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Antidoti alla chiesa abusiva. Una conferenza dell’ATI

Pastori abusivi, chiese che legittimano e coprono gli abusi spirituali. Non stiamo parlando di realtà lontane e astratte, ma di pericoli reali. Dal 19 al 21 gennaio l’Accademia Teologica Italiana ha ospitato la conferenza “La Chiesa”, un appuntamento che ha visto la partecipazione di diversi pastori da tutta Italia. Mentre l’anno scorso ha avuto come centro la natura della chiesa, quest’anno il focus era sull’uso e l’abuso spirituale nella chiesa. Si trattava di un tema importante e, nostro malgrado, molto attuale. In un contesto di minoranza come quello italiano, se le abitudini si cristallizzano, se non si incoraggia la formazione, se non si è in rete con altre chiese confessanti il rischio di ritrovarsi sotto guide che abusano della loro autorità è più che mai attuale. Non è facile parlare di questi argomenti delicati, ma bisogna affrontarli mettendo al centro della discussione sfide e opportunità dei responsabili di chiesa. 

Nel primo giorno di lavori il focus è stato sul ritratto del “pastore arrogante”. Un esempio datoci dalle Scritture è Diotrefe (3 Giovanni), che pensa più ai propri interessi piuttosto che quelli del gregge affidatogli. Nel secondo giorno la riflessione è continuata con l’analisi di come il pastore può diventare arrogante e come è bersaglio di stratagemmi di satana, ma che può anche riposare sulla sovranità di Dio. Il libro che ha fatto da sfondo a questo momento di riflessione è stato il libro di Giobbe, attraverso cui è stato possibile riflettere su cosa lo porta all’abuso e come può evitarlo. L’ultimo giorno della conferenza è stato un momento per prendere consapevolezza dell’importanza del ministero pastorale e dell’importanza di essere pastori e guide di chiesa secondo l’esempio lasciatoci dal Pastore Supremo, Gesù (Giovanni 10). È necessario che argomenti riguardanti il ministero pastorale siano trattati perché la guida della chiesa è un compito affidato da Dio, con Dio, per la gloria di Dio! Non si tratta della “mia” chiesa, o di questa o di quella chiesa, ma si tratta del popolo di Dio, della sua salute spirituale, della sua testimonianza. Pertanto, solo un ritorno al modello biblico di pastorato può portare ad una crescita e maturazione della chiesa evangelica italiana. 

Le voci che hanno animato le sessioni sono stato di Johnny Gravino, presidente dell’Accademia Teologica Italiana, e dei pastori Carey Hardy e Paul Lamey. La novità di quest’anno è caratterizzata da un’attenzione particolare alla comunità spagnola a Roma e nel resto d’Italia evidenziata dalla presenza del pastore Melvin Romero dall’Honduras e da due seminari speciali in lingua spagnola. Con il continuo flusso migratorio che interessa l’Europa è importante ricordarsi delle molte comunità etniche presenti in Italia e del loro bisogno di chiese sane che possano raggiungerle. Particolare attenzione quest’anno è stata data al “Laboratorio di musica” che ha preceduto la conferenza stessa. La musica informa le menti e i cuori della chiesa ed è perciò una necessità importante delle guide essere sicuri non solo che chi guida la musica sia caratterialmente approvato secondo gli standard divini ma che anche la musica cantata serva lo scopo affidatogli da Dio: l’incoraggiamento e l’edificazione attraverso la proclamazione della verità, perché la teologia va cantata!

L’appuntamento è per l’anno prossimo, dal 18 al 20 gennaio 2024 per continuare la discussione sul ministero pastorale e approfondire il tema della sofferenza: “Mi compiaccio nella disciplina di Dio: non perdersi d’animo quando il popolo di Dio soffre”.


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