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Il trionfo dell'io e il bivio davanti

Il trionfo dell'io e del rischio. Questo è il titolo di un articolo recente di Simonetta Sciandivasci su Il Foglio (19/04/2021). In esso viene evidenziato il fatto che questa pandemia ha provveduto a tante persone un'occasione per reinventarsi e per rivoluzionare le proprie vite. Sciandivasci poi fa riferimento ad un articolo scritto qualche settimana fa sul Washington Post che raccontava varie storie di persone che hanno, secondo il punto di vista dell'autore, rivoluzionato in maniera molto positiva la propria vita. "Il denominatore comune a tutte è il trionfo dell’autodeterminazione e del rischio. Rischiamo quando non abbiamo niente da perdere, oppure quando ci rendiamo conto di essere soli e che, quindi, le nostre azioni, fallimentari o meno che siano, non avrebbero ricadute sugli altri. Rischiamo quando capiamo che dipende tutto da noi”.

Giustamente vengono condivisi alcuni esempi di queste vite rivoluzionate e reinventate. 

  • Amavo un lavoro che mi faceva soffrire, mi sono licenziata e ho investito i miei risparmi per comprare il ristorante dei miei sogni; mi sono trasferita a Parigi.

  • Ho trovato il coraggio di lasciare il mio compagno e mi sono innamorato.

  • Ho divorziato dopo trentatré anni di matrimonio.

  • Sono stata licenziata e mi sono resa conto di aver lavorato per anni per un branco di razzisti, quindi mi metterò al servizio delle aziende per aiutarle a essere inclusive.

Sciandivasci l'ha detto bene: questo è decisamente il trionfo dell'io. Tutto è incentrato su sé stessi. Un mondo che gira intorno a sé soltanto. Che voglio io? Quali sono i miei desideri? Quali sono i miei sogni? Queste sono le domande che spingono il trionfo dell'io. È tutto spinto da una visione del mondo che mette il sé sul trono della propria vita. Il mondo poi gira intorno a questo trono e deve inchinarsi al suo regno. 

Ma è questo veramente il trionfo di cui il mondo ha bisogno? Ha bisogno di più persone egoiste che sfruttano la pandemia per promuovere i propri fini? Oppure forse ha bisogno di persone che si mettono in moto per il bene del vicino e di altri ancora? Il mondo ha bisogno di più persone che vogliono essere serviti, o che vogliono servire altri? 

Viene in mente un altro "trionfo dell'io" che è veramente capace di rivoluzionare e reinventare la propria vita. Nel vangelo di Giovanni 14,6 Gesù Cristo dice: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. In Giovanni 6,35 Gesù dice: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete”. In Giovanni 11,25 Gesù dice: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?" In Giovanni 8,12 Gesù dice ancora: "Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". 

Gesù Cristo era Dio incarnato, ma come dice Paolo nella sua lettera ai Filippesi, "pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo ... umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce" (Filippesi 2,8). Allora questo è il vero "trionfo dell'io”. È un trionfo definito dal servizio e dall'umiltà. È un trionfo che pensa ad altri e non a sé. È un trionfo del sacrificio di sé, non la promozione di sé e dei propri fini. È un trionfo che dà da bere a chi a sete e che dà da mangiare a chi ha fame. È un trionfo che offre addirittura la vita eterna a chi si fida di Cristo per il perdono del peccato. È un trionfo che viene vissuto e sperimentato in comunità con altri, cioè nella chiesa, e per altri, cioè il prossimo. È un trionfo della negazione di sé per scoprire il vero sé. È il trionfo della morte del sé per rinascere ad un nuovo sé.

Il nostro io sarà sé stesso solo se seguirà l’Io sono di Gesù. Altrimenti sarà un idoletto viziato e intrattabile, scorbutico e insaziabile. Il mondo non ha bisogno di idoli che mortificano, ma di riconoscere l’unico Dio e di trovare in Lui vita in abbondanza.


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