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Maternità surrogata, mercificazione del corpo umano. Parlano gli evangelici spagnoli

La maternità surrogata è recentemente tornata sotto i riflettori anche in Spagna dopo la notizia della recente maternità della famosa attrice e conduttrice televisiva Ana Obregón. La Obregón (68 anni) ha mostrato sui social media la sua nuova figlia avuta attraverso la maternità surrogata a Miami, una pratica che non è legale in Spagna.

La maternità surrogata è una pratica che frutta milioni di euro nel mondo, nonostante sia molto controversa dal punto di vista etico. È illegale in molti Paesi europei (tra cui l’Italia), anche se altri come l'Ucraina la consentono. Molte persone continuano a rivolgersi ad agenzie straniere per accedere ai servizi di maternità surrogata.

Il gruppo di lavoro sulla bioetica dell'Alleanza evangelica spagnola (AEE) ha pubblicato un importante documento in cui analizza gli aspetti etici della maternità surrogata. Il documento affronta gli aspetti giuridici, sociali, etici, morali e teologici su un tema sempre più presente nel dibattito pubblico. In esso si legge che "molti aspetti della maternità surrogata sono preoccupanti da un punto di vista etico e minacciano i diritti umani, in particolare quelli delle donne e dei bambini".

Sebbene la maternità surrogata sia illegale in Italia, l’argomento all’ordine del giorno è la richiesta di trascrizione nei registri dell’anagrafe dei bambini da parte dei due “genitori” che hanno voluto (preteso?) il bambino e pagato una mamma surrogata. Per ora, il Governo italiano, per bocca del ministro Roccella, ha detto che la trascrizione non sarà consentita. Ciò, di fatto, riconoscerebbe la liceità della maternità surrogata e la incoraggerebbe.

Tornando alla Spagna, gli evangelici iberici sostengono che "questa pratica non dovrebbe essere autorizzata o legalizzata"; chiede che venga considerata come "violenza medica, fisica e psicologica contro le donne"; e chiede che "qualsiasi attività legata all'intermediazione che faciliti l'accesso a queste pratiche in Paesi terzi sia proibita in Spagna".

Allo stesso tempo, chiede che "l'adozione nazionale sia prioritaria rispetto al legittimo desiderio di avere figli, così come "un'alternativa all'abbandono del bambino e al gran numero di aborti che si registrano nel Paese".

Per il documento spagnolo si tratta di una "mercificazione del corpo umano", sia della donna che del bambino, e di una minaccia alla "libertà delle donne, poiché nella maggior parte dei casi sono costrette a vendere il proprio corpo per sopravvivere economicamente". "Ci sono situazioni di povertà e di grande vulnerabilità che il libero mercato sfrutta, quindi lo Stato deve tutelare i diritti fondamentali e garantire la protezione dei più deboli", aggiunge.

D'altra parte, la maternità surrogata "facilita lo sfruttamento delle donne perché la procedura stessa comporta situazioni di vulnerabilità per la donna e il bambino che portano al traffico di esseri umani e alla schiavitù riproduttiva". Inoltre, essa "viola il diritto all'identità dei bambini", che "non potranno sapere chi è la loro madre o il loro padre genetico, né potranno sapere chi è la loro madre surrogata".

Secondo il documento, "alcuni potrebbero sostenere che la maternità surrogata è simile alla donazione di organi, ma questo argomento non è vero. La donazione è un tentativo di ricostruire l'ordine naturale delle cose, mentre con la maternità surrogata questo ordine naturale è intrinsecamente alterato".

L'Alleanza evangelica spagnola si chiede se la maternità surrogata sia un business o un diritto riproduttivo, e afferma che invece di un "diritto", "dovremmo parlare di un "desiderio" di avere figli, o piuttosto di un privilegio di cui solo pochi con potere d'acquisto possono godere, a spese della vulnerabilità delle madri surrogate".

"Questa procedura rivela una grande contraddizione, perché da un lato una donna o un uomo si considerano realizzati quando riescono a realizzare il desiderio di essere madre o padre, ma perché questo sia vero, deve esserci un'altra donna che si aliena rinunciando immediatamente al neonato", lamenta il documento.

"Nella realizzazione di questo desiderio, ci sono persone che lo trasformano nel loro business. Le agenzie che fanno da intermediarie lo fanno a scopo di lucro e sono quelle che traggono i maggiori profitti, poiché si tratta di un mercato molto redditizio".

Secondo l'organismo evangelico, le argomentazioni sociali a favore della maternità surrogata "intendono la maternità come un diritto"; parlano del "sogno" di essere genitori e sostengono la libertà "di fare ciò che vogliono con il loro corpo". I contrari, invece, denunciano "la maternità surrogata come uno sfruttamento del corpo della donna, riducendolo a mero contenitore" e parlano della mancanza del diritto del bambino nato attraverso questa pratica di "conoscere la sua filiazione".

Come si evince, la maternità surrogata solleva così tanti temi importanti e delicati: bene ha fatto l’Alleanza evangelica spagnola a promuovere questa riflessione e a proporla al dibattito pubblico. 


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