Il neo-calvinismo. Alla scoperta di una tradizione evangelica antica e moderna
Fino a pochi decenni fa il neo-calvinismo somigliava a un tipico canale olandese sbarrato da una diga linguistica. Ad attingere direttamente dalle sue acque, primariamente creatisi grazie ad Abraham Kuyper (1837-1920) e a Herman Bavinck (1854-1921), erano solamente gli autoctoni, coloro legati alla terra d’origine (ad es. Geerhardus Vos e Cornelius Van Til) e quei pochi che pur di beneficiare della ricchezza intravista erano riusciti a domare i venti della lingua e riportare in patria gli insegnamenti acquisiti (ad es. Auguste Lecerf).
Mentre questa prima fase è stata in gran parte superata grazie al meritevole lavoro di traduzione in inglese (e successivamente in altre lingue) dei principali testi della suddetta tradizione, ora ci troviamo a vivere un’altra tappa: una maggiore sistematizzazione concettuale della teologia neo-calvinista. Ritornando alla metafora, la diga teologica è stata aperta, il canale delle traduzioni è defluito, ora che il corso d’acqua ha cominciato a scorrere stabilmente, si è vista la necessità fisiologica di inquadrare il fenomeno, studiarne le origini, individuarne le caratteristiche portanti, riconoscerne gli affluenti e provare ad applicare le nozioni acquisite alla foce del mondo contemporaneo.
Il volume di Cory Brock - N. Gray Sutanto, Neo-Calvinism. A Theological Introduction, Bellingham, Lexham Press 2022, pp. 320, cerca di colmare alcune di queste lacune. Va però precisato che nel corso degli anni sono stati pubblicati libri di stampo simile. È infatti d’uopo ricordare, ad esempio, la recente introduzione di Craig G. Bartholomew, Countours of the Kuyperian Tradition, Downers Grove, IL, InterVarsity Press 2017. E non bisogna dimenticare, come fanno i nostri autori, i vari studi che si focalizzano su ambiti cari alla tradizione in questione, come quelli inerenti alla visione del mondo, alla filosofia cristiana, alla cultura e alla teologia politica (per i dettagli bibliografici si veda Neo-Calvinism, p. 3).
Nonostante ciò, i nostri autori, cioè Brock, ministro e professore di teologia a Edimburgo e Sutanto, professore di teologia sistematica al Reformed Theological Seminary di Washington DC, ormai riconosciuti a livello internazionale come principali promotori del neo-calvinismo, hanno notato la mancanza di un libro che analizzasse approfonditamente i pilastri teologici del neo-calvinismo.
Ecco allora la nascita di un’opera necessaria come Neo-Calvinism. A Theological Introduction. I titoli dei capitoli paiono essere stati pensati per comunicare già da subito l’organicità e le varie tensioni positive caratterizzanti la tradizione neo-calvinista: Calvinismo e neo-calvinismo; Cattolico e moderno; Rivelazione e ragione; Scrittura e organismo; Creazione e ri-creazione; Immagine e caduta; Grazia Comune e il vangelo; La chiesa e il mondo.
Scritto facendo soprattutto uso delle fonti primarie, l’obiettivo dei nostri autori è quello di, per riprendere le parole di Bavinck, “essere radicati nel passato e impegnarsi verso il futuro”. Difatti, nonostante l’opera possa definirsi di carattere storico-teologico, l’ambizione degli autori è che attraverso lo studio di una tradizione passata ma tuttora rilevante, i lettori possano acquisire la perspicacia biblico-esegetica e l’istinto teologico-filosofico che caratterizzò i due teologi olandesi così da poterli applicare, mutatis mutandis, alle questioni biblico-teologiche, culturali, filosofiche e politiche contemporanee.
In particolare, sono tre le capacità che secondo Brock e Sutanto dovrebbero essere emulate: essere in grado di mantenere una tensione positiva tra l’ortodossia biblica e la modernità (così da non rischiare da una parte il conservatorismo bigotto e dall’altra il progressivismo liberale disancorato dalla verità biblica); evitare dicotomie e polarizzazioni manichee, ma nutrire una visione olistica dell’intera realtà governata dall’unico vero Dio trino; riconoscere e coltivare la cattolicità del cristianesimo, ampliando i propri orizzonti e coltivando una visione più ecclettica, coscienti della variegata ricchezza delle culture e tradizioni che popolano il mondo, in contesti variopinti e con sfide differenti.
N.B. Questo articolo è comparso come recensione al libro di Brock e Sutanto su Studi di teologia N. 72 (2024).