ROMAnticismo a Roma, a duecento anni dalla morte di Keats
Quest’anno celebriamo il bicentenario della morte del grande poeta romantico inglese, John Keats, avvenuta a Roma il 23 febbraio 1821. Ma cosa sappiamo delle sue opere? Cosa possiamo imparare oggi sull’amore a Roma e sulla nostra esistenza in base a quello che ci ha lasciato in letteratura? Anche se Keats è morto a soli 25 anni, tragicamente colpito dalla tubercolosi, possiamo trovare incoraggiante il fatto che lui abbia finito i suoi giorni non in solitudine ma in compagnia di altri artisti e poeti, ad esempio: Percy Bysshe Shelley, Joseph Severn e William Turner per citarne alcuni. Infatti, fu Shelley ad invitare Keats a venire a Roma ospitandolo nella sua casa a Piazza di Spagna (adesso Keats-Shelley House) nella speranza che un po’ di sole e la bellezza italiana potessero portarlo a guarigione.
Nato a Londra nel 1795, John Keats, ha seguito il suo dono di artista fino in fondo e le sue poesie sono paragonate alle opere di Shakespeare. Infatti, dichiarò che preferiva passare la domenica mattina leggendo Shakespeare piuttosto che andare in chiesa. Sicuramente così come in un culto domenicale, c’è bellezza anche nei sonetti di Shakespeare che infatti prese tanti spunti dalla Bibbia. Le odi di Keats toccano i temi della mortalità, della mancanza di un aldilà e della capacità umana di cadere.
Keats soffrì molto nella vita soprattutto a causa della sua famiglia: perse molti suoi cari in poco tempo, tanti per tubercolosi. Per dire di più, le sue lettere più commoventi sono state scritte ai suoi fratelli e forse le sue poesie più famose scritte alla fidanzata Fanny Brawne. Esse si concentrano sulla relazione tra la poesia e l’esperienza individuale, la sofferenza umana e lo sviluppo spirituale. Infatti queste opere possono farci ricordare le lettere di Davide nei Salmi in cui Davide esprime tutto il dolore del suo cuore a Dio. La letteratura per Keats non è stata solo un rifugio per un orfano isolato, ma un modo di esplorare la bellezza che può incantare l’immaginazione. Durante la sua vita, i suoi amici hanno ammirato la sua compassione per gli altri e la sua grinta nel lottare per ritagliare un suo spazio negli ambienti letterari.
Nella sua breve vita, Keats è stato romantico fino in fondo. Difatti, ha scritto più di 204 lettere, tante proprio a Fanny Brawne, la sua fidanzata. Durante la sua convalescenza a Roma, lei rimase in Gran Bretagna, perciò lui soffri molto e chiese a Joseph Severn di far sparire le lettere. E’ probabile che Severn non l’abbia fatto, altrimenti non sarebbe stato possibile trovarle oggi. Alcune righe di queste lettere che Keats scrisse a Brawne da Roma sono meritevoli di essere citate:
“Tu sei per me un oggetto intensamente desiderabile. L'aria che respiro in una stanza vuota di te è malsana”.
“Non sono certo di nient'altro che della solitudine dell'affetto del Cuore e della verità dell'immaginazione”.
“Una cosa della Bellezza è una gioia per sempre, la sua bellezza aumenta; non passerà mai nel nulla”.
Anche nella poesia “Ode a un usignolo” che Keats scrisse prima di venire a Roma scrive:
Dove il solo pensare riempie di dolore
E di disperazione le palpebre di piombo,
Dove la Bellezza non può serbare i suoi occhi lucenti,
E il nuovo Amore struggersi per essi oltre un giorno nuovo.
Oggi come oggi, è raro trovare questa espressione dei sentimenti sull’amore e anche una simile trasparenza sulla sofferenza. Certo, ricordiamo le donne l’8 marzo ma vogliamo valorizzarle con lettere o parole d’incoraggiamento anche prima e dopo la festa delle donne? Sicuramente Roma è cambiata e si può dire che sia anche peggiorata nel modo in cui considera le donne.
Nel libro Il narcisismo. L’identità rinnegata, il medico psicanalista Alexander Lowen dice a proposito dei cambiamenti intervenuti tra l’età vittoriana e quella postmoderna: “Oggi circa un secolo più tardi, il quadro culturale si è spostato di quasi 180 gradi. La nostra cultura è caratterizzata da un crollo dell’autorità fuori e dentro la dimensione domestica”. Continua dicendo: “La possibilità di passare da un partner sessuale all’altro è quasi uguale alla facilità con cui ci sposta da un luogo all’altro”. Lowen suggerisce anche che la pornografia impedisce di amare e di esprimere i veri sentimenti. In aggiunta a ciò, Tim Challies nel suo libro Disintossicazione sessuale sostiene che una volta assaggiata la pornografia è difficile poi eliminarla e forse questa è una causa dei problemi relazionali e matrimoniali. Questo declino può anche spiegare il motivo per cui Roma durante la notte venga descritta come un palcoscenico di sesso a cielo aperto.
Allora cosa significa tutto questo? Sicuramente in città tante persone hanno il cellulare pieno di donne/uomini oppure diffondono gli inviti “Netflix e Chill” e ciò indica una società che forse sta soffrendo e non sa neanche amare gli altri. Bisogna sicuramente essere più romantici, ma basta solo quello? Un capitolo nella Bibbia molto romantico che può farci ricordare le opere di Keats è il Cantico dei Cantici. È descritto come “una sorta di rappresentazione teatrale dedicata all’amore”.
Alcune citazioni dal capitolo 1 e 2 sono:
“Come sei bella, amica mia, come sei bella! I tuoi occhi sono quelli dei colombi”.
“Il mio amico è mio e io sono sua: di lui, che pastura il gregge fra i gigli”.
Sicuramente la vita di Keats ha influenzato tante persone e quello che ha scritto ha la capacità di parlarci in modo profondo. Per imparare ad amare, abbiamo però bisogno di leggere la Bibbia e di essere toccati dall’amore di Cristo che guarisce i nostri amori malati e li riorienta a Dio e agli altri.
Note:
Per commemorare il bicentenario, la Keats Shelley House accanto alla scalinata di Piazza Spagna sta celebrando il grande poeta “romanticone” con un’esperienza audiovisiva in cui Bob Geldof racconta la morte di Keats e una mostra di quadri di Nancy Cadogan. Toccante e diciamo romantico è anche il fatto che proprio il 23 febbraio 2021, 200 anni dopo la morte di Keats, il cimitero acattolico a Testaccio abbia ricordato il poeta con la deposizione di un mazzo di fiori e la lettura di sue poesie.