformatore Martin Lutero, ma esattamente 201 anni dopo di lui. Tuttavia ne condivise la fede e per 27 anni (1723-1750) fu al servizio come Kantor della chiesa Luterana di S. Tommaso di Lipsia. 


Questa è stata l’introduzione al concerto per chitarra solista organizzato dalla chiesa cristiana evangelica Sola Grazia di Caltanissetta (8 dicembre 2024) in collaborazione con il maestro Fabio Maida, nel quale sono stati eseguiti diversi brani di Bach scritti originariamente per liuto, trascritti per chitarra classica:

Sarabanda BWV 995
Bourrèe BWV 996
Sarabanda e giga BWV 997
Preludio fuga e allegro BWV 998
Ciaccona BWV1004
Gavotta in rondò BWV 1006
Corrente BWV 1009


Torniamo a Bach. Chi è stato a Lipsia a vedere quella chiesa, dove peraltro Bach è stato sepolto il 31 luglio del 1750, sarà colpito dalla sua conformazione e riconoscerà che, come questo locale, per quanto imponente, è un luogo costituito e conformato non per sopraffare e sorprendere l’avventore o il fedele con ornate opere d’arte, ma per favorire l’ascolto. L’ascolto della Parola predicata dal pulpito, collocato proprio in mezzo alla navata e la musica e il canto, con il posto del coro, in fondo alla navata stessa. 


Il Kantor di Lipsia era un dipendente pubblico, ricopriva una posizione di prestigio e si occupava dell’istruzione musicale dei fanciulli, della conduzione del canto nel culto e nella composizione di musica affinché fosse suonata e cantata in varie occasioni. Per comprendere, però, come fu possibile che il genio musicale di Bach sia potuto fiorire proprio nel contesto del servizio musicale nella chiesa dobbiamo fare un passo indietro e ascoltare cosa aveva affermato il riformatore Martin Lutero intorno al valore della musica. Egli, infatti, espresse più volte e in varie occasioni la sua concezione del valore e la ragione del suo apprezzamento nei confronti della musica. Il passo più succinto e completo lo troviamo in una lettera che scrisse a un amico in cui si espresse così:

Non c’è alcun dubbio. Negli animi amanti della musica germinano molte virtù, mentre coloro che non provano un tale amore mi sembrano simili a pezzi di legno o creta. Noi sappiamo che la musica è odiata e mal sopportata dai demoni. Ed io manifesto liberamente il mio giudizio e non ho timore di affermare, che non c’è dopo la teologia nessuna arte, che possa stare sullo stesso livello della musica, poiché essa soltanto dona ciò che altrimenti sarebbe esclusivo dono della teologia: la pace e la gioia dell’animo.


Inoltre, il passo più significativo dei suoi scritti è un bellissimo inno che scrisse per Frau Musica:

Nessuna tra tutte le gioie esistenti in terra può essere più perfetta di quella che io esprimo con il mio canto e con tanti dolci suoni. Dove dei compagni cantano bene, non può esservi malvagità; non restano qui le ire, le liti, l’odio né l’invidia; ogni affanno deve cessare. Con la tristezza se ne vanno la cupidigia, le preoccupazioni e tutto ciò che ci affligge.

Inoltre ognuno si sente libero e contento perché questa gioia non è peccato: anzi essa piace a Dio molto più di qualsiasi altra gioia esistente nel mondo intero.

Essa distrugge l’opera del diavolo e impedisce tanti delitti. Lo dimostra l’esempio del re Davide, che suonando dolcemente l’arpa, ha più volte frenato l’ira di Saul, impedendo grandi misfatti.

La musica rasserena il cuore e lo rende pronto ad accogliere la parola e la verità divina. Questo ha riconosciuto Eliseo, quando incontrò lo Spirito, suonando l’arpa.

La migliore stagione dell’anno è la mia: tutti gli uccellini cantano, i cieli e la terra sono pieni di dolci melodie, che echeggiano dovunque armoniosamente. L’usignolo caro porta la gioia in ogni luogo con il suo dolce canto e di ciò gli saremo sempre grati.

Ma ancor più ringraziamo il Signore Iddio che ha creato l’usignolo per farne il vero cantore, il maestro dell’armonia nella natura.

A lui l’usignolo canta giorno e notte, saltellando, e nulla può fargli interrompere questa lode.


Analizzando una composizione di J.S. Bach che troviamo anche nell’innario Stupenda Grazia, il mottetto Jesu, meine Freude (O Gesù, mia gioia) possiamo comprendere come la teologia di Bach fosse presente nelle sue composizioni (spesso firmate con la sigla SDG: Soli Deo Gloria).


Il Mottetto ha undici parti: originariamente fu composto composto per un servizio religioso, celebrato il 18 luglio 1723, in memoria di Johanna Maria Rappold, figlia del pastore della chiesa di San Nicola e sposa di un commerciante, consigliere comunale e alto funzionario delle poste, Johann Jakob Kees. Esso unisce le strofe di un inno (il corale luterano Jesu Meine Freude di Johann Franck composto nel 1650) con i versi di Romani 8:1-11.


La prima delle sei strofe dice così:

Gesù, mia gioia,
pascolo del mio cuore,
Gesù, mio tesoro,
ah, da quanto, quanto tempo
il mio cuore è in pena, 
e ardentemente ti desidera!
Agnello di Dio, mio fidanzato, 
nessun altro sulla terra 
può essermi più caro di te.


La seconda parte, che canta i primi due versi di Romani 8, invece, utilizza la melodia per sottolineare una meravigliosa realtà, cara a ogni credente: che non c’è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù e che camminano non secondo la carne ma secondo lo Spirito.


Ora, dunque, non c’è nessuna condanna
per quelli che sono in Cristo Gesù,
che non camminano secondo la carne,
ma secondo lo Spirito.


Bach, seguendo la consuetudine biblica per sottolineare e dare enfasi ad un concetto, fa cantare la parola “nichts” (nessuna) per tre volte. Questo a sottolineare che solo chi confida in Cristo, in vita e in morte non ha nulla da temere.


Il concerto a Caltanissetta si è concluso proprio con l’ascolto di una parte del mottetto sopra citato. Il video completo dell’evento è disponibile su questo link: https://youtube.com/live/52lTAgDXjKI


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