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Roma 2030, c’è spazio per l’evangelo?

C’è spazio per l’evangelo a Roma? Il volume di Domenico De Masi, Roma 2030. Il destino della capitale nel prossimo futuro, Torino, Einaudi 2019 è stato al centro di una presentazione pubblica il 28 febbraio 2020 all’ICED di Roma e ha dato luogo ad un’interessante discussione.

La presentazione di De Masi è stata gradevole e affabulatoria, anche se la sua prospettiva atea ed illuminista è emersa. Lui crede nel progresso della ragione umana e quindi tende a svalutare la dimensione religiosa e le comunità di fede. In ogni caso, mi ha colpito quando ha detto, alla fine: "Roma è in cerca di un'immagine, di un'idea, che poi possa essere realizzata". Roma ha accumulato tante immagini di sé, ma oggi tutte sembrano infrante.

Nel corso degli anni, come chiese evangeliche a Roma abbiamo cercato di sviluppare una comprensione "spirituale" di Roma attraverso i suoi "idoli" a cui offrire l'alternativa dell'evangelo. (www.brecciadiroma.it). Abbiamo inoltre iniziato a sviluppare cosa significa avere una vocazione profetica, sacerdotale e regale a Roma e cioè annunciare l'evangelo, essere prossimi a tutti e vivere in modo ordinato ogni aspetto della vita. In più, il nome della nostra chiesa, "breccia", è portatore di un'immagine di una città murata spiritualmente in cui l'evangelo deve trovare delle fessure per entrare. Qualcosa abbiamo fatto e stiamo facendo per sviluppare un'immagine di Roma, ma dobbiamo proseguire ulteriormente per rendere il tutto comprensibile a tutti e comunicabile facilmente. 

L'altro spunto raccolto da De Masi è che una minoranza creativa deve avere una "idea" della città e la deve rendere appetibile alla maggioranza. Qui c'è una grande sfida: quella di comunicare, condividere, coinvolgere, estendere, dialogare, essere in rete, parlare alla città, ai nostri vicini, colleghi, amici, ... La vita della chiesa deve essere "appetibile" per la parola condivisa, per la nostra prossimità, per la vita rinnovata che abbiamo ricevuto. Dio ci aiuti ad essere chiese "vive" in questa città stanca e smembrata. Nella ricerca di De Masi si dice che la religione avrà ancora un ruolo nella Roma del 2030. Ma ci sarà spazio (e quale?) per l’evangelo?


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