Evangelici, impresa e professioni. Si muove qualcosa anche in Italia?
Negli ultimi anni assistiamo ad un interessante sviluppo d’interesse per il tema del lavoro e delle professioni nel mondo evangelico italiano. La pubblicazione del fascicolo “Buon lavoro”, Studi di teologia – Suppl. N. 18 (2020), il focus del Movimento di Losanna sul lavoro come missione e altri segnali ancora, indicano come il vissuto del lavoro sta diventando una questione su cui si comincia a parlare. A questi segnali va ad aggiungersi il lavoro del CEIP.
Confronto, evangelizzazione, progetti: queste sono le tre parole che compongono la dichiarazione programmatica del CEIP (Comitato Evangelico Imprenditori e Professionisti), delle Assemblee di Dio in Italia, che ha organizzato il primo convegno nazionale a Montesilvano il 19-21 marzo e a cui hanno partecipato circa duecento persone.
Il desiderio del CEIP è di unire e mettere in rete le professionalità che sono presenti nelle chiese evangeliche e di lavorare insieme per progetti comuni. Si tratta di un desiderio ammirevole in un mondo del lavoro sempre più complesso.
Sono cambiati i tempi in cui le chiese evangeliche italiane erano formate prevalentemente da lavoratori dipendenti e da classi popolari. Oggi la loro composizione è fatta anche di professionisti di vari settori, nonché di imprenditori.
La cornice del convegno è stato il capitolo 3 di Neemia, in modo particolare il verso 20 :“Dopo di lui Baruc, figlio di Zabbai, ne restaurò con ardore un'altra parte”. Questo testo ha accompagnato i tre seminari tematici, ognuno dei quali ha toccato un argomento più che mai attuale: stress da lavoro, intelligenza artificiale, crisi finanziaria e aziendale.
Lo stress da lavoro si inserisce nel contesto di un cambiamento sociale che investe imprenditori e ogni comparto della vita dell’azienda. Esso ha effetti sull’organizzazione aziendale, sulle relazioni, sulla struttura in generale dell’azienda. La direzione delle risorse umane, la medicina legale, gli enti di sicurezza sul lavoro, il diritto del lavoro hanno iniziato a lavorare per trattare il tema con cui sicuramente dobbiamo fare i conti.
Nella prospettiva biblica ci sono già metodi e indicazioni su come rispondere a situazioni di stress da lavoro, ovvero la prospettiva di Ecclesiaste 3 e Matteo 6. Si tratta di passi della Scrittura che ci incoraggiano a vivere il tempo responsabilmente e a riposare in Dio. L’approccio, per quanto importante, risente ancora di una dipendenza da versetti e non ancora da una visione biblicamente più complessiva sulle ragioni dello stress e sulle strategie spirituali per affrontarle.
Un altro tema urgente è quello dell’Intelligenza Artificiale, molto spesso vissuto con scetticismo ma che offre una grande opportunità. Con l’IA processi e costi vengono ridotti, quindi un aiuto non indifferente per chi fa impresa. Questo potenziale, tuttavia, deve essere “allineato”, cioè non sovrastare l’attività umana, ma assecondarla, rispettandone i principi etici fondamentali per la dignità umana.
Certamente ci sono anche rischi, però aprirsi al nuovo non è sbagliato, è l’equilibrio si può raggiungere quando la verità della parola di Dio rimane salda perché il principio della scienza è il timore del Signore (Proverbi 1,7). Una riflessione ancorata anche a quella del mondo evangelico internazionale (ad esempio nel fascicolo “Intelligenza artificiale”, Studi di teologia – Suppl. 19, 2021) avrebbe reso ancor più profondo l’approccio cristiano.
Il terzo tema portante ha riguardato la crisi finanziaria e aziendale. È chiaro che l’attività imprenditoriale e lavorativa non va sempre secondo il business plan. Ogni imprenditore può e deve affrontare cambiamenti nel mercato di riferimento, ma come fare? A questa domanda ha provato a rispondere il seminario “Composizione negoziata della crisi”. Si è trattata di un’occasione per conoscere gli strumenti che il nostro contesto italiano e giurisdizionale offre agli imprenditori, e per valutarne i vantaggi e gli svantaggi.
Tre seminari, momenti di lode e la predicazione della parola di Dio hanno fatto di questo convegno un momento ricco di contenuti che certamente hanno incoraggiato i partecipanti a vivere le loro professioni e ogni situazione affidandosi a Dio, che è sovrano su tutto.
Nella sua complessità relazionale, organizzativa, sociale, vocazionale il lavoro può e deve essere rivisto alla luce della Scrittura. Solo così è possibile vivere ed abitare un mondo sempre più ricco e complesso, promuovendo il buon lavoro che dovrebbe caratterizzare ogni cristiano.
E’ importante che il mondo evangelico italiano, in cui sono rappresentate tutte le fasce di età, di classi sociali e di attività lavorativa, dedichi maggiore attenzione alla cultura evangelica del lavoro, per non subirlo né viverlo in modo passivo, ma come occasione per onorare Dio e servire il prossimo.