L’altra metà della chiesa. Dieci ritratti femminili in duemila anni di storia

 
 

La storia della chiesa è stata fatta (anche) dalle donne. La storiografia della chiesa (cioè la ricostruzione della storia della chiesa) tende a privilegiare il ruolo degli uomini e a sottostimare il contributo delle donne. Ad esempio, si parla giustamente dell’importanza dei “padri” della chiesa, meno di quello delle madri. C’è una disciplina intera dedicata alla “patrologia” (gli scritti dei Padri), ma non esiste lo studio della “matrologia”. Senza per questo sposare le tesi del revisionismo femminista o degli studi storici di genere, è un dato di fatto constatare lo sbilanciamento della storiografia verso il maschile e la necessità di prestare maggiore attenzione all’importanza del femminile nella storia della chiesa.

Anche per queste ragioni, la presentazione del volume di Rachel Ciano e Ian Maddock, Ten dead gals you should know, Fearn, Christian Focus 2023, tenuta a Roma il 14 giugno nell’ambito dell’iniziativa “Libri per Roma”, merita di essere segnalata. La co-autrice del libro, Rachel Ciano, è docente di storia della chiesa presso il Sydney Bible and Missionary College (Australia) ed è stata una delle relatrici alla sesta edizione del Rome Scholars and Leaders Network che si è svolta dal 12 al 15 giugno. Da notare che l’anno scorso, Ciano aveva efficacemente presentato a Roma il volume Ten dead guys you should know di cui questo sul contributo femminile è il seguito.

Dieci donne che dovresti conoscere. Chi sono queste donne? Ovviamente, la selezione a sole dieci personalità è riduttiva ma inevitabile per un’opera divulgativa come questa. Sono dieci ritratti che collegano biografie appartenenti a tutte le epoche della storia della chiesa, da Maria la madre di Gesù a Corrie Ten Boom, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti. La lista include Perpetua (martire del secondo secolo), Caterina da Siena, Jane Grey (regina d’Inghilterra per soli nove giorni e poi martire protestante), Anne Hutchison (teologa dissidente in epoca puritana), Anne Dutton (scrittrice e corrispondente del predicatore George Whitefield), Selina Contessa di Huntingdon (benefattrice protestante), Catherine Booth (co-fondatrice dell’Esercito della Salvezza) e Gladys Aylward (missionaria in Cina la cui storia è confluita nel film La locanda della sesta felicità).

Come si evince molte delle donne raccontate nel libro appartengono alla storia moderna ed anglosassone, non molto conosciute al di fuori del contesto anglo-americano. Mancano riferimenti a donne africane, asiatiche e latino-americane. Per il Medioevo, inoltre, la scelta di Caterina da Siena, mistica e tutta dentro il cattolicesimo romano del tempo, appare discutibile per un libro evangelico. D’altra parte, ogni scelta comporta delle inevitabili esclusioni. Per integrare ed ampliare il ventaglio dei profilo del periodo della Riforma, un utile compendio è rappresentato da Ronald Bainton, Donne della Riforma, vol. 1 e vol. 2.

Nel corso della presentazione, Ciano si è soffermata in modo particolare su Maria di cui ha offerto un ritratto biblico, così diverso dalla “Maria della chiesa” che è diventata un altro personaggio. Maria è una testimone della storia della chiesa e non quella donna idealizzata e gonfiata a cui sono stati attribuiti i titoli che sono di Gesù Cristo (regina, avvocata, mediatrice). Toccante è stata la rievocazione di Jane Grey, cugina di Edoardo VI e decapitata nella Torre di Londra da Maria Tudor la “sanguinaria”.

Senza le donne, la storia della chiesa sarebbe impensabile. Il volume di Ciano e Maddock apre una finestra sull’altra metà della chiesa invitando tutti a celebrare il Signore per il contributo delle donne alla testimonianza dell’evangelo nel corso dei secoli e a valorizzarne il servizio nella chiesa di oggi.