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René Padilla (1932-2021) e la “misión integral”

Missione integrale, fede olistica, impegno cristiano per tutta la vita … sono tutte espressioni che fanno parte del linguaggio evangelico contemporaneo, almeno quello codificato nei documenti rappresentativi del movimento evangelicale, come il Patto di Losanna (1974), il Manifesto di Manila (1989) e l’Impegno di Città del Capo (2010). Il punto sottolineato è che il cristianesimo non è una fuga dal mondo (per vivere in una bolla spiritualistica), né una attenzione ad una sola dimensione della vita (quella “individuale”), ma una risposta alla buona notizia di Gesù Cristo che riposiziona il credente nel mondo di Dio (creato, rotto e redento) e riconcilia l’intera esistenza (personale, famigliare, sociale, professionale, politica, economica, …) in un ristabilito patto di servizio.

Nella chiesa evangelica contemporanea, un ruolo significativo nel sottolineare la dimensione “integrale” della missione lo ha svolto René Padilla (1932-2021). Padilla apparteneva alla generazione di teologi evangelici latinoamericani che irruppero sulla scena internazionale a metà degli Anni Settanta e diedero un contributo decisivo al Movimento di Losanna e, a cascata poi, sulla missiologia evangelica successiva.  

Nato in Ecuador da genitori evangelici, Padilla studiò a Wheaton e poi a Manchester dove conseguì il dottorato in teologia sotto la supervisione del biblista evangelico F.F. Bruce. Sin dalla gioventù fu impegnato principalmente con i Gruppi biblici universitari latinoamericani viaggiando in lungo e in largo il sub-continente, evangelizzando nelle università, animando iniziative culturali e formando giovani studiosi. Si deve principalmente a Padilla la costituzione della Fraternidad Teológica Latinoamericana nel 1969 (la corrispondente della FEET, Fellowship of European Evangelical Theologians nata nel 1976), di case editrici per incoraggiare la pubblicazione di ricerche di teologi latinoamericani e di centri culturali o istituzioni teologiche per la formazione di base. Il suo è stato un lavoro di costruzione di reti evangeliche organiche e collegate alla vita delle chiese: una rete su cui poi è sbocciata la crescita degli evangelici in America Latina. 

Mentre in America Latina imperversava la teologia della liberazione con la sua confusione ideologica e i suoi appiattimenti politici (la Teologia della liberazione di Gustavo Gutierrez è del 1971), il mondo evangelico era fortemente condizionato da una missiologia d’importazione nord-americana e d’impostazione neo-fondamentalista. In un certo senso, più che un confronto teologico, era la lotta tra marxismo di classe e capitalismo individualista mascherata da competizione religiosa, dentro un sistema dominato da un cattolicesimo autoritario e caratterizzato da ingiustizie sociali profonde e sconvolgimenti politici. Padilla e altri giovani teologi latinoamericani (Samuel Escobar, Pedro Arana, Orlando Costas) non accettarono la contrapposizione dei campi e, scavando nelle risorse dell’evangelo biblico, coniarono l’espressione “misión integral” per integrare nella chiamata cristiana la proclamazione e l’impegno sociale, l’attenzione alla salvezza della persone e al benessere delle comunità, la speranza nel domani di Dio e la responsabilità per l’oggi di Dio, ecc. Dunque, “integrale” nel senso di integrato e integrante.  

Al “Congresso per l’evangelizzazione del mondo di Losanna” del 1974, Padilla tenne un discorso che le cronache del congresso registrano come quello che abbia ottenuto gli applausi più fragorosi. Mentre il ruolo di Billy Graham e John Stott è universalmente riconosciuto come centrale nelle dinamiche del Congresso e nella promozione dello “spirito” di Losanna, furono Padilla e il manipolo di giovani teologi latinoamericani a recuperare l’asse olistico della missione evangelica, impedendo di schiacciarla sulle caricature riduttive di un annuncio individualista e disincarnato e di un anelito alla rivoluzione politica mistificata. L’evangelo è un messaggio integrale che suscita una risposta altrettanto integrale. Questo è il cuore della “missione integrale”.

Il paragrafo 5 del Patto di Losanna può essere preso come biglietto da visita della “missione integrale” sostenuta da Padilla:

Sebbene la riconciliazione tra persone non si identifichi con la riconciliazione con Dio, né l’azione sociale equivalga all’evangelizzazione o la liberazione politica alla salvezza, sosteniamo tuttavia che l’evangelizzazione e la nostra responsabilità socio-politica siano entrambe parte del nostro impegno cristiano. Entrambe sono espressioni necessarie delle nostre dottrine di Dio e dell’umanità, del nostro amore per il prossimo e della nostra ubbidienza a Gesù Cristo. Il messaggio di salvezza implica anche un messaggio di giudizio su ogni forma di alienazione, di oppressione e di discriminazione e noi non dovremmo temere di denunciare il male e l’ingiustizia ovunque si manifestino. Quando qualcuno riceve Cristo egli nasce di nuovo nell’ambito del suo regno e in questa nuova condizione deve cercare non solo di manifestare, ma anche di diffondere, nel contesto di un mondo malvagio, la giustizia di questo regno. La salvezza che proclamiamo dovrebbe trasformare noi stessi in tutte le nostre responsabilità personali e sociali. La fede senza le opere è morta.

Nelle sue numerose pubblicazioni (soprattutto articoli in spagnolo e in inglese), Padilla ebbe modo di indagare e precisare i contenuti della “missione integrale”. Il suo libro più rappresentativo è Mission Between the Times. Essays on the Kingdom, Grand Rapids, Eerdmans 1985. Una eco in Italia degli scritti di Padilla si può trovare in una serie di articoli su Certezze, la rivista dei GBU, dei primi anni Ottanta:

  • “La parola interpretata” 20 (1980) pp. 9-15

  • “Gesù l’uomo per gli altri” 40 (1982) pp. 4-8

  • “La politica di Gesù” 41 (1982) pp. 4-8

  • “La chiesa come comunità per gli altri” 42 (1982) pp. 2-5 

Negli stessi anni Ottanta la rivista Studi di teologia pubblicava un importante fascicolo su “Regno di Dio ed etica sociale” N. 8 (1981) in cui i temi della responsabilità cristiana olistica rilanciati da Losanna (tramite la “missione integrale” di Padilla) venivano collegati all’eredità del pensiero sociale riformato e innestati in una solida riflessione evangelicale. Ci si può chiedere quale impatto abbiano avuto questi discorsi nella riflessione evangelica italiana. Forse minimo. Un modo per recuperare terreno è di riprendere in mano i documenti di Losanna per un’opera di alfabetizzazione e di ringraziare Dio per il servizio di uomini coraggiosi come René Padilla.


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