La cura degli orfani, un appello per tutti

 
la cura degli orfani
 

L’adozione è un tema che mi sta molto a cuore, perché è anche la mia esperienza di vita. Ne sono contenta perché:

  • Come credente sono entrata a fare parte della famiglia di Dio tramite l’adozione

  • Sono una madre adottiva e mi fa molto piacere potere condividere un libro così vicino alla nostra esperienza

  • La presentazione del libro La cura deli orfani rappresenta una bella opportunità per favorire una più ampia cultura dell’adozione tra le chiese evangeliche, dove ogni credente ha sperimentato l’adozione spirituale, ma dove è raro vedere famiglie che adottano.

Il libro La cura degli orfani è uno dei pochi, se non l’unico libro sul tema nell’editoria evangelica. Gli autori sono Tony Merida, sposato con Kimberly. Questa coppia ha adottato quattro bambini dall’Ucraina e un bambino dall’Etiopia. Il secondo autore è Rich Morton, sposato con Denise, con cui ha adottato tre figli.

Si tratta quindi di un libro interamente scritto in contesto americano, per cui ci si potrà identificare per la maggior parte. In ogni caso ci deve stimolare e sensibilizzare verso la cura degli orfani, sia che siamo chiamati in prima persona come famiglie cristiane all’adozione, o come chiesa nel ministero più in generale nel sostegno alle famiglie adottive e nella cura degli orfani.

Il libro parte delle esperienze di vita personali. In un caso si parte dalla sofferenza legata alla sterilità di coppia, e l’accompagnamento di Dio in questo fino ad abbracciare l’esperienza dell’adozione, e dall’altra avere ricevuto una chiamata verso la cura degli orfani così forte, da considerare la propria famiglia come ricevente solo di quella chiamata per la cura degli orfani.

Oltre alle storie delle due famiglie, alle quali aggiungerò anche la nostra, ci sono due sezioni particolarmente importanti. 1.Cosa la Bibbia ci insegna sull’adozione (teologia dell’adozione) che ripercorreremo brevemente, e 2. cosa la chiesa può fare nei confronti degli orfani. 

La chiamata all’adozione
La chiamata arriva in molte forme diverse. Normalmente sentiamo parlare di coppie che hanno ricevuto una diagnosi di sterilità di coppia e quindi hanno compreso l’importanza dell’adozione e la fanno propria. Altri ricevono la chiamata dopo un viaggio o facendo determinate esperienze di vicinanza a contesti di grande povertà, altri sono convinti dalle verità profonde della Scrittura da considerare l’adozione una chiamata irresistibile.

Le storie dei due autori del libro sono molto diverse. Non sono infatti arrivati all’adozione secondo lo stesso percorso. Tony e Kimberly Merida sono stati convinti fortemente e sfidati attraverso la predicazione. Hanno abbandonato l’idea di avere figli naturali e si sono rivolti da subito verso l’adozione e hanno adottato quattro fratelli dall’Ucraina e un bimbo dall’Etiopia. Nella loro famiglia allargata inoltre c’erano state diverse adozioni.

I coniugi Morton invece hanno figli naturali e adottivi. Non solo vivono nella loro famiglia la realtà dell’adozione, ma fanno dell’adozione lo scopo del ministero di Promise 139, un’organizzazione che si occupa della cura degli orfani più grandi.

Poiché anche io sono una madre adottiva, vorrei condividere come siamo arrivati io e Leonardo all’adozione. Entrambi eravamo consapevoli delle verità bibliche sull’adozione, ed anche avevamo avuto in modo indipendente l’una dall’altro delle esperienze di viaggio in alcuni dei paesi più poveri del mondo e di avere incontrato folle di bambini disperati e soli. Non eravamo ancora sposati quando iniziammo a parlarne, ma fidanzati, e sognavamo ad occhi aperti quello che un giorno sarebbe stata la nostra famiglia. Con gioia ci rendemmo conto che entrambi avremmo voluto adottare dei bambini, ma anche avere dei figli naturali. Il Signore ci ha dato un primo figlio “biologico” e un altro che abbiamo adottato a sei anni e mezzo. 

Quindi le storie possono essere molto diverse tra di loro; il Signore usa la sua Parola, nella quale incontriamo la ricchezza del suo carattere, le esperienze che ci permette di vivere, le persone che ci fa incontrare, ed in modo supremo si serve del suo esempio di Padre che ci adotta in Cristo.

Presupposti dottrinali
Dopo avere parlato delle loro personali esperienze di adozione, con le loro attese ed emozioni, gli autori tracciano una piccola panoramica biblica sul tema della cura degli orfani attraverso quattro convincimenti personali.

1. Dio s’interessa di tutte le persone create a sua immagine

Poi Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che striscino sulla terra”. Dio creò l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio, li creò maschio e femmina. Genesi 1,26-27

p.65. Poiché le persone sono fatte ad immagine e somiglianza di Dio, possiedono valore, dignità ed importanza. Il genere umano è il culmine della creazione di Dio, il suo speciale possesso. Di conseguenza, dobbiamo dare valore a ciò cui Dio dà valore ed amare ciò che Lui ama. Dal grembo alla tomba, la dottrina dell’immagine di Dio dovrebbe condizionare il modo in cui guardiamo gli esseri umani”.

I primi cristiani erano conosciuti per come si prendevano cura dei bambini abbandonati, dando loro valore. “Chiunque riceve un bambino nel nome mio riceve me, ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui…Matteo 18,5-6 anche in Marco 9, 36-37

2. Dio ha una particolare attenzione per gli orfani

Studiando le scritture, si nota presto che ci sono delle persone che sono oggetto della particolare cura da parte di Dio: l’orfano, la vedova, lo straniero ed il povero. Dio ha stabilito delle leggi che sono contenute in tutta la Scrittura a protezione di queste persone particolarmente deboli. Dal Deuteronomio alle lettere di Paolo, il richiamo al popolo di Dio di occuparsi di loro è costante.

 “Egli fa giustizia all’orfano e la vedova, […], ama lo straniero e gli dà pane e vestito” Deut, 10,18

“Siate imitatori di Dio, perché siete figliamati da Lui” (Efesini 5,1)

pag. 72 “Anche noi eravamo delle vedove spirituali, prima che Cristo il nostro Sposo ci amasse e desse sé stesso per noi; eravamo stranieri che vagavano senza meta, finché Cristo ci salvò; eravamo orfani, finché il Padre non ci adottò e ci rese fratelli e sorelle del nostro fratello maggiore”.

3. Dio ordina al Suo popolo di condividere la sua attenzione per gli orfani/la vera religione

A questo fine Dio istituisce leggi, invia profeti per riprendere la classe sacerdotale ed il popolo nella loro ipocrisia religiosa o a causa di non avere praticato la giustizia di Dio, al popolo di Dio viene costantemente rammentato quale siano le richieste morali di coloro che non hanno voce.

Noi non sentiamo direttamente gli orfani chiedere il nostro aiuto, ma Dio parla per loro.

“La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo” (Giacomo 1,27)

4. Dio è al 100% a favore dell’adozione. Egli si definisce come il Padre degli orfani

Ricordo alcune adozioni nell’AT

  • Dan e Neftali, Efraim e Manasse furono adottati da Giacobbe (Gn 30,1-13; 48:5)

  • Mosè viene adottato dalla figlia del Faraone (Esodo 2,10)

  • Ester fu adottata da Mardocheo (Ester 2,7)

La dottrina dell’adozione è l’essenza del Vangelo. Non si tratta di un piano “B”, ma del piano “A”. Come leggiamo in Efesini 1,4-5: “In Lui (Dio) ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a Lui, avendoci predestinati nel Suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo, come suoi figli, secondo il disegno benevolo della Sua volontà”.

Cosa può fare la chiesa?
Sono molte le cose che la chiesa può fare nei confronti degli orfani

1. Favorire la cultura dell’adozione a partire dai valori biblici a partire da una cultura dell’accoglienza in senso più ampio. Richiamare gli uni e gli altri a mostrare la giustizia secondo Dio

2. Sostenere i genitori adottivi, quelli che stanno per adottare. Sempre sostenere la genitorialità come progetto all’interno della coppia (mamma e papà), favorire l’accoglienza dei bambini nel nostro mezzo, non allontanandoli ad esempio durante il culto ma accogliendoli, sviluppando anche tutte le altre forme di accoglienza possibili. Diversamente da quello che accade in una nascita oppure anche nell’adozione nazionale, l’adozione internazionale può essere molto molto costosa. La chiesa deve prendersi carico e contribuire, secondo le sue possibilità, negli enormi sforzi economici che la coppia intraprendere nell’adozione internazionale.

3. Sostenere le attività che contrastano la tratta degli esseri umani. Dobbiamo essere consapevole di cosa succede nell’età di transizione per tanti orfani che non hanno una famiglia o un sostegno. L’età di transizione è quel momento molto delicato nella vita di una persona e corrisponde al passaggio dall’età pediatrica all’età adulta. Tanti orfani non avendo prospettive e forme di sostegno, si convincono che la prostituzione sia l’unica forma di indipendenza economica, l’unica via d’uscita. In realtà per la maggior parte di questi bambini non rappresenterà niente di tutto questo, ma sarà una forma di sfruttamento sessuale a vantaggio solo di adulti criminali.

4. Imprenditorialità a favore degli orfani per sostenere la loro crescita sana con vere opportunità di crescere nella conoscenza di Dio e di crescere come persone per non cadere nei pericoli della tratta e della prostituzione. Il libro parla di un ministero che ha questo scopo: Promise 139. Grazie alla imprenditorialità di uomini e donne degli Stati Uniti, si creano risorse per dare opportunità ad orfani più grandi di fare delle esperienze di viaggio, di vivere per un tempo ospiti di famiglie credenti e chiese, di imparare, di conoscere di amare….

Se stai pensando di adottare o ti chiedi cosa puoi fare, ecco alcuni consigli
Prima di tutto prega; chiedi al Signore conferma della sua volontà; prega con il tuo coniuge. Deve essere una chiamata della coppia. Condividi il soggetto di preghiera con la chiesa. Si crei una catena di preghiera intorno a voi.

Mantieni un cristiano realismo. Quando si pensa all’adozione, ci sono di mezzo sentimenti profondi e slanci importanti. Chiedi al Signore di tenere uniti sentimenti, cuore, testa e famiglia. Non essere sentimentale soltanto: l’adozione esporrà a realtà dure, ad esperienze forti, anche a delusioni. Non elevare il bimbo immaginato a idolo. Accetta il bimbo o la bimba che Dio ti dà, anche se non corrisponde al tuo ideale di bimbo o alle tue aspettative.

Non agire in modo impulsivo, ma responsabile. L’adozione è per la vita, tutta la vita. Non è una vacanza e nemmeno solo un’adozione a distanza (peraltro molto valida e da incoraggiare). E’ un impegno per tutta la vita: quindi va ponderato bene.

Non chiederti perché adottare? Ma prima di tutto: perché non adottare? La chiamata per l’adozione forse non è per tutti, ma non è nemmeno per pochi. Dovrebbe essere un’apertura per molte famiglie cristiane. Non pensare che per adottare devi essere perfetto o avere una famiglia modello. L’adozione è per famiglie normali, guarite dalla grazia di Dio ed in cammino verso la maturità. 

(Sintesi di una relazione tenuta in occasione di “Libri per Roma” il 15 giugno 2019 presso l’ICED di Roma)