Calvino e le Beatitudini a Roma
Era il lontano 1559 quando Giovanni Calvino, oramai pastore in pianta stabile a Ginevra da 18 anni, decise di cominciare una serie di predicazioni sui Vangeli di Matteo e Luca. Dopo aver predicato sistematicamente su quasi tutti i libri della Bibbia, prediligendo Isaia (353 sermoni) e le lettere di Paolo (426 sermoni), gli era parso il momento opportuno per riprendere in mano i due Vangeli ed esporli alla chiesa. Ciò che non sapeva è che da lì a pochi anni avrebbe forzatamente dovuto interrompere la serie per problemi di salute che lo avrebbero portato alla morte nel 1564.
A proposito di quest’ultima fatica, in occasione di Libri per Roma, iniziativa dell’Istituto di Cultura Evangelica e Documentazione, il 10 febbraio è stato presentato il volume pubblicato dalla casa editrice Passaggio nel 2022 sui sermoni predicati da Calvino sulle beatitudini (Matteo 5-12 e Luca 6:20-26). Valerio Mungai, pastore della Chiesa evangelica Koinonia, ha esposto il contenuto dei quattro sermoni tradotti dal francese, sottolineando la loro profondità teologica, semplicità espositiva e praticità tangibile. Inoltre, fin da subito ha giustamente enfatizzato il loro contesto storico, segnato da persecuzioni e uccisioni a danno di coloro che professavano la fede protestante. Il cuore pastorale di Calvino sapeva che i suoi confratelli avevano bisogno di confidare nelle parole del Signore. Con la morte che bussava alle loro porte giornalmente, i ginevrini dovevano continuare a riposare nella speranza della fede.
Contro ogni logica umana, i veri beati erano loro, perché appartenenti al Signore. Calvino mette in risalto la dicotomia tra il fedele e l’empio. Le logiche del regno di Dio sono diverse da quelle dell’uomo. La visione biblica del beato è in netto contrasto con la visione mondana dello stesso. Il credente è beato in virtù delle promesse di Dio in Cristo Gesù, l’empio cerca la beatitudine lontano da Dio, finendo per condannarsi ed essere condannato dal Signore. Dietro a quel velo di agio e potere non troverà né pace né riposo. L’eredità della terra non gli appartiene; quest’ultima è stata promessa al credente, il quale ne gode già da ora e né godrà per l’eternità in comunione con Dio.
Calvino comprende bene che la vita cristiana è un cammino, dove per mezzo della santificazione impariamo a progredire nella conoscenza di Dio. Ne consegue che la rivelazione di Dio si comprenderà completamente alla meta, quando il Signore Gesù tornerà per giudicare i vivi e i morti. Perciò non indugia in speculazioni andando oltre la rivelazione data della parola di Dio, ma dispiega completamente ciò che trova nelle Scritture, confutando possibili comprensioni erronee e atteggiamenti non conformi ad esse con esempi chiari, semplici da capire e ben articolati.
Due sono le domande che sorgono leggendo le prediche del pastore ginevrino. Primo, Calvino non si ferma ad esporre la Scrittura in modo vago senza un rimando alla cultura circostante. Egli è al corrente della realtà e non rifugge da essa, ma cerca di equipaggiare i credenti per affrontare la vita di tutti i giorni. Egli vede ciò che lo circonda con gli occhi di Dio e invita i suoi ascoltatori a fare altrettanto. D’altronde, Calvino invita i credenti a vivere concretamente la loro fede nella terra che è stata loro promessa. Il rischio è che i credenti evangelici si mettano in disparte rispetto alle questioni del dibattito pubblico anziché intervenire con l’equipaggiamento della Parola. I sermoni predicati oggi si confrontano con la realtà o rifuggono da essa?
Secondo, la chiesa del tempo, nonostante le persecuzioni della chiesa romana, continuava a crescere. I credenti erano rinvigoriti dai sermoni predicati da Calvino e dagli altri pastori e, pur di testimoniare la fede in Cristo, erano pronti a morire. Oggi l’Europa sta subendo una persecuzione di diversa natura, probabilmente ancora più mortale. Siamo così tanto assuefatti e saziati dai nostri idoli del benessere che abbiamo paura di perderli a causa del Vangelo. È forse per questo che non vediamo una crescita esponenziale della chiesa di Cristo?
Altre potrebbero essere le osservazioni e le domande da fare, ma ci fermiamo qui, sperando che i sermoni in questione possano essere letti e assimilati in prima persona. Dalla caricatura di un Calvino freddo, rigido e spietato si verrà a conoscenza delle vere caratteristiche di questo uomo di Dio: appassionato di Dio, amante e proclamatore instancabile della Parola e servitore zelante della chiesa di Cristo.
Prossimo appuntamento di “Libri per Roma”: sabato 6 aprile 2024, ore 18.30. Daniela Angelucci, “Non tutto, né niente. La paradossale verità dell’immagine fotografica”, Agalma (2022). Incontro con l’Autrice, docente di Estetica all’Università Roma Tre. Introduce Linda Acunto, fotografa. Per informazioniqui.