Art(e)vangelo (V). Il Colonnato del Bernini

 
 

Non c’è turista che, visitando Roma, non si diriga in Piazza San Pietro e che non si metta al centro del Colonnato per vederlo sparire dietro una sola colonna. L’opera iconica è stata oggetto di un tentativo di lettura evangelica di opere d’arte nel contesto dell’ultimo incontro di Art(e)vangelo organizzato dall’ICED di Roma

Per quanto maestosi e iconici siano il colonnato del Bernini e il progetto di Piazza San Pietro, in realtà, queste opere seicentesche sono da considerarsi solo un piccolo tassello di un progetto artistico e culturale ben più ampio figlio della cultura del suo tempo. Con la chiusura del Concilio di Trento, nel 1563, non solo ogni possibilità di riconciliazione con il mondo riformato era andata perduta, ma la scelta di Roma fu quella di rispondere in modo reazionario e severo. 

La chiesa romana non si occupò solo di revisionare la liturgia, di sottolineare i punti dottrinali divergenti da quelli della Riforma e di adottare una postura più rigidi. I Papi successivi al Concilio si occuparono di portare avanti una Controriforma che si imponesse pesantemente sul piano culturale. In questo contesto, l’arte fu uno dei primi strumenti a rientrare nella voglia della chiesa di Roma di contrastare l’eresia da un lato e di affermare la propria supremazia, il proprio potere e la propria superiorità, dall’altro. L’arte divenne il primo campo in cui intervennero contemporaneamente, e uno a sostegno dell’altro, la censura minuziosa e il controllo totale dei contenuti. 

Dopo i sussulti degli artisti rinascimentali che avevano provato ad esprimere anche la loro visione della fede e la loro spiritualità, in alcuni casi anche sfiorata dalle idee protestanti che iniziavano ad essere espresse in Italia, con l’inizio del nuovo secolo, il ‘600, soprattutto la città di Roma, conobbe una cesura netta e un nuovo corso soprattutto nell’arte. Plasticamente si può visualizzare questa retrocessione proprio nella Cappella Sistina dove Michelangelo esprime la sua spiritualità, e dove la Controriforma arriva a censurare i nudi promulgando un pesante intervento di correzione dell’opera. 

È in questo contesto che nasce l’arte cosiddetta barocca che, prima di essere un movimento artistico, è un movimento culturale, di pensiero ed estetico che si serve dell’arte per diffondere la nuova visione del mondo emersa dal Concilio di Trento. La Roma barocca è il contesto in cui il cattolicesimo è impegnato ad affermare l’assolutismo papale, l’idea della Chiesa come centro, madre, dispensatrice di grazia e a combattere l’eresia o il dissenso in modo coercitivo attraverso l’Inquisizione, e in modo censorio con L’Indice dei Libri proibiti. La Roma barocca è la Roma in cui Giordano Bruno viene arso vivo a Campo dei fiori e Galileo è costretto ad abiurare le proprie idee scientifiche nel contesto di questo stretto controllo culturale esercitato dalla Chiesa.

La Roma barocca è d’altro canto, un cantiere a cielo aperto: i papi che si susseguono infatti, sono determinati a trasformare il volto della città. Ogni pellegrino e visitatore che arriva deve avere l’impressione che la chiesa sia trionfante. Le famiglie nobiliari strettamente legate alla curia, fanno a gara per accaparrarsi gli artisti migliori e contribuire alla costruzione di cappelle, chiese, monasteri e per allargare, ingigantire e impreziosire i propri palazzi da cui esercitare il potere per poter influenzare i collegi cardinalizi. 

L’arte quindi diventa barocca, eccessiva, articolata, teatrale, spettacolare per puntare all’emozione del fruitore e coinvolgerlo emotivamente. È un progetto di propaganda ben articolato per persuadere le persone, più che a credere, ad aderire fermamente al modello romano di cristianità. 

È in questo contesto che il giovane Bernini, nato a Napoli nel 1598, considerato successivamente massimo esponente del Barocco, arriva al seguito di suo padre. Gian Lorenzo Bernini è un artista a tutto tondo e ha un talento indiscutibile e smisurato e ben presto supera suo padre. Dipinge, scolpisce, scrive opere teatrali e dà il meglio di sé in architettura. Le sue capacità vengono notate sin da subito e proprio grazie al mecenatismo delle famiglie nobiliari si trova a lavorare direttamente per la curia quando Maffeo Barberini, suo primo mecenate, divenne papa. Le opere a lui commissionate furono innumerevoli e il suo genio fu il braccio operativo della macchina propagandistica della Controriforma. 

La commissione del Colonnato di San Pietro nel 1655 da Papa Alessandro VII (al secolo Fabio Chigi) fu l’apice di un percorso tutto teso a rendere grandiosa e magnificente la chiesa cattolica e il papato agli occhi degli spettatori. In questo senso, lo stesso Bernini, prima ancora di disegnare il progetto del Colonnato ne sottolineò la sua importanza simbolica. Nelle sue parole “La chiesa di San Pietro, quasi matrice di tutte le altre doveva aver un portico che per l’appunto dimostrasse di ricevere a braccia aperte i Cattolici per confermarli nella credenza, gli Eretici per riunirli nella Chiesa, e gli infedeli per illuminarli alla vera fede”.

E così, dal genio del Bernini, con un cantiere lunghissimo, un dispiego enorme di risorse economiche uscì un’opera impareggiabile che però racconta un’ecclesiologia deviata rispetto al messaggio biblico. 

Il pellegrino errante, piccolo rispetto alla grandiosità del divino, dal quale è lontano e sconnesso, trova nell’abbraccio della madre chiesa l’unica possibilità di mediazione. La chiesa ha la capacità di dispensare la grazia meritata dalle opere dei santi che svettano in 162 statue sopra al Colonnato e che mediano tra il cielo e la terra. Dio è invisibile e inaccessibile ai sensi, ma la chiesa e i santi sono visibili e mediano la grazia di Dio tramite i sacramenti e le intercessioni dei santi. Si tratta di un messaggio ancora attuale nella comprensione cattolica e che non smette di affascinare chi da questo abbraccio si sente accolto.

Si può dire che il Colonnato del Bernini esprime l’abbraccio cattolico di Roma molto meglio di tanti libri di teologia. In questo senso Bernini è stato anche teologo. La teologia del Colonnato dice che tutti sono inclusi dentro le braccia materne della chiesa. Uno può essere a destra o a sinistra, davanti o dietro, in posizione centrale o marginale, ma tutti sono inclusi nell’abbraccio. Si può dire, allora, che senza un’esegesi teologica del Colonnato è difficile capire la cattolicità del cattolicesimo.

Della stessa serie:
“Art(e)vangelo (I). Una bussola biblica per l’arte” (26/1/2024)
“Art(e)vangelo (II). L’arte e la Bibbia in un libro di Francis Schaeffer” (23/2/2024)
“Art(e)vangelo (III). Arte e cristianesimo nella storia” (20/3/2024)
“Art(e)vangelo” (IV). Il Giudizio Universale di Michelangelo” (16/5/2024)