Perché (alcuni) evangelici sono attratti al cattolicesimo romano?
In termini storici e globali, ci sono più cattolici che diventano evangelici che non evangelici che si fanno cattolici. Eppure ci sono correnti di evangelici che sono attratte al cattolicesimo. Cosa le attrae? Perché? Quali sono i punti deboli dell’esperienza di fede evangelica che diventano attrazioni verso Roma?
Il libro di R.P. George e R.J. Snell, Mind, Heart and Soul: Intellectuals and the Path to Rome, Charlotte, TAN Books 2018, contiene alcune testimonianze di persone che si sono convertite al cattolicesimo in età adulta, alcune delle quali provenendo dalle file evangeliche. Attraverso il racconto di tante storie, permette di cogliere quali siano le questioni in gioco, almeno alcune delle più importanti. Quale “vuoto” evangelico li ha spinti verso il cattolicesimo? Cosa hanno trovato a Roma che non avevano ricevuto prima?
La letteratura di biografie di conversione al cattolicesimo è relativamente ampia. Si veda, ad esempio, il libro di Scott Hahn, Rome Sweet Home (1993), di F. Beckwith, Return to Rome (2009) o il volume curato da D. Beaumont, Evangelical Exodus. Evangelical Seminarians and Their Path to Rome (2016).
Dalla lettura delle testimonianze raccolte da George e Snell emergono alcuni tratti comuni. Si tratta di punti deboli del vissuto evangelico che hanno aperto la strada all’avvicinamento al cattolicesimo. Eccoli in rapida sintesi accompagnati da spunti per farvi fronte.
1. Ecclesiologia debole e scarsa consapevolezza storica
Ogni singola testimonianza sembra indicare un debole sfondo ecclesiologico della fede vissuta. I convertiti descrivono l'evangelicalismo in termini di espressioni ecclesiali evangeliche isolate senza alcun collegamento con una fede cristiana storica e globale. Dalle loro storie non emerge un discepolato intenzionale né una formazione teologica all’interno della chiesa locale. In queste testimonianze, lo studio della storia della Chiesa di solito ha avuto luogo in modo indipendente o attraverso facoltà evangeliche. Nel caso di Beaumont, il suo istituto biblico non offriva nemmeno un corso di storia della Chiesa per studenti di livello universitario, nemmeno come opzione facoltativa! Com'è possibile? La nostra ricerca ha scoperto che molte facoltà di teologia non hanno corsi sul cattolicesimo romano. Il risultato è una generazione di leader evangelici che, come la maggior parte dei convertiti in questo libro, non comprende veramente il cattolicesimo romano.
Cosa è necessario fare nelle nostre chiese per contribuire a far conoscere la storia della Chiesa e il collegamento evangelico con la fede cristiana storica? Aiutare gli evangelici a comprendere e a identificarsi con una fede storica e biblica non dovrebbe essere lasciato solo alle scuole bibliche e ai seminari. Forse potrebbe esserci un riferimento regolare durante i culti non solo ai testi biblici, ma anche a credi storici e confessioni che vanno dal Credo apostolico, alle confessioni riformate come la Confessione di fede di Westminster, la confessione riformata battista del 1689, il Catechismo di Heidelberg, ecc., fino a confessioni evangeliche globali più moderne come quelle del Movimento di Losanna (es. Patto di Losanna). Ciò aiuterebbe a sviluppare un senso di appartenenza storica della fede evangelica, unita ad una più robusta ecclesiologia.
2. Espressioni superficiali e individualiste della fede
Non possiamo ignorare l'influenza culturale consumistica e individualistica americana su coloro che frequentano le nostre chiese. Sfortunatamente, questa influenza culturale può essere vista anche all'interno di molti modelli di chiesa evangelica contemporanea. Molte chiese sono state progettate per offrire un'esperienza, avendo creato mezzi di attrazione in cui il partecipante può sperimentare la propria fede, divertirsi e consumare contenuti religiosi senza essere un membro o partecipare alla vita della chiesa. Ciò consente lo sviluppo di un'espressione di fede superficiale, individualistica e consumistica.
Quando si prende coscienza della superficialità dell'espressione esperienziale della fede che si trova in molte chiese evangeliche, una cristianità che provvede un'esperienza mistica sacramentale radicata in una tradizione antica, storica, globale, e apparentemente unitaria, risulta molto attraente. Inoltre, quando si vede un'apparente mancanza di unità derivante da congregazioni isolate ed introverse, la natura globale, antica e apparentemente unificata di Roma diventa molto attraente.
3. Un'esperienza di chiesa evangelica senza evangelo
Alcune storie riportano esperienze in un contesto evangelico molto legalistico (neo-fondamentalista) che hanno giocato un ruolo nel viaggio verso Roma. Altri hanno sperimentato una forma liberale di protestantesimo, priva di vangelo biblico.
Coloro che sono cresciuti in un contesto più legalistico, sembrano essere stati attratti dalla dedizione della Chiesa di Roma per le sue dottrine storiche mantenute sotto l'autorità del Papa e gli insegnamenti del Magistero. Questo era in contrasto con il menù delle chiese protestanti: "scegli quello che vuoi” o "fai a modo tuo". Questi convertiti hanno trovato conforto in un sistema dogmatico unificato, non democratico e tradizionalista definito dalla Chiesa romana.
Alcuni dei convertiti conservatori sono stati scoraggiati dalla liberalizzazione di molte denominazioni protestanti, che spesso ha portato a scissioni e alla creazione di nuove denominazioni. D’altra parte non sembravano avere alcuna percezione delle divisioni interne al cattolicesimo. Solo una testimonianza, quella di Kirsten Powers, ha condiviso apertamente la sua crisi di fede post-conversione quando ha scoperto una profonda divisione tra conservatori e progressisti all'interno del cattolicesimo.
4. Un’attrazione per la tradizione intellettuale cattolica romana
C'è sempre bisogno di riconoscere i nostri presupposti nella ricerca della verità. Per gli evangelici che si attengono alla dottrina della Sola Scriptura, la Bibbia è il punto di partenza attraverso il quale devono essere esaminate le affermazioni di verità. Questo vale anche quando si leggono i Padri della Chiesa, Tommaso d'Aquino, John Henry Newman, Chesterton, ecc. Non è sufficiente adottare un approccio meramente filosofico, gli evangelici devono adottare un approccio biblico. Quando si tratta di leggere questi antichi giganti intellettuali e i Padri della Chiesa, c'è bisogno di una maggiore valutazione evangelica della storia della Chiesa condotta con un maggiore discernimento e vigilanza teologica.
È come se la fede evangelica precedente non li avesse attrezzati a leggere in modo teologicamente consapevole i testi della tradizione cristiana. La fede vissuta in precedenza non aveva messo nessuna enfasi sul discepolato della mente e sulla necessità della scolarità come esigenza della fede matura.
5. Una comprensione atomistica del cattolicesimo romano
Ogni testimonianza evangelica in questo libro afferma di aver saputo molto poco del cattolicesimo romano prima dell’avvicinamento a Roma. A volte sono evidenti degli approcci atomistici alla comprensione del cattolicesimo, vedendo solo gli insegnamenti di Roma come dottrine isolate che sono in disaccordo con il protestantesimo. Tuttavia, sembra esserci una completa mancanza di comprensione del cattolicesimo romano come sistema teologico integrato. Solo dopo aver attraversato il Tevere alcuni intellettuali riconoscono la natura sistemica del cattolicesimo, dopo aver già rifiutato le dottrine della Riforma che avrebbero minato tale sistema.
Sarebbe interessante condurre un sondaggio per vedere quante delle nostre scuole bibliche evangeliche, facoltà di teologia e centri di formazione missionaria offrono effettivamente corsi sulla comprensione del cattolicesimo romano come sistema teologico. Temo che la risposta sia scadente. Per tutte queste ragioni, non ci stupiamo se Roma diventa attraente. Abbiamo bisogno di nutrire una fede evangelica biblica, storica, ecclesiale, missionaria e globale, creatrice di cultura e di comunità. Se sarà così, il cattolicesimo romano non sarà veramente attraente. Anzi, dietro le sue luci apparentemente scintillanti, si vedranno fitte tenebre.