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Charlotte Mason (III). Una passione per la formazione dei genitori

A poco più di quarant’anni d’età e dopo quasi vent’anni d’insegnamento nelle classi e di formazione degli insegnanti Charlotte Mason tenne le famose lezioni di Bradford (1885-86), rivolte a un pubblico di madri, le quali confluirono nella sua prima opera pedagogica Home Education, con lo scopo di fornire le madri di tutti gli strumenti e le conoscenze necessarie per svolgere il loro compito con dignità e consapevolezza.

Il lavoro pedagogico seguente di Mason continuò ad avere la famiglia ed entrambi i genitori come soggetti della sua particolare attenzione (Parents and Children è il titolo della sua seconda opera). Bisogna riconoscere una notevole sensibilità in questo suo tratto. In veste d’insegnante non sposata e senza figli, Mason avrebbe potuto concentrare tutto il suo interesse sulla scuola e sulla figura del maestro. Al contrario, dimostrò di mantenere fede ai propri presupposti e di saperli articolare in una visione dell’educazione coerente. Per Mason i genitori hanno un ruolo centrale e primario nell’educazione dei bambini. La famiglia è e rimane oggetto di continuo incoraggiamento e dibattito, perché, più di ogni altra cosa essa “determina il carattere e la corsa dell’uomo o della donna futuri. Essere genitore è una cosa degna di nota: non c’è onore, o dignità da comparare a essa. I genitori anche di un solo bambino possono accarezzare ciò che si rivelerà essere una benedizione per il mondo” (Home Education).

Per Mason i genitori hanno ricevuto direttamente da Dio la chiamata ad un compito profetica a essere prima di tutto «rivelatori della conoscenza di Dio ai propri figli» precisando la necessità di fondare le loro vite sulle verità vitali ed equipaggiarli a conoscere e affrontare la realtà e il dubbio e a saper rispondere alle ansietà, alle domande e alle controversie del loro tempo, “aperti alla verità, per quanto nuova sia la luce che si presenta, e salvaguardati dall'errore mortale.” (Parents and Children)

Le lezioni di Bradford e le opere successive esponevano un metodo educativo che a partire dalle verità bibliche (le quali per Mason sono auto-evidenti e non necessitano dimostrazioni) riconosce le conoscenze scientifiche circa la natura e i bisogni generali dell’infanzia come “rivelazioni” dell’opera generale di Dio le quali ci aiutano a delineare le responsabilità parentali durante i tre stadi della vita dei figli (childhood, school-life and young maidenhood).

L’aura sacramentale che attorniava la famiglia in epoca vittoriana aveva reso la casa un santuario impenetrabile, impedendo ai genitori di ricevere aiuto e sostegno nel difficile e delicato compito di educare i bambini. Mason intendeva la famiglia come soggetto politico decisivo nell’educazione delle future generazioni e riconosceva alla donna e alle relazioni profonde intrattenute tra le mura domestiche un ruolo preponderante nella soluzione alla crisi sociale e religiosa del suo tempo. I figli non sono, dunque, un possesso privato e la famiglia non è il fulcro d’interessi personali; essa oltre ad essere il luogo ideale per la formazione integrale del singolo, è anche il luogo in cui si prende a cuore il bene della propria nazione.

Il supporto ricevuto dalle famiglie e da personalità influenti suscitò presto in lei l’idea di fondare una libera associazione di genitori quale strumento più adatto a raggiungere quante più persone possibile. Nacque così la Parents’ Educational Union con lo scopo di studiare le leggi dell’educazione così “come esse incidono sullo sviluppo corporeo, sulla formazione morale, sulla vita intellettuale e sull’educazione religiosa dei bambini” per diffonderle tra genitori e insegnanti e tra tutti coloro che condividessero la passione per l’infanzia.

Mason considerava necessario essere consigliata da persone degne di stima (leaders of thought) alle quali inviò lettere di presentazione dei principi e dei metodi ricevendo critiche e consigli. In breve tempo raggiunse Londra dove il successo fu tale da incoraggiare Mason a compiere un passo ulteriore: la creazione di una rivista, il Parent’s Review, che diffuse l’iniziativa sul piano nazionale, stabilendo a Londra nel 1890 il comitato nazionale della Parents National Educational Union.

L’interesse pedagogico di Mason non si fermò al compito dei genitori ma si estese fino alla scuola ma secondo un’idea ben precisa dei rapporti tra i due. Eccola: “…l’educazione famigliare deve precedere l’istruzione scolastica, andando avanti simultaneamente con essa, e seguendola. Ovviamente è della massima importanza che l’educazione del bambino sia caratterizzata in ogni parte da unità di scopo, così che non possa esserci sforzo inutile. Un altro grande tentativo dell’Unione sarà di assicurare unità e continuità di educazione, dando ai genitori e agli insegnanti di agire sulla base di principi comuni” (Parent’s Review, Vol. 10, 1899).

La costituzione di un comitato di genitori partiva da questo presupposto fondamentale: il dovere dei genitori non è solo individuale, esso costituisce anche una chiamata comunitaria per il bene della nazione. L’isolamento e l’indifferenza non possono caratterizzare la famiglia se non come enorme danno sia nazionale sia personale. L’Unione dislocata in comitati territoriali aderiva a tre principi: (1) una confessione di fede comune come base di lavoro; (2) l’impegno per lo studio nei quattro settori dell’educazione (fisico, mentale, morale e religioso); (3) e la partecipazione di genitori di ogni classe sociale.

Nel 1897 la PNEU era già costituita da 38 sedi locali (tra Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda) seguita da richieste dall’Olanda, dal Giappone, dalla Russia e dall’Australia per inaugurare la PNEU in questi paesi, oltre che lettere personali di apprezzamento e simpatia per il lavoro svolto dall’associazione e persino la domanda di un principe Indiano d’America di poter tradurre in tre dialetti nativi l’opera Home Education.

Tra le altre, è riportata la volontà di una donna italiana, la “Signoria de Agostina” di lanciare l’idea attraverso le riviste del settore, nella speranza di avviare un distaccamento locale anche in Italia. Non si hanno fonti che indichino il successo di questa iniziativa in Italia, ma di certo oggi non manca anche in Italia una certa attenzione per la formazione delle famiglie. C’è da chiedersi quale sia il ruolo delle famiglie evangeliche in tutto questo. L’impegno di Charlotte Mason ci offre l’opportunità di riflettere: che ruolo vogliamo avere nel sostenere le sfide e le responsabilità della famiglia oggi? Vogliamo investire in formazione e istruzione?  Siamo disposti a operare in unità d’intenti per il bene delle famiglie, delle chiese e del nostro Paese? 

Della stessa serie:
“Charlotte Mason (I). Un passato oscuro illuminato da Cristo” (15/3/2023)
“Charlotte Mason (II). Influenze provvidenziali” (11/4/2023)


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