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Chi può debellare il crimine degli stupri?

Gli episodi di stupro, compiuti da singoli o da gruppi di minorenni, ben definiti branco, diventano sempre più frequenti. Ultimamente la cronaca ha parlato più volte dello stupro di gruppo avvenuto a Palermo e di quello del Parco Verde di Caivano, cittadina dell’hinterland di Napoli. A rendere ancor più aberranti queste situazioni è il constatare che talvolta si tratta di episodi perpetuati nel tempo ed anche con la complicità a vario titolo di genitori. In occasione del primo episodio indicato è stata intervistata la criminologa Roberta Bruzzone (Informare, settembre 2023). Bruzzone evidenzia che la tematica è di tipo culturale, a meno che non sussistano disturbi della personalità o posizioni psichiatriche conclamate da parte dei soggetti coinvolti in questi tragici eventi. 

Cosa si intende per tematica culturale? Viene detto che il primo ambito da esaminare è il vissuto nella famiglia. Esso si riversa nella società nella forma di comportamenti violenti i quali, quando miscelati con alcool e droga, appaiono falsamente più sensazionali per gli autori ed ancor più mortificanti per l’abusata. Si tratta di azioni gravissime. Secondo Bruzzone a questi comportamenti deplorevoli soggiace il modello patriarcale della famiglia che trasmette l’idea che la donna sia un oggetto da utilizzare come si vuole ed al quale non si attribuisce il valore che merita. 

In questo brodo velenoso nasce la cultura dello stupro, il revenge porn, ovvero la condivisione non consensuale di materiale intimo, la violenza di genere. Il vissuto sociale riflette ciò che si è appreso in famiglia e dalla cultura. Da più parti è suggerita la necessità di lavorare sui modelli educativi e sulle relazioni tra i generi. Secondo Bruzzone e non solo, è in questo ambito che bisogna lavorare per realizzare una riforma del clima culturale esistente. L’inasprimento delle pene e la repressione non appaiono essere sufficienti per il superamento del problema, ma dovrebbero fungere da deterrente. 

Evidentemente c’è bisogno di qualcosa più radicale e sistemico. Si parlava del ruolo della famiglia. Giusto. E’ da rilevare che anche la famiglia, purtroppo, è sotto attacco su più fronti. Non è sana né la famiglia patriarcale né quella matriarcale. Nella società globalizzata, priva di valori assoluti ed impregnata di relativismo, possono individuarsi dei parametri utili? Già le famiglie sono “malate” e bisognose anch’esse di riorientamento.

Poi la scuola. Certamente i modelli educativi appresi passano dal percorso scolastico. La scuola è pronta ed attrezzata a trasmettere modelli di relazione sani e a contribuire a formare ragazze e ragazzi che vivano i loro rapporti in modo rispettoso?

Poi ci sono le altre comunità di vita: i gruppi di amici in carne e ossa e social, i gruppi sportivi, i doposcuola, le associazioni ricreative, le chiese, i centri di aggregazione. Quanto ognuno di queste comunità contribuisce a formare la cultura giovanile e quanto esse sono portatrici di devianze varie? Poi ci sono le istituzioni dello stato: servizi sociali, comune, polizia, … Anche loro hanno un ruolo. Sono sempre all’altezza? 

L’elenco potrebbe continuare. Il punto è che, mentre è giusto sottolineare il ruolo della famiglia nel modellare un sistema di valori e nel praticare il rispetto delle persone, caricare la famiglia soltanto di tutte le responsabilità è riduttivo. La piaga degli stupri è figlia di molte madri e di molti padri e qualcosa di profondo va spezzato per contrastarla e per contrapporle una cultura diversa. 

La visione cristiana si fa carico della complessità della vita e non ha ricette semplicistiche da proporre. Quando gli evangelici del XVI secolo parlavano di “riforma” secondo l’evangelo, non si riferivano solo alla necessità della conversione personale a Cristo o al ritocco della spiritualità, ma anche al riorientamento di tutta la vita secondo l’evangelo di Cristo: lavoro, famiglia, scuola, politica. In altre parole, l’evangelo tocca tutto e cambia tutto. Inoltre, l’evangelo educa a guardare ai problemi cercando di vederne il cuore e annunciando un Salvatore e Signore che va al “cuore” dei problemi. E’ dal cuore malato che nasce ogni tipo di male (Marco 7,21-22), tra cui lo stupro.

La grazia comune può intervenire per attenuare gli effetti del peccato e quindi è giusto chiedersi come la famiglia, la scuola, le istituzioni, le chiese, ecc. possano e debbano collaborare per debellare la piaga degli stupri. E’ solo la grazia speciale del Signore Gesù a toccare il cuore delle persone e il cuore del problema. 






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