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Vocabolario di Losanna (XI). Unicità e universalità di Cristo

N.B. Oltre al 50° anniversario dell’Alleanza Evangelica Italiana, nel 2024 ricorre anche quello del Movimento di Losanna. Nel 1974, infatti, si tenne il Congresso mondiale per l’evangelizzazione del mondo da cui scaturì il Patto di Losanna, il più importante documento evangelico del XX secolo. Per celebrare questo evento e in vista del IV Congresso di Losanna che si terrà a Seul (Corea del Sud) dal 22 al 28 settembre 2024, questa serie vuole valorizzare alcune parole chiave, una sorta di vocabolario minimo per apprezzare l’eredità del Movimento di Losanna. Le parole sono: Amore, Collaborazione (partenariato), Cultura, Integrità, Missione, Mondo moderno, Pluralismo, Responsabilità sociale, Tutto/a (l’evangelo, il mondo, la chiesa), Unicità/Universalità (di Cristo), Verità.

Proprio la settimana scorsa, papa Francesco, parlando ad un incontro inter-religioso di giovani a Singapore ha detto: “Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio. Sono – faccio un paragone – come diverse lingue, diversi idiomi, per arrivare lì. Ma Dio è Dio per tutti. E poiché Dio è Dio per tutti, noi siamo tutti figli di Dio. C’è un solo Dio, e noi, le nostre religioni sono lingue, cammini per arrivare a Dio. Qualcuno sikh, qualcuno musulmano, qualcuno indù, qualcuno cristiano, ma sono diversi cammini. Understood?” Sono parole disarmanti se lette da un punto di vista evangelico.

Cos’è in gioco qui? E’ in gioco l’unicità e l’universalità di Cristo: Gesù Cristo come unica via di salvezza è il punto di partenza per ogni strategia missionale. Dal Novecento in poi, in ambito cristiano più voci si sono levate per mettere in discussione l’unicità di Gesù Cristo: si è incominciato a parlare di vie plurali di salvezza o di vie inclusive. Papa Francesco dà voce ad un rigetto dell’esclusività di Gesù Cristo che è anche molto diffuso nella teologia ecumenica influenzata dal liberalismo teologico. Il pensiero evangelico ha opportunamente affrontato queste sfide, ad esempio in James I. Packer, “Gli evangelici e la via della salvezza. L'universalismo e la giustificazione”, Studi di teologia N. 6 (1991) e Chris Wright, L’unicità di Gesù Cristo, Roma-Chieti, GBU 2005, ribadendo l’impegno evangelico nei confronti di Gesù, la via di salvezza.

Questa convinzione è anche quella che si evince scorrendo i documenti di Losanna che sottolineano a più riprese il fulcro del messaggio del Vangelo. Nonostante, infatti, il Movimento di Losanna promuova l’unità evangelica, le collaborazioni, le sinergie, l’attenzione di tutta la chiesa a tutto il mondo, il Patto di Losanna afferma e ribadisce la necessità, l’unicità e l’universalità di Cristo per la salvezza e l’esigenza di una testimonianza fedele a questa verità.

L’esistenza di un solo Salvatore e di un solo Evangelo sono le premesse e il punto di partenza che poi permettono al Movimento di incoraggiare modi diversi e creativi di evangelizzare. 

Il Patto di Losanna respinge fermamente ogni tipo di sincretismo con ogni ideologia che affermi che Cristo può essere conosciuto attraverso ogni sistema religioso o ideologico e non attraverso la buona notizia della Bibbia.

Il Patto sottolinea la natura pervasiva del peccato e la necessità di riconoscere Cristo come unico messia e mediatore tra Dio e l’umanità e a cui affidare la propria vita.

Sulla scia di Losanna, il Manifesto di Manila (1989) riprende la confessione dell’unicità e dell’universalità di Cristo. Al terzo capitolo del Manifesto, inoltre, il concetto è esteso con la precisazione che ogni teoria che sostenga che il popolo ebraico non abbia bisogno di riconoscere Cristo come messia a causa di un’alleanza particolare con Dio va respinta. Gli ebrei al pari di ogni altro popolo hanno bisogno di riconoscere Gesù Cristo come il Messia, il Salvatore e il compimento delle promesse dell’Antico Testamento. Il Manifesto invita a rigettare con fermezza il relativismo e a non compromettersi in qualsiasi ideologia interreligiosa che minimizzi o neghi l’unicità di Cristo. 

L’Impegno di Città del Capo (2010) riprende ancora una volta il punto attraverso il linguaggio dell’amore con cui il documento è stato redatto. “Amiamo il Figlio” è la sezione che afferma e ribadisce che il Signore Gesù Cristo è il solo Salvatore, il Signore e Dio. In sintonia con la chiesa antica, ne afferma la doppia natura umana e divina, descrive la sua vita, morte e risurrezione come l’opera redentrice per i nostri peccati e ne annuncia il ritorno. La dichiarazione di universalità e unicità è seguita dall’invito all’ubbidienza e dalla chiamata alla proclamazione di questa verità.

In linea con la Riforma protestante, scorrendo i documenti di Losanna, emerge l’urgenza per l’evangelismo di continuare a proclamare il “Solo Cristo”, guardandosi da ogni compromesso sull’altare del pluralismo che in nome dell’unità relativizza la figura di Cristo. 

Come si è visto nelle parole del papa a Singapore e come è evidente in molte dichiarazioni del mondo ecumenico ed inter-religioso, nello scenario attuale, sono rimasti gli evangelici soltanto a credere e a proclamare in modo radicale che Gesù Cristo è la via, la verità e la vita e che non si va al Padre se non per mezzo di Lui.


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