Comunione, confessione, costruzione: l’agape delle chiese CERBI
“Comunione, confessione, costruzione”. Con queste 3 C ha preso il via l’agape (nel gergo evangelico: un incontro conviviale tra credenti) delle Chiese evangeliche riformate battiste in Italia (www.cerbi.it). Dopo due anni di sospensione causa pandemia, è ripresa infatti la benemerita iniziativa annuale che da quasi venticinque anni punteggia la vita di queste chiese.
In una splendida giornata primaverile, più di 300 partecipanti (alcuni provenienti da altre chiese evangeliche) hanno riempito il Cinema Adriano di Roma, piazza Cavour, per celebrare un culto con testimonianze, canti e la predicazione della Parola e poi, dopo un pranzo al sacco, animare un corteo di preghiera e testimonianza che, partendo da piazza Cavour, si è dipanato per le strade di Prati sino alla sede della RAI (viale Mazzini) e concludersi ai giardini di Castel Sant’Angelo. In ognuna delle tappe si sono avuti momenti di preghiera mentre il corteo è stato caratterizzato da canti gioiosi (“Non c’è Dio grande come te”: un classico dell’innologia evangelica contemporanea) e da una festosa processione.
Come si è detto, le tre parole riassuntive sono state: comunione, confessione e costruzione.
“Comunione”: l’agape è stata una giornata in cui sono state apprezzate in modo rinnovato le relazioni tra credenti in Gesù Cristo e tra chiese evangeliche sorelle, specialmente dopo le restrizioni degli ultimi anni. La comunione può essere vissuta come un legame interpersonale a livello locale soltanto, ma l’agape è un momento nella vita delle chiese in quanto sorelle e fratelli in quanto “popolo” (non solo i responsabili, non solo alcuni suoi rappresentanti, ma tutti i membri) si incontrano per rinsaldare la comunione nell’evangelo. Chiese dal Trentino alla Sicilia, passando dalle regioni centrali, si sono date appuntamento a Roma, alcune delle quali viaggiando durante la notte in pullman e treni per vivere questo appuntamento. La fede evangelica crea legami solidi tra persone e tra chiese, spingendo i credenti a vivere la comunione anche in eventi di popolo che riflettono una fede personale e comunitaria, ecclesiale ed inter-ecclesiale, locale e nazionale (e oltre). Ciò non vuol dire vivere la comunione in modo idealistico: nel corso dell’agape, infatti, ci sono stati momenti di testimonianza in cui le varie chiese rappresentate hanno raccontato le sfide e le opportunità che stanno vivendo, non nascondendo le criticità e non presumendo di avere tutte le risposte, ma coltivando la fiducia nella sostenibilità dell’opera del Signore nei percorsi delle chiese.
“Confessione”: l’agape del 25 aprile è stato anche un test di confessionalità. La fede evangelica è spesso vissuta in modo intimistico ed introspettivo, magari con forme di comunicazione social ma debole sul piano dell’identificazione in un progetto di vita confessante e spiritualmente ambizioso. L’agape è stata una giornata in cui la professione della fede evangelica è stata onorata con l’annuncio della Parola sul trionfo di Cristo (1 Corinzi 2,14-17) e con atti di testimonianza pubblica davanti alla Corte di Cassazione (la più alta corte dell’ordinamento giudiziario italiano), la RAI (la principale agenzia culturale) e Castel Sant’Angelo (di fianco al Vaticano), pregando per una breccia dell’evangelo in ognuna di queste sedi. La confessionalità evangelica tiene unite la spiritualità e la cultura, la fondazione di chiese e l’incoraggiamento di tutte le vocazioni, la visione per la crescita personale e l’interesse per l’impatto dell’evangelo in tutte le sfere della vita, anche quelle istituzionali. In contesti di minoranza, è importante popolare l’immaginario evangelico anche di eventi ecclesiali e “pubblici” come questi quando centinaia di persone camminano insieme in corteo di preghiera per il consolidamento e per l’espansione della testimonianza evangelica.
“Costruzione”: una delle particolarità delle agapi delle chiese CERBI è di collegare l’edificazione fraterna ad occasioni di testimonianza pubblica dell’evangelo. In modo particolare, quest’anno l’agape ha voluto incoraggiare l’imminente avvio del progetto di fondazione di una nuova chiesa evangelica nel quartiere Prati. Per questa ragione, l’agape è stata tenuta fisicamente in questo quartiere. Durante il culto al Cinema Adriano è stata presentata una lettura spirituale del quartiere Prati. Esso sorge letteralmente “all’ombra del Cupolone” e l’influenza della religiosità cattolica è pervasiva, così come è forte l’altra influenza culturale determinata dall’anima risorgimentale anti-clericale: dopo la “conciliazione” operata dal fascismo, il quartiere ha trovato una forma di coesistenza tra queste due anime “cattolica” e “secolarizzata”, plasmando una forma di catto-secolarizzazione che riempie la vita delle persone. La RAI, nella sua programmazione radiofonica, incarna questa mescola di elementi religiosi e secolari che costituisce l’humus culturale preponderante. La fondazione di una chiesa evangelica in questo quartiere non potrà non tenere conto di questa realtà spirituale e testimoniare profeticamente la verità dell’evangelo, incarnare regalmente l’ordine di Dio e vivere sacerdotalmente la prossimità verso le vite rotte delle persone. I partecipanti all’agape hanno pregato per la fondazione della chiesa e dato visibilità alla presenza evangelica nel quartiere.
Anche per tutte queste ragioni, l’agape del 25 aprile è stata forse l’evento evangelico più significativo a Roma nel 2022.