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Ravi Zacharias e il rischio per tutti della “vita doppia”

E’ stato reso pubblico il risultato dell’investigazione sulla vita privata di Ravi Zacharias (1946-2020), a seguito di varie denunce che erano pervenute dopo la sua morte l’anno scorso. Risulta ormai chiaro che, dietro il grande predicatore e apologeta globale della fede cristiana, si celava un “altro” Ravi Zacharias. L’uno teneva conferenze nelle università di mezzo mondo ed era alla ribalta mediatica, l’altro era dedito a chiedere prestazioni a sfondo sessuale a massaggiatrici e raccoglieva foto di donne in posizioni esplicite. L’uno e l’altro erano Ravi Zacharias. Il grande e sofisticato apologeta davanti alle folle, l’uomo solo e arrogante alla ricerca di consolazione sentimentale e sessuale fuori dal matrimonio. 

Al di là dei moralismi e dei pruriti voyeuristici, ci sono tre considerazioni che possono essere fatte per servire da monito a tutti.

Il rischio di avere un “animo doppio” (Giacomo 1,8). In Ravi c’erano vite parallele che coesistevano. Da un lato la vita cristiana così sapientemente difesa nei decenni del suo ministero, dall’altra la vita schiava del vizio in cui si rifugiava per riempire dei vuoti esistenziali. Questo “animo doppio” ha trovato una forma di equilibrio malsano ed è stato nascosto sino alla morte. Il rischio di avere vite scisse è reale per tutti. La vita domenicale e quella feriale, quella famigliare e personale, quella pubblica e privata, quella ministeriale e quella professionale, quella diurna e quella notturna, quella impegnata e quella rilassata, quella nelle aule universitarie e quella nei centri massaggio. In queste transizioni c’è sempre il pericolo di creare mondi paralleli, stanze nascoste, universi virtuali in cui essere qualcun altro rispetto a chi si è. La Parola ci chiama ad essere integri, uniti, riconciliati per vivere tutta la vita davanti a Dio. 

Il rischio di nascondere ciò che sarà rivelato prima o poi (Luca 12,2). Dall’investigazione emerge che Ravi conservava nei suoi computer e telefoni centinaia di foto imbarazzanti e scambi di email compromettenti. Pensava di tenerli nascosti. Aveva solo lui le password per accedervi. Erano un mondo di cui aveva le chiavi lui e nessun altro. Illuso. Ora è tutto pubblico. A neanche un anno di distanza dalla sua morte, tutti sanno tutto. Non esistono segreti e mondi inaccessibili. Agli occhi di Dio tutto è conosciuto e tutto sarà rivelato. Quello che la tecnologia può fare oggi, aprendo le memorie dei computer, Dio fa e farà per tutti noi. Non ci sono segreti che non saranno rivelati e giudicati. Se teniamo nascosti scheletri nell’armadio, saranno prima o poi di dominio pubblico e sicuramente sono già di dominio divino.   

Il rischio di fare posto al diavolo (Efesini 4,27), trasformando le fragilità in occasioni di peccato. Ravi soffriva di mal di schiena che lo tormentava. I suoi viaggi continui sottoponevano la sua colonna vertebrale a continui stress. Per questo aveva bisogno di massaggi terapeutici. Lui stesso aveva aperto un centro benessere ad Atlanta a cui si rivolgeva quando poteva per ricevere un trattamento. Tuttavia, quelle sedute di massaggio si trasformavano in patetiche richieste alle operatrici. Perché non chiedeva di essere massaggiato da uomini? Perché non andava con un amico? Perché nessuno ha notato la “anomalia” e ha lasciato fare? Troppe indulgenze alle occasioni di peccato. Troppi flirt con la tentazione. Troppi cedimenti a situazioni di rischio. Troppo spazio al diavolo.

Che Dio abbia pietà di noi e ci faccia grazia di essere persone unite, senza lati oscuri e impegnate a combattere il nostro peccato.


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