50 anni di protestantesimo evangelico in Francia. Un dialogo intergenerazionale tra teologi

 
 

Nel 1974 nasceva la Faculté Libre de Théologie Réformée (FLTR) a Aix-en-Provence nel sud della Francia. Sono passati cinquant’anni e molta acqua è passata sotto i ponti della Provenza. E’ cambiato il mondo, è cambiata la Francia evangelica, è cambiata la Facoltà. Infatti nel 2010 la FLTR è diventata la Faculté Jean Calvin, il suo nome attuale, per sottolineare il collegamento con l’eredità della Riforma francese che vede in Calvino il principale rappresentante. 


La Facoltà è stata ed è tuttora uno dei punti di riferimenti teologici dell’evangelismo francese, non solo dell’ala riformata ma della più ampia compagine evangelicale. Nel 2003, infatti, è stata tra i soci fondatori del CNEF, il Consiglio nazionale degli evangelici di Francia, che ha unito sotto la stessa rete l’Alleanza Evangelica Francese e le Assemblee di Dio in Francia, cioè i due principali soggetti dell’evangelismo francese. Oggi il CNEF rappresenta la maggioranza del protestantesimo francese ed è in crescita mentre la Federazione protestante della Francia (di tendenza liberale ed ecumenica) perde pezzi.


A cinquant’anni dalla fondazione, due teologi sistematici che hanno insegnato a Aix (Paul Wells e Pierre Sovann Chauny, l’attuale titolare della cattedra) hanno imbastito un dialogo (in inglese; qui in francese) per riflettere sul percorso svolto e sulle sfide attuali della teologia evangelica francese.


Wells ripercorre l’ideale iniziale di favorire la rinascita del protestantesimo francese grazie alla valorizzazione della tradizione teologica francese di Calvino, Beza, Viret, Turrettini (anche se Turrettini viene rivendicato anche da noi italiani!) che le chiese protestanti dell’epoca aveva diluito sotto il peso del liberalismo teologico. Questo lavoro di recupero dell’eredità riformata avrebbe dovuto essere portato in dote al movimento evangelicale più ampio. Wells ricorda come uno dei fondatori della Facoltà, Pierre Courthial, sperava in un recupero delle chiese protestanti storiche: si illudeva. Le chiese pluraliste, infatti, sono diventate sempre più refrattarie all’evangelo biblico e sempre più intolleranti verso la fede evangelica. Il tanto sbandierato pluralismo è in realtà chiuso all’evangelicalismo. 


Secondo Wells, oggi le chiese liberali sono sotto l’influenza della teologia DEI (diversità, equità, inclusione) e questo, paradossalmente ma fino ad un certo punto, porta a forme di totalitarismo ideologico. Anche gli evangelici sono influenzati dal moloc DEI quando preferiscono la correttezza alla parresia, l’essere carini alla vocazione profetica, il compromesso alla militanza evangelica.


Sovann Chauny sottolinea quale sia il credo secolare della Francia di oggi: un mix di materialismo, iper-individualismo, autoreferenzialità, relativismo … una variante di post-cristianesimo che in realtà assomiglia al pre-cristianesimo pagano. La cerimonia d’inaugurazione delle olimpiadi di Parigi è una rappresentazione plastica dell’ideologia globalista, “sconfinata” (borderless). Più avanti, tuttavia, sostiene che più che la coreografia queer di quella serata è la costituzionalizzazione dell’aborto che è un punto basso della deriva post-moderna della cultura francese.


Qual è la vocazione della teologia evangelica in questo contesto difficile? Per Wells, la grande sfida è ri-scoprire il significato del protestantesimo: la resistenza dell’evangelo in una cultura ostile e il coraggio di tenere alte le istanze dell’evangelo. La teologia evangelica deve nutrire la minoranza evangelica a non pensarsi fuori gioco, ma a coltivare una postura non-conformista. Senza radici bibliche e storiche, l’evangelicalismo rischia di essere risucchiato dalla melassa contemporanea. Sovann Chauny difende l’idea che la teologia riformata possa offrire un ancoraggio confessionale ad un movimento in espansione ma fragile.


La Francia non è l’Italia, ma è tuttavia vicina. L’anno scorso è stata l’occasione per ricordare i 50 anni dalla nascita dell’Alleanza Evangelica Italiana e per suggerire piste di lettura di questi ultimi decenni. In modo parallelo alla Francia, anche in Italia si è avuta negli ultimi decenni una crescita di interesse per la teologia riformata in seno all’evangelicalismo. I processi aggregativi sono stati invece più lenti e ancora timidi. Rimane comune la sfida di accogliere sempre in modo rinnovato e con un senso di privilegio la sfida ad essere protestanti evangelici in Paesi intrisi di cattolicesimo e secolarizzazione.