“La chiesa non è mai fiorita senza scuole” (Calvino). Un seminario per rilanciare questa verità
Molti credenti evangelici si chiedono cosa fare per far crescere la chiesa. Idee, strategie e iniziative di ogni tipo vengono proposte per innescare dinamiche di crescita. Spesso, tutte queste idee “innovative” dimenticano una lezione della storia che è scritta nel DNA della fede cristiana: “la chiesa non è mai fiorita senza scuole” [1]. E’ un dato storico ed è un dato biblico. La chiesa cristiana e la scuola cristiana vanno a braccetto. Dove avanza l’una, cresce anche l’altra e viceversa. Il Signore Gesù, infatti, prima di salire al cielo, lasciò ai suoi discepoli anche un incarico di tipo educativo: “Andate…insegnando loro” (Matteo 28,19-20). Se questo è vero, non ci si deve stupire se la mancanza di crescita della chiesa sia anche da collegare alla scarsa sensibilità nei confronti della scuola e, più in generale, della responsabilità educativa cristiana.
Per porre questo tema all’attenzione di famiglie, chiese e opere evangeliche, il Seminario “Famiglie che educano. Sfide e opportunità per un ruolo da riscoprire”, a cura dell’ICED in collaborazione con il Comitato Insegnanti Evangelici in Italia, nasce dalla consapevolezza di dover far fronte a tre sfide.
La prima sfida è di riappropriarsi della responsabilità educativa. È essenziale che le famiglie evangeliche riprendano in mano il tema dell’educazione sempre più spesso delegato e deciso da altri (su tutti: lo Stato). Quando la famiglia cristiana e, per estensione, le chiese evangeliche delegano “in bianco” allo Stato l’educazione, si creano problemi seri per tutti. Ce ne rendevano conto ieri quando la scuola statale voleva insegnare la religione cattolica a tutti gli studenti non rispettando la laicità dello Stato; ce ne rendiamo conto oggi quando la scuola statale vuole insegnare ai ragazzi a vivere identità “fluide” considerandole “normali”. La scuola statale presume di vivere in un mondo senza Dio e vuole formare le persone a vivere senza Dio. Come può crescere la chiesa se nel delicato processo dell’educazione viene trasmessa una visione del mondo contraria alla Parola di Dio? Spesso le famiglie evangeliche sono demotivate, sfiduciate, non preparate, sopraffatte da mille e più questioni da dimenticare che tra le loro responsabilità primarie sta proprio l’educazione in casa e in percorsi più strutturati. Similmente, le chiese sono talvolta ingolfate da tante attività da trascurare di sostenere le famiglie a rispondere alla vocazione di essere “famiglie che educano” secondo i principi dell’evangelo.
Il Seminario “Famiglie che educano” vuole incoraggiare tutti a riappropriarsi delle responsabilità che il Signore ci ha donato, senza facili proclami ma con realismo cristiano nutrito dalla speranza in Dio.
La seconda sfida è di essere una testimonianza cristiana nella situazione educativa attuale. In Italia siamo ormai assuefatti da una certa cultura della delega e della remissività. Il mondo della scuola ci sembra così complesso e confuso da scoraggiare qualsiasi coinvolgimento. Ciò vuol dire essere vigili nelle scuole dei nostri figli, prendere posizione quando si presentano ingerenze, oppressioni e ingiustizie nei confronti delle famiglie, non solo le nostre. Ma vuol dire anche essere propositivi e creativi, promotori di una voce evangelica nella scuola, cercando di interagire e dialogare con altri soggetti educativi e con le autorità.
Il Seminario “Famiglie che educano” è anche un’occasione per confrontarsi su come essere “sale e luce” nelle scuole oggi, come aiutare i nostri figli a confrontarsi con le sfide che vivono a scuola, come favorire la partecipazione di genitori evangelici alla vita della scuola e come sostenere gli insegnanti credenti nel loro lavoro in un contesto pluralistico.
La terza sfida è di sviluppare pedagogia e scuole evangeliche. Volendo sottolineare il ruolo fondamentale dell’istruzione nella missione, il predicatore evangelico A.W. Tozer affermò che diffondere tra i pagani un cristianesimo degenerato e moribondo non è adempiere al comandamento del Signore. Per lo stesso motivo la fondazione di scuole è stata una delle prime preoccupazioni civili della Riforma protestante. Imparare a leggere e scrivere dava finalmente accesso alla Bibbia e in tal modo la scuola preparava la strada e apriva le porte all’annuncio dell’Evangelo, ma era anche più di questo. La scuola diventava il luogo di una nuova cultura che apriva gli occhi degli uomini e delle donne a considerare, come affermò Van Til, che tutte le questioni e gli ambiti della conoscenza umana sono sotto la direzione dell’onnipotenza e dell’onniscienza di Dio e che perciò si può imparare a pensare i pensieri di Dio dopo di Lui. La scuola è il luogo di trasmissione di una visione del mondo che è insita nelle trame della realtà che viene studiata: storia, geografia, lingua, biologia, matematica ecc., sono intrise della visione biblica del mondo oppure delle filosofie dominanti, religiose o secolari che siano. E come possiamo insegnare alle giovani generazioni ad amare Dio “con tutta la nostra mente”, dal momento che impariamo a pensare la realtà senza Dio e in modo indipendente dalla sua rivelazione? L’impegno per la fondazione di scuole evangeliche non è un moto di “reazione” né di “ghettizzazione”, ma è la risposta alla nostra responsabilità educativa che la Bibbia ci consegna.
Il Seminario “Famiglie che educano” è l’occasione anche per pensare al futuro: alla creazione di scuole cristiane e, nel frattempo e in vista di questo obbiettivo di lungo termine, di attivare forme di impegno evangelico in centri estivi, dopo scuola, attività sussidiarie alle famiglie.
“La chiesa non è mai fiorita senza scuole”. La Riforma protestante fu all’origine di un immenso sforzo di educazione e di istruzione, il cui principale strumento è stato la fondazione di scuole accompagnato da una riforma della famiglia. Se desideriamo vedere una riforma nel nostro paese dobbiamo cominciare ad investire seriamente su famiglia e scuola. Il Seminario “Famiglie che educano” è uno strumento semplice per cominciare a farlo.
Per informazioni e contatti:
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[1] G. Calvino, Actes De Ratisbonne (1541) in Opera Calvini, t. V, col. 625, https://archiveouverte.unige.ch/unige:650.