Loci Communes

View Original

Il rebus della T(t)radizione del cattolicesimo romano. Una chiave di lettura evangelica

Quando si lancia un oggetto in assenza di vento, questo compie una traiettoria parabolica del tutto prevedibile e calcolabile. La storia di incomprensioni che tratteremo ha un finale altrettanto prevedibile, ma ha bisogno di una lunga introduzione a una dottrina profondamente errata dal punto di vista biblico.La Chiesa Cattolica Romana (CCR) è assolutamente chiara nell’affermare che la tradizione ha un ruolo fondamentale nella definizione della propria identità. Lo ha affermato il Concilio di Trento[1], lo ha confermato il Concilio Vaticano II[2], lo ha esposto il Catechismo della Chiesa Cattolica[3], solo per fare alcuni esempi importanti.

Al cuore della T(t)radizione
La CCR ha, quindi, una sola verità espressa in due differenti modi di trasmissione: la Sacra Scrittura e la sacra Tradizione. I due modi di trasmissione sono tra loro complementari e non è possibile giungere alla comprensione della verità senza prendere in considerazione sia la Sacra Scrittura che la sacra Tradizione. Nell’ottica della CCR “l'una e l'altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e riverenza”[4].L’insistenza della CCR sulla Tradizione è stata particolarmente operantedal Concilio di Trento (1545-1563) in poi, anche al fine di contrastare il solaScriptura della Riforma. Sola Scriptura fu la causa formale della Riforma, mentre sola fide ne fu la causa materiale[5]; la CCR non poteva ignorarla e, comprensibilmente, prese una posizione netta e decisa. Da questo derivò uninsegnamento costante, espresso sia in modo formale che informale, e questo insegnamento non poteva non portare qualche frutto in quattro secoli e mezzo.

Guardando al presente, però, ci troviamo nella situazione in cui alla guida della CCR si trova un papa a cui la Tradizione sembra stare stretta. Sintetizzare in questa frase il pensiero di papa Francesco è certamente fargli torto, ma non si può negare che mediaticamente sia così. Il volto pubblico che piace a larghi strati della popolazione (dai cattolici romani praticanti ai disinteressati al cattolicesimo) è quello di un papa fuori dagli schemi, un papa che si prende la libertà di rompere dall’etichetta tradizionale di un pontefice.

Occorre, però, fare una pausa e capire bene cosa si intenda con Tradizione. Il papa attuale, con i suoi modi e il suo stile, sta rompendo con la Tradizione della CCR? Essendo lui, in ottica cattolico-romana, il vicario di Cristo, può apportare dei cambiamenti di rotta rispetto a quello che è stato il cammino della CCR per secoli?

Sul Catechismo della Chiesa Cattolica si trova scritto che la Tradizione (si noti il sostantivo singolare e la lettera maiuscola) “proviene dagli Apostoli e trasmette ciò che costoro hanno ricevuto dall'insegnamento e dall'esempio di Gesù e ciò che hanno appreso dallo Spirito Santo”[6]; questo è biblicamente falso, ma è necessario per capire cosa sta accadendo ora, cosa sta bollendo nella pentola della CCR. Appena oltre, però, si legge che dalla Tradizione devono essere distinte le tradizioni (si noti, ora, il sostantivo plurale e la lettera minuscola) “teologiche, disciplinari, liturgiche o devozionali nate nel corso del tempo nelle Chiese locali. Esse costituiscono forme particolari attraverso le quali la grande Tradizione si esprime in forme adatte ai diversi luoghi e alle diverse epoche. Alla luce della Tradizione apostolica queste «tradizioni» possono essere conservate, modificate oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero della Chiesa”[7].

Per fare un riassunto in questa situazione, esistono la Tradizione e le tradizioni. La Tradizione non può essere abbandonata; le tradizioni sono espressioni della Tradizione che possono essere conservate, modificate o cestinate secondo la discrezione del Magistero della Chiesa (a cui capo, ovviamente, c’è il papa). Questo è abbastanza scontato,visto che solo il Magistero della Chiesa ha “l'ufficio poi d'interpretare autenticamente” la Sacra Scrittura e la sacra Tradizione[8].

La cosa non sembra complessa, da un punto di vista evangelico. C’è un Magistero e il Magistero decide se le tradizioni vanno tenute, modificate o cestinate. Non è così, perché potremmo avere sensibilità decisamente differenti su cosa siaTradizione e cosa sianole tradizioni. Per esempio: le tradizioni che possono essere modificate o cestinate includono quelle liturgiche (si veda sopra), ma, al contempo, la CCR è fiera di affermare che “la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia”[9]. Vista l'importanza data alla liturgia, ci si aspetterebbe che sia Tradizione, ma al contempo è inserita nelle tradizioni.Questo genera le tensioni che ci apprestiamo a vedere.

Tensioni attuali
Come abbiamo visto, per la Chiesa Cattolica Romana (CCR) la liturgia è di primaria importanza per la vita della Chiesa; essa ne è la fonte e il culmine[10]. Allo stesso tempo la liturgia fa parte delle tradizioni che “possono essere conservate, modificate oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero della Chiesa”[11]. La fonte e il culmine della vita della CCR può essere conservata, modificata o abbandonata sotto la guida del Magistero della Chiesa.Questo ha portato a una rottura nella CCR. Alcuni credono che la discontinuità di papa Francesco con la Tradizione, la cui strada era stata ampiamente spianata dal Concilio Vaticano II, sia troppo significativa per poter essere considerata una discontinuità nelle tradizioni; il motu proprio TraditionisCustodes del 2021 lo testimonierebbe. Se è possibile cambiare la liturgia che è al centro della vita della CCR, a poco a poco cambierà tutto il resto: la morale, il sacerdozio, la teologia.

Un altro esempio di difficile armonizzazione nella CCR sta nell’extra Ecclesiam, nulla salus (al di fuori della Chiesa non c'è salvezza). Fino a poco tempo fa, nessuno avrebbe messo in dubbio questo. Per i cattolici, al di fuori della CCR non c’erasalvezza. Era stato affermato durante la Controriforma[12], ribadito nel Sillabo di Pio IX[13], nel Catechismo maggiore di San Pio X[14], durante il Concilio Vaticano II[15] (anche se in modo più sfumato e avvolgente per avvicinare coloro che non sono parte della CCR) e nel Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992[16] (anche questa volta in modo avvolgente e sfumato per avvicinare chi è fuori dalla CCR). Comprensibilmente un cattolico potrebbe chiedersi: perché per più di quattro secoli ci è stato inequivocabilmente insegnato che fuori dalla CCR non c’è salvezza e tutti sono perduti, mentre ora “siamo tutti fratelli” e il papa va a pregare con i protestanti a Lund per celebrare la più grande ferita nella Chiesa occidentale? 

Per fare un esempio nella sfera sessuale, la CCR ha sempre affermato e ribadito la sua opposizione all’omosessualità. Ora ci troviamo con un papa che dice che non si possono giudicare. Non è forse cambiato qualcosa? La CCR ha cambiato idea? Questo non era parte della morale non modificabile? Il cattolico può trovarsi effettivamente smarrito davanti a questo. Potrebbe dire: “Non c’è più religione!”.

Davanti a questo disorientamento, alcuni ferventi sostenitori dell’importanza della conservazione della Tradizione e delle tradizioni nellaCCR hanno iniziato a separarsi in modo più o meno netto rendendosi, de facto, scismatici agli occhi della loro Chiesa di provenienza. Le comunità che si vengono a creare solitamente sono radicate in quelli che sono stati l’insegnamento e la prassi della CCR tra la Controriforma e il Concilio Vaticano II; volendo farealcuni esempi si potrebbero citarel’utilizzo della messa nella forma in uso prima del Concilio Vaticano II, la posizione conservatrice e reazionaria in tema di morale sessuale, il ripristino deciso dell’extra Ecclesiam, nulla salus, il desiderio di ritorno della CCR in una posizione tale da poter influenzare concretamente, pervasivamente e costantemente la vita di tutta la popolazione (eliminando qualsiasi separazione delle sfere tra Stato e Chiesa).

Un diagramma per provare a capire cosa sta succedendo
Volendo leggere evangelicamente la situazione che si è creata, cosa sta accadendo?

Tim Keller schematizza l’impegno culturale del cristiano secondo due assi[17]. L’asse verticale è rappresentato da quanto vediamo l’opera della grazia comune di Dio nel mondo; l’asse orizzontale rappresenta l’atteggiamento attivo o passivo del cristiano nell’influenzare la cultura. La CCR “ufficiale” si sta indiscutibilmente spostando nel quadrante in alto a destra, cercando una rilevanza culturale che la avvicina a posizioni liberali; nella lettura di chi si separa o distacca dalla CCR lo spostamento è troppo marcato per non essere un tradimento di secoli di storia della CCR. Dove avviene lo spostamento di questi gruppi tradizionalisti? Ovviamente per reazione si spostano nella parte in basso a sinistra nel grafico di Tim Keller, avvicinandosi a modelli controculturali, ossia modelli in cui la chiesa è vista come una società di contrasto al mondo[18]. Il finale era prevedibile.

Come evangelici ci troviamo esterni a questa problematica che risulta totalmente interna alla CCR. Dovremmo certamente seguire con occhi attenti quanto accade, perché non possiamo escludere che questo possa avere ripercussioni ed evoluzioni nel futuro. Potremmo assistere a una crescita numerica delle comunità “tradizionaliste” e dei loro membri che si allontanano dalla comunione piena con Roma o a un prossimo papa che voglia sistemare in qualche modo la situazione accomodando le richieste di questi gruppi o voglia stroncare qualsiasi relazione con queste comunità.Da evangelici non possiamo far altro che pregare perché tutte queste persone, la CCR “ufficiale” e le comunità che se ne stanno allontanando, possano scoprire che la Tradizione è qualcosa che non ha nulla a che fare con la verità rivelata che è contenuta nella sola Scrittura che il nostro Dio ci ha misericordiosamente donato. Solo a quel punto, entrambe le parti in causa, potranno riconoscere che entrambe avevano torto in quanto era sbagliato il punto di partenza: la sacra Tradizione non ha nulla a che vedere con la rivelazione del Dio trino e unico.


[1] Sessione IV, Primo decreto.

[2]Dei Verbum, nn. 9-10.

[3]Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 75-83.

[4]Dei Verbum, n. 9.

[5] R. C. Sproul, Sola Fede, Mantova, Passaggio 1999, pp. 6-7.

[6]Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 83.

[7]Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 83.

[8]Dei Verbum, n. 10.

[9]Sacrosanctum Concilium, n. 10.

[10]Sacrosanctum Concilium, n. 10.

[11]Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 83.

[12]Catechismo Tridentino (1566), n. 114.

[13] Pio IX, Quanta Cura (1854), proposizioni XV-XVIII.

[14] Pio X, Catechismo maggiore (1905), n. 169.

[15]Lumen Gentium, n. 14.

[16]Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 816, 846-847.

[17] Tim Keller, Center Church Europe, Uitgeverij Van Wijnen 2014, p. 207; di prossima pubblicazione la traduzione italiana del testo con il titolo Chiesa al centro, La Casa della Bibbia.

[18]Ibid., p. 190.


See this gallery in the original post