Se il predicatore è ChatGPT
C’era da aspettarselo. Prima o poi sarebbe accaduto, E’ da mesi che si parla delle opportunità e dei rischi di ChatGPT, il software d’intelligenza artificiale (IA) che, tra l’altro, è in grado di elaborare testi “originali”. Dalla scuola al giornalismo, dalla politica all’avvocatura, l’IA può produrre materiali credibili, anche eccellenti e che possono superare in qualità e nel rapporto tempi-costi ciò che gli esseri umani sono in grado di fare. Non poteva mancare anche l’uso ecclesiastico di ChatGPT.
Ed ecco che in un incontro della chiesa luterana tedesca (di cui riporta Repubblica il 10/6) non solo il sermone è stato scritto da ChatGPT, ma anche la voce e l’ologramma che lo hanno predicato appartenevano ad un avatar apparso su uno schermo. Così, di qua dallo schermo c’erano 500 persone reali, sedute, convenute per il culto; di là dallo schermo c’era l’IA. I discenti erano umani, i docenti erano artificiali. Il gregge era composto da uomini e donne, il pastore era un algoritmo. Si tratta oggettivamente di un salto verso l’abisso.
Già, in epoca di pandemia, con le restrizioni imposte agli incontri di persona, il dibattito sulla predicazione digitale si era ravvivato. Poi con la zoomizzazione dei culti, si è iniziato a parlare di celebrazioni virtuali accessibili da remoto, Cene del Signore amministrate in modalità cyber e trasferimento su piattaforme digitali dello spazio d’incontro della chiesa. Ancora ci dobbiamo riprendere dalla sbornia di zoom, mentre alcune chiese tuttora arrancano nel fare i conti con la dispersione conseguita. Una nuova ecclesiologia è emersa: fluida, liquida, dispersa, connessa ma non viso a viso.
Ora, il confine si è spostato ancora: è all’IA che si è affidata una delle responsabilità centrali della conduzione della chiesa: la predicazione. Nel culto tedesco di cui parla Repubblica, si è dato in appalto a ChatGPT non solo la teologia, ma anche l’omiletica. Un testo è stato elaborato e una voce l’ha predicato. Il punto è che anche i pastori e i predicatori “umani” possono essere sostituiti da algoritmi. Siamo sicuri di voler andare in questa direzione?
E’ evidente che, per quanto aperti si possa essere all’uso dell’IA, si deve sviluppare un’etica del limite dell’uso della tecnologia. Non sono sicuro che la società in quanto tale possa o voglia farlo per altri usi. E’ giusto lavorare a codici deontologici, ma ci saranno sempre soggetti disposti ad andare oltre, a contravvenire quanto statuito e a spostare il confine in avanti.
Potrebbe la chiesa evangelica decidere di adottare un codice interno che aiuti a trattare ChatGPT in modo virtuoso, sottoponendolo a revisione ogni tot anni? Per esempio, un organismo come l’Alleanza evangelica mondiale potrebbe stilare un impegno da sottoscrivere che aiuti le chiese a sviluppare una cultura aperta alla tecnologia, ma non schiava di essa?
La tecnologia è diventata pervasiva nella vita delle chiese. Sembra che oggi non si possano fare i culti senza proiettori, video, aria condizionata, app, telefonini in mano, ecc. Tutto bene, nella misura in cui tutto ciò avviene dentro le coordinate della fede cristiana e facilita la testimonianza. Ma siamo sicuri che oggi ChatGPT predicatore e pastore non metta in discussione la compatibilità delle sue applicazioni con i fondamenti della vita cristiana e con la natura della chiesa?
Il culto in Germania è figlio di una disarmante mancanza di discernimento che appare “cool”, ma che comporta l’inizio di qualcosa di radicalmente diverso dalla fede una volta e per sempre tramandata ai santi. E’ sempre difficile stabilire confini, ma una sorta di “rubicone” sembra essere stato attraversato. Prima di vedere l’irreversibile e assumere atteggiamenti solo difensivi, non sarebbe il caso di mettere dei paletti?
P.S. Nel riportare la notizia, l’articolo di Repubblica parla ancora di “messa”. Ma i giornalisti italiani non sanno che i culti delle chiese protestanti non sono “messe” e che “messa” è la celebrazione propria della Chiesa cattolica romana? Forse anche ChatGPT lo sa e scriverebbe un articolo senza questo strafalcione ….