Sola Scriptura? In ascolto di Calvino
Dalla Riforma protestante emersero cinque “sola, solus” che ne riassumono le principali convinzioni teologiche. Sono: sola Scriptura (sola Scrittura), sola fide (sola fede), sola gratia (sola grazia), solus Christus (soltanto Cristo), soli Deo gloria (a Dio soltanto la gloria).
I cinque “sola, solus” della Riforma protestante sono tutti fondamentali per una comprensione fedele e accurata del vangelo di Gesù Cristo, ma c’è un motivo per cui il Sola Scriptura viene prima in questa lista. Tutte le verità teologiche riassunte nei cinque “sola, solus” vengono rivelate nella parola di Dio; quindi, l’autorevolezza di queste verità dipende dall’autorevolezza della parola di Dio che le presenta.
Ecco perché i riformatori proclamavano “Sola Scriptura!”: cioè soltanto la parola di Dio è la nostra fonte di autorità assoluta per la comprensione del vangelo di Gesù Cristo.
Perché la Scrittura dovrebbe essere per la chiesa l’unica fonte di autorità assoluta? Vuol dire che non considera altre fonti teologiche? Non considera i Padri della chiesa o i credi antichi, ad esempio? O non ha luoghi di decisione per la vita della chiesa locale?
No. La chiesa apprezza altre fonti teologiche e studia con tanta premura la storia della chiesa e gli scritti di coloro che sono venuti prima di noi e che si sono cimentati nell’interpretazione e nell’applicazione della Parola. Sola Scriptura non vuol dire Solo Scriptura.
Sola Scriptura significa che ogni altra fonte viene misurata e valutata secondo la Bibbia. È soltanto la parola di Dio che può rivendicare l’autorità suprema. Le altre fonti, per quanto riconosciute, sono subordinate.
Certo, la parola di Dio è una fonte di autorità ed è importante per la chiesa, ma non è un’esagerazione dire che soltanto la Bibbia è l’unica fonte di autorità assoluta per la chiesa? Non è vero che fu la chiesa a darci la parola di Dio? La Bibbia non è caduta dal cielo.
Furono uomini ispirati dallo Spirito Santo a scriverla e fu la chiesa a decidere quali libri e quali lettere dovevano essere inclusi in essa, e quali no. Queste sono osservazioni comprensibili, ma c’è un motivo per cui il motto Sola Scriptura divenne parte integrante della Riforma protestante ed è lo stesso per cui continua a definire la chiesa evangelica di oggi.
Nel suo capolavoro, l’Istituzione per la religione cristiana [1], il riformatore francese Giovanni Calvino (1509-1564) fa capire con chiarezza perché il Sola Scriptura è diventato un segno distintivo della Riforma protestante. Nel settimo capitolo del primo libro dell’Istituzione Calvino interagisce con questa precisa domanda che era attuale anche al suo tempo. Con il suo tipico linguaggio franco e diretto Calvino scrive:
Errore comune e assai pericoloso è quello di attribuire alla Sacra Scrittura tanta autorità quanta gliene attribuisce la Chiesa per unanime consenso, quasi la verità eterna ed inviolabile di Dio fosse fondata sulla fantasia degli uomini. Questa è infatti la domanda che fanno, beffandosi della Spirito Santo: chi ci renderà certi che questa dottrina sia proceduta da Dio? Chi ci garantisce che sia pervenuta sana e intera fino al nostro tempo? Chi ci persuaderà ad accettare un libro e respingerne un altro senza contraddizione, se la Chiesa non ne dà la regola infallibile? (Ist. 1.7.1).
Come risponde Calvino a queste legittime domande che ancora oggi vengono discusse? Così:
Questi imbrogli sono rimessi a posto da una sola parola dell’Apostolo allorché afferma che la Chiesa è fondata sugli Apostoli e sui Profeti [Efesini 2,20]. Se il fondamento della Chiesa è rappresentato dalla dottrina che ci hanno lasciata i profeti e gli apostoli, occorre che tale dottrina risulti certa prima che la Chiesa cominci ad esistere.
Non si tratta di cavillare dicendo: sebbene la Chiesa tragga la sua origine e la sua fonte dalla parola di Dio, permarrà, tuttavia, sempre il dubbio riguardo alla apostolicità e profeticità di una dottrina, fintantoché la Chiesa non sia intervenuta. E’ dunque vana fantasticheria attribuire alla Chiesa il diritto di giudizio sulla Scrittura …
Riguardo alla domanda da che cosa e come saremmo noi persuasi che la Scrittura è proceduta da Dio se non ci valiamo della decisione della Chiesa, è come se qualcuno ci chiedesse come facciamo a discernere la luce dalle tenebre, il bianco dal nero, il dolce dall’amaro.
Infatti, la Scrittura è in grado di farsi riconoscere per virtù potente e infallibile, così come le cose bianche o colorate mostrano il loro colore e le cose dolci o amare il loro sapore (Ist. 1.7.2).
Ciò che Calvino sta dicendo è che la testimonianza dello Spirito Santo è più forte di ogni prova. La credibilità della dottrina della chiesa non è stabilita fino a quando non siamo persuasi al di là di ogni dubbio che Dio ne è l’Autore.
Così, la prova più alta della Scrittura deriva in generale dal fatto che Dio in persona parla in essa. I discepoli di Cristo devono cercare la loro convinzione in un luogo più alto delle ragioni, dei giudizi, delle decizioni o delle congetture umane. Cioè devono cercare la loro convinzione nella testimonianza interna dello Spirito.
Come dice Calvino:
Sia dunque chiaro questo punto: riposa sulla Scrittura con ferma sicurezza solo chi è illuminato dallo Spirito Santo. Sebbene essa rechi in sé le sue credenziali per essere ricevuta senza contestazione e senza essere sottomessa a prove o discussioni, tuttavia, essa ottiene il credito che merita per la testimonianza dello Spirito… Illuminati dalla virtù di lui, non più in base al nostro giudizio né a quello di altri, riteniamo la Scrittura essere da Dio; ma sopra ogni giudizio umano riteniamo per certo che essa ci è stata data dalla stessa bocca di Dio, attraverso il ministero degli uomini (Ist. 1.7.5).
La chiesa è certamente centrale nel disegno di Dio per raggiungere il mondo con il vangelo di Gesù Cristo. Ogni discepolo di Cristo appartiene a questo corpo. Ma non è la chiesa a darci la parola di Dio e non può essere così, perché se fosse così la chiesa sarebbe pari a Dio in autorità; anzi sarebbe al di sopra di Dio in autorità perché sarebbe la chiesa a decidere cosa sia la parola di Dio.
La chiesa, invece, deve rimanere sotto l’autorità della parola di Dio. Soltanto la parola di Dio è la fonte di autorità assoluta per la chiesa, altrimenti tutto viene sbilanciato. Ecco perché il Sola Scriptura divenne un segno distintivo della Riforma protestante e rimane ancora oggi un pilastro della fede evangelica.
[1]: Le citazioni sono tratte da G. Calvino, Istituzione della religione cristiana, a cura di G. Tourn, Torino, Utet 1971.