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Accogliere i profughi (III). Le responsabilità profetiche

Accogliere in senso cristiano vuole dire esercitare una responsabilità sacerdotale e regale. A queste due si aggiunge e si intreccia una vocazione profetica, cioè l’impegno di una comunicazione verace e rispettosa del prossimo.

In quanto profeta, Gesù annuncia la verità in modo affidabile del Padre, anche quando essa è scomoda o destabilizzante. La verità di Dio è sempre liberante e di riflesso come chiesa siamo chiamati ad annunciate le verità di Dio, ad istruire, a sfidare ed annunciare con la sua Parola, a evangelizzare, ecc. Avendo come riferimento il testo della Prima lettera di Pietro, questi sono alcuni modi in cui la vocazione profetica della chiesa viene esercitata:

  1. Proclamare le virtù di Dio 
    1 Pt 2,9 Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, poiché proclamiate le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce

    1 Pt. 4,11 Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

  2. Usare bene la lingua fuggendo il male  
    1 Pt 3,10-11 Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra dal dire il falso; fugga il male e faccia il bene; cerchi la pace e la persegua.

  3. Rispondere con rispetto e con una coscienza pulita 
    1 Pt 3,15b-16 Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo una buona coscienza; affinché quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo.

Pensando allo specifico dell’accoglienza cristiana, nel prendersi cura in quanto prossimi e nel lavorare per l’appropriazione dell’ordine di Dio nella vita, la responsabilità profetica deve tenere presente:   

  • Contesto della cultura della vergogna e dell’onore. Le società imperniate sulla cultura della vergogna e dell’onore assumono un forte orientamento di gruppo. L’onore della persona è un valore sociale apprezzabile di fronte alla comunità. Un individuo onorato crea legami armoniosi all’interno della comunità. L’onore e la vergogna funzionano come un valutatore sociale che misura la reputazione di qualcuno. Il prestigio/la realizzazione personale deve sempre andare a vantaggio del gruppo. La vergogna e l’onore sono contagiosi: le azioni di una persona riguardano l’intero gruppo. Le persone che cambiano la propria religione pensano di avere quindi tradito la propria famiglia. Si può rimanere leali a due comunità a partire dal testo in 1 Pt 2,11 dove si parla di due comunità: la comunità terrena e la comunità celeste

  • Attenzione all’uso inappropriato dei social. Anche pubblicare sui social un fatto che mette in pericolo un fratello o una sorella che provengono dall’islam è una proclamazione, in questo caso in senso negativo. Le parole come quelle di 1 Pietro esortano a “trattenere la lingua dal male”.

  • Alcuni strumenti per l’evangelizzazione ed il discepolato: storie, racconti, parabole. Le culture di provenienza dei profughi non europei sono caratterizzate dalla trasmissione orale del sapere e dalla narrazione interpersonale. A questo scopo, oltre al reperimento di Bibbie nelle lingue parlate, possono essere utili strumenti evangelistici come il film Jesus nelle lingue di provenienza dei profighi.

Sitografia (con particolare riferimento all’Afghanistan)

https://afghanbibles.org/ su questo sito si può scaricare la Dari Bible App
https://clcitaly.com per acquisto Bibbie in varie lingue 
https://almassira.org
https://come-follow-me.org  
https://www.jesusfilm.org/index.html (progetto film Jesus)
https://honorshame.com/

Della stessa serie:
“Accogliere i profughi (I). Le responsabilità sacerdotali” (2 maggio 2022)
“Accogliere i profughi (II). Le responsabilità regali” (6 maggio 2022)


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