“Tutto il vangelo da parte di tutta la chiesa a tutto il mondo”. Con questa frase programmatica è stata sintetizzata la teologia del Movimento di Losanna, così come è emersa e si è sviluppata a partire dal Congresso di Losanna (1974) in poi.
Un pezzo del luteranesimo mondiale ha ceduto alla richiesta ortodossa di non menzionare il ruolo del Figlio nella processione dello Spirito Santo.
“Quando il figlio dell’uomo verrà, troverà la fede?” (Luca 18,8). Questa domanda aperta obbliga a farsi domande sull’autenticità della fede e la sua qualità spirituale. Se il Signore dovesse venire oggi, che tipo di fede troverebbe in Europa?
Sapendo che l’identità evangelica non si riduce a meri tratti sociologici. Esiste una base dottrinale comune che accomuna tutti coloro che sono passati da una conversione a Cristo, ricevendo il dono della salvezza per fede soltanto, che ricevono la Bibbia come parola di Dio e riorientano la loro vita per glorificare il Signore.
Nel “correttissimo” Occidente, sta tornando l’inquisizione?
Nell’introdurre i lavori, Gert Kwakkel, presidente della FEET, ha affermato che esiste una “identità” (al singolare) che ci definisce come evangelici. Detto questo, vi sono diversi contesti, storie ed esperienze che colorano l’identità evangelica in un modo variopinto. E’ bene tenere in tensione unità e diversità, valorizzando sia i cardini dell’identità che tengono uniti gli evangelici sia gli elementi che li differenziano.
Da lontano e dall’esterno della chiesa anglicana, è difficile capire cosa stia succedendo. In ogni caso, i processi di disgregazione e riaggregazione hanno subito un’accelerazione impressionante negli ultimi anni.
Se si vuole fare missione cristiana nel mondo, bisogna cercare di capire in quale mondo viviamo e quale mondo vogliamo raggiungere.
Mentre prima Roma aveva violentemente difeso e promosso il suo “vangelo”, ora mischia intenzionalmente il piano social-umanitario con quello teologico-spirituale, svalutando l’unicità della salvezza in Gesù Cristo e annuendo ad un’idea inclusiva di tutti.
“Unire, equipaggiare e fornire risorse ai leader evangelici per rinnovare la chiesa ed evangelizzare l’Europa”. Con questo motto, dal 25 al 29 maggio si è tenuta la 22ma edizione dello European Leadership Forum a Wisla (Polonia) con circa 800 partecipanti da tutta Europa, soprattutto dai Paesi centro-orientali.
Per quanto importante, la politica non ha un ruolo messianico.
Se l’Unione Europea vorrà far crescere la propria influenza e utilità nel quadro politico globale, non dovrà assolutamente escludere dalla propria agenda le sfide della sostenibilità, della solidarietà e della sicurezza.
Quando si avvicinano le elezioni sono in grosse difficoltà. Le dichiarazioni dei vari candidati mi sembrano tanti slogan che non aiutano ad avere un'idea chiara sui loro programmi.
Come evangelici che abitano le città, quale visione di città coltiviamo? C’è un modello biblico che ci ispira, nella preghiera e nell’azione, senza che vada “inventato” da zero?
Nel 1974, infatti, si tenne il Congresso mondiale per l’evangelizzazione del mondo da cui scaturì il Patto di Losanna, il più importante documento evangelico del XX secolo.
Vicino e lontano allo stesso tempo. Dal punto di vista religioso e culturale, il Portogallo ha un profilo simile a quello italiano.
Di cosa si tratta? In pillole di questo: negli ultimi trent’anni è cambiato drasticamente l’atteggiamento della società americana nei confronti del cristianesimo (evangelico).
Con l’aborto in Costituzione la triade francese è impazzita.
Carson è stato a suo modo un “profeta” che, nelle diatribe degli anni Settanta e Ottanta sullo statuto e sull’interpretazione della Bibbia, ha difeso e sviluppato la posizione evangelica classica nel mondo accademico e non solo.
Le elezioni sono sempre un fatto importante: benché spesso si dica che gli equilibri del mondo stanno cambiando, l’America resta una super potenza e quello che succede alla Casa Bianca ha impatto su tutto il mondo.
La libertà religiosa e diritti umani devono essere una priorità sia nelle agende internazionali, sia nelle prospettive locali o nazionali.
È possibile avere un’idea dello stato di salute in cui versa il cristianesimo globale? Delle sue tendenze, delle sue direzioni e delle sfide a cui è soggetto?
Lo Stato italiano ha dato seguito alla direttiva istituendo il Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani per il periodo 2022-2025.
Anche se non esiste un obbligo per prendere posizione su ogni evento pubblico e avere opinioni su tutto (Sal 131,1), ci sembra opportuno sintetizzare qui alcuni elementi della nostra riflessione nei confronti della questione medio orientale come espressione del nostro impegno a pensare e vivere biblicamente ogni ambito della realtà.
Il caso della Räsänen non è il solo di questo genere e la questione non riguarda solo l’Europa. Il confine sottile tra libertà di parola e incitamento all’odio è un campo di gioco su cui la comunità LGBQT+ si sta battendo molto negli ultimi anni cercando di ridefinire i limiti e di ridimensionare drasticamente la libertà fondamentale di parola.
Kampen è un altro esempio di come la formazione evangelica stia cambiando.
La “sindrome di De Luca” è molto diffusa. Essa dice che noi siamo i migliori, i più furbi ed intelligenti. Il problema sono gli altri e per questo vanno denigrati in modo sarcastico. Intanto non molto cambia se non far crescere il tasso di rabbia e di scurrilità del linguaggio pubblico.
Nouwen è figlio del Concilio Vaticano II. La vita e il ministero di Nouwen hanno enfatizzato l'apertura verso tutti e hanno sottovalutato alcuni insegnamenti dogmatici della Chiesa cattolica romana senza condannarli esplicitamente.
Quale pastore evangelico sarebbe critico nei confronti di una spiritualità che cerca di vivere l'intimità con Dio attraverso le discipline della preghiera, della solitudine e del silenzio, del discernimento del cuore, del servizio alla comunità e della missione per Cristo?
Brandizzo è l’Italia, in un certo senso siamo tutti noi: irrequieti, furbi, avidi. Non è solo il problema del capo-squadra, ma dei nostri cuori. Quante Brandizzo viviamo tutti giorni? Non nei suoi esiti tragici, ma nei suoi processi malati?