Transizione ecologica. Voci (compresa quella evangelica) a confronto a Ferrara
Il PNRR a forte trazione ecologica. L’alluvione devastante in Romagna. I giovani di Ultima Generazione che imbrattano monumenti storici per attirare l’attenzione. Cosa hanno in comune tutti questi elementi? Non altro se non un interesse per o un richiamo alla transizione ecologica.
Martedì 30 maggio 2023, nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea di Ferrara si è tenuta una conferenza pubblica dal titolo “Transizione ecologica: da dove viene e dove va?”, organizzata dalla locale Chiesa evangelica riformata battista.
L’iniziativa si è inserita in un momento particolare della vita cittadina, a ridosso di eventi che hanno scosso la comunità locale e suscitato dibattiti e polemiche attinenti alla cura del territorio. Stiamo parlando dell’alluvione che ha colpito la Romagna, le cui propaggini hanno raggiunto alcuni quartieri e campagne limitrofe di Ferrara, nonché lo storico Parco Urbano, che ha visto aggravato il bilancio dei danni a causa dei 50.000 fans accorsi nel fango per il concerto di Bruce Springsteen.
Un tema, quindi, della massima attualità che ha richiamato l’interesse del pubblico presente alla conferenza. Alfonso Sciasci ha introdotto e moderato l’incontro, che ha visto i contributi di Gianluca Piccirillo, dell’Istituto di Cultura Evangelica e Documentazione di Roma, autore di diversi studi e articoli sulle tematiche ambientali, e di Alessandro Bratti, Segretario Generale dell'Autorità distrettuale del Fiume Po, docente e ricercatore presso il dipartimento Scienze chimiche, farmaceutiche e agrarie dell'Università di Ferrara.
Entrambi hanno ripercorso le tappe della storia che hanno visto la crescita della sensibilità ambientale nella cultura della gente e nelle istituzioni, Bratti sotto la prospettiva politica e sociale, Piccirillo a partire dai documenti prodotti dal movimento evangelicale (contenuti in Dichiarazioni evangeliche I e Dichiarazioni evangeliche II). Il primo ha evidenziato la pregnanza di concetti quali: crescita, sviluppo, sostenibilità, biodiversità, green deal; il secondo ha ricollegato il pensiero ecologico alle convinzioni più profonde e ha collocato l’argomento nell’ambito della comprensione biblica, articolata sui temi della creazione, rottura, redenzione e restaurazione. Bratti ha espresso chiaramente la difficoltà di guardare al futuro della transizione ecologica, percorso che si è arrestato a livello politico a causa della recente pandemia e poi della guerra, auspicando la crescita di una cittadinanza attiva. Piccirillo ha sottolineato come la buona notizia dell’Evangelo che prospetta una redenzione cosmica può motivare adeguatamente l’agire ecologico. Nel confronto tra i due, sono emersi concetti quali “cura”, “responsabilità”, “redenzione del mondo”, e nelle domande successive dal pubblico si è ampliata la riflessione al discorso della giustizia nell’uso e nella distribuzione delle risorse del pianeta.
Soltanto una visione del mondo che sia coerente con il racconto biblico di creazione, caduta, redenzione e consumazione rende ragione da un lato della bontà del creato, dall’altro del motivo vero profondo della crisi, e dall’altro ancora il rimedio definitivo e completo a cui (anche) il creato tenderà. Ogni “transizione” porta con sé l’istanza del cambiamento. La cultura evangelica, che è anche figlia dell’apertura alla “conversione”, dovrebbe essere attrezzata ad affrontare la spinta a ripensare in termini strutturali ogni aspetto della vita. Sicuramente, c’è il rischio di elevare l’ecologia ad assoluto, ad “idolo” culturale. Anche in questo caso, la cultura evangelica dovrebbe essere portatrice di un’istanza anti-idolatrica che mette in prospettiva ogni elemento della vita creata senza permettere scompensi strutturali.
In conclusione, possiamo dire che l’evento ha sollevato il tema della rilevanza e della scottante attualità della visione biblica del mondo, sperando che l’interesse dimostrato nel dialogo possa andare oltre l’episodicità ma che si apra a una riflessione più ampia e, insieme a questa, ad atti di cambiamento. Gli evangelici vogliono assistere passivi o contribuire realmente?