Alcuni passaggi del Sermone sul Monte sono diventati, infatti, massime utilizzate anche nel linguaggio comune.
Tutti hanno un’idea di cosa significhi la parola cultura. Sebbene le arti ne siano una parte importante, la cultura è un concetto molto più ampio.
C’è un senso più profondo per il quale è possibile celebrare le donne?
Quando soffre la libertà religiosa, tutte le libertà sono compresse se non compromesse.
Sono atei perché rifiutano l’autorità suprema della Bibbia per tutte le sfere della vita, ma qualificano il loro ateismo come “cristiano” perché vedono ancora un certo valore nella Bibbia.
Il dibattito tra scienziati credenti e scienziati atei sul tema si è fatto molto acceso negli ultimi.
È noto che la cultura italiana è povera e scadente quanto a civismo.
Bavinck ci è noto soprattutto come teologo, ma non era così ai suoi tempi, quando tra i riformati olandesi non accademici divenne noto piuttosto come pedagogo.
Le competenze di vita si apprendono vivendo e la vita va oltre la scuola.
Nel mondo della post-verità, i fatti hanno un ruolo marginale e non ci si interroga tanto sul perché delle cose, ma su come le cose ci fanno sentire
Molto meglio sembra recuperare il ritmo biblico di lavoro e riposo...in cui il “crescere e moltiplicarsi” è compensato dal “riposo” e dalla celebrazione del lavoro svolto. Questo non richiede una decrescita, ma una riforma della cultura.
L’ora di religione va ripensata o abolita?
Le sfide per rendere le chiese, le famiglie, le comunità dei luoghi accessibili non solo sul piano spaziale, ma soprattutto culturale, amicale, affettivo e spirituale sono enormi.
Storicamente e tragicamente, l’analfabetismo biblico in Italia è altissimo. Alla secolare ignoranza si è aggiunto lo scetticismo nei confronti della Scrittura.
Le strutture fondative della famiglia e le differenziazioni al suo interno sono ò stabilite dal Creatore e non dalla natura né dalla cultura, e sono descritte nella rivelazione ancora prima delle sue deviazioni. La Bibbia ci offre un catalogo di deviazioni che sono lì a confermare costantemente la bontà del progetto originario divino che abbiamo abbandonato, il fallimento umano nel realizzarlo e il bisogno di redenzione in Cristo per restaurarlo e risanarlo.
Il compito di assimilare, nutrire e praticare un’etica pubblica all’altezza dell’evangelo è tra le sfide più impegnative ed urgenti che l’evangelicalismo ha davanti a sé.
Ma cosa c’entra l’evoluzione con la famiglia, la sua identità e la sua storia?
Il futuro dell’apologetica sarà narrativo, oppure la difesa della fede perderà in rilevanza perché continuerà ad insistere su domande che pochi fanno e a battere su punti che pochi considerano decisivi.
La testimonianza di Ayaan Hirsi Ali merita molta attenzione.
Quante volte gli evangelici italiani sono stati tacciati di essere “strani”, “diversi”, “stranieri”, “non proprio italiani”...Semplicemente, rivendicano il loro essere italiani diversi, diversamente italiani: evangelici italiani.
Ci sono almeno due profili che devono attirare l’attenzione di chi ha a cuore la laicità nel quadro del rispetto della libertà religiosa e del pluralismo confessionale.
Per parte cristiana, lo scienziato e teologo evangelico Alister McGrath, nel suo libro L’illusione di Dawkins (2007) aveva denunciato il fondamentalismo ateo di Dawkins mostrandone i pregiudizi anti-religiosi e l’approccio tutt’altro che scientifico.
Il rapporto tra fede e scienza/e ha scandito la storia del cristianesimo e si trova ad un crocevia sempre nevralgico del pensiero cristiano.
Per quanto acuto sia lo scoramento di fronte alle regressioni attuali dell’Occidente, l’impegno di tenere alta la Parola della vita non deve mai venir meno.
Restano aperte le sfide su come usare i media e su come non essere sopraffatti dall’era della spettacolarizzazione. Il punto di partenza, tuttavia, deve essere la riappropriazione della forza del messaggio del Vangelo: lo spettacolo più bello in assoluto.
Non c’è più tempo da perdere! L’Europa ha bisogno di una nuova generazione di apologeti!
Per trasmettere la fede, non sono né necessari, né utili spazi di privilegio nella scuola statale.
Che l’Italia non sia mai nei primi posti delle classifiche sulla lettura è ormai risaputo. Eppure alcuni dati mostrano tendenze in miglioramento. L’interesse rinnovato nella lettura trova gli evangelici in linea con la situazione generale o li vede come eccezione?
Nessun cristiano può dirsi escluso dal diritto-dovere di imparare come si studia la parola di Dio e, più in generale, dovrebbe sempre ritenersi in un processo continuo di formazione.
Dieci articoli raccontano una piccola storia, ma comunque significativa. Essa incoraggia a investire nella cultura evangelica a cui LC vuole dare voce.