Sex. Un programma di servizio pubblico?

 
 

Se la serie di articoli sul libro di Carl Trueman, Strange New World. How Thinkers and Activists Redefined Identity and Sparked the Sexual Revolution  (2022), può sembrare troppo complicata, filosofica, staccata dalla realtà, ecco servito un esempio molto vicino. Al Tg3 delle 19:00 del 7 agosto, ad esempio, è stato presentato il nuovo programma Sex previsto nella seconda serata di domenica. Se ci chiediamo in che senso la rivoluzione sessuale abbia cambiato la nostra società e in che senso il sesso sia diventato politico e affare di pubblico dibattito, basta imbattersi nella programmazione della Tv di stato italiana.

Sex è un “un programma con Angela Rafanelli che in sei puntate ci porterà ad esplorare la sessualità e tutte le sue sfaccettature”. Nel servizio di Margherita Ferrandino la presentatrice esordisce dicendo: “Sex è un programma necessario. Un programma di servizio pubblico. Perché il sesso ha un ruolo centrale nelle nostre vite”. La corrispondente prosegue: “tutto quello che vorremmo scoprire sul sesso ma che non osiamo chiedere lo possiamo scoprire con Sex che ci accompagna in un viaggio alla ricerca della felicità, con la consapevolezza che il sesso è parte della vita, della nostra natura, cultura e più lo si conosce lontano dai pregiudizi e sovrastrutture e più ci si educa al rispetto degli altri”. 

“Parlare di piacere e dare voce alle emozioni è oggi necessario per evitare fenomeni di violenza” dicono alcuni ospiti intervistati. E ancora: “In studio le domande dei ragazzi a cui saranno date risposte esplicite con naturalezza per informare ed imparare senza timori a conoscersi di più”. A concludere questa lunga lista di luoghi comuni contemporanei ci pensa Drusilla Foer, già conduttrice del Festival di Sanremo 2022 e paladina dei diritti LGBQT+: “Bisogna parlarne liberamente come si parla del tempo o del calcio”.

Il programma si prefigge di insegnare le parole giuste per evitare che si generino frustrazioni e sofferenze che creano voragini che portano anche ad azioni violente. Vuole essere un modo per fare prevenzione!

Ovviamente la grafica del programma prevede lo scorrimento di strisce di tutti i colori a simboleggiare le varie bandiere dei diversi orientamenti sessuali e la raffigurazione stilizzata di donne e uomini colorati un po' rosa e un po' azzurro. L’ideologia che sta dietro l’accattivante grafica è già tutto un programma che indica che una trasmissione sul sesso non può essere neutrale per niente e non ha a che vedere con la salvaguardia della salute dei giovani. 

Una riflessione, tra le altre, s’impone. La RAI, la Tv di stato, pretende di mascherare dietro una presunta azione di servizio pubblico una lettura imposta e dogmatica del sesso, della sessualità, dell’emotività e delle relazioni, dimenticando del tutto la sua responsabilità di dare voce ad un mondo plurale e non solo ad una voce: quella politicamente corretta oggi.

In effetti la RAI ha sempre avuto difficoltà a rappresentare il Paese nelle sue sfaccettature e nel dare spazio e voce a minoranze che non rientrassero nel modello cattolico-secolare imposto dai suoi palinsesti. Mentre la vicinanza alla cultura cattolica ha una presenza fortissima nello spazio televisivo, contemporaneamente i palinsesti si sono adeguati alla galoppante ideologia neo marxista (o comunque “progressista”) promuovendo una visione del mondo che risponde al dogma della fluidità, della presunta libertà e della fittizia apertura.

Che la RAI proponga una nuova lettura del sesso non è da ritenersi una conquista della libertà, ma della sostituzione o meglio ancora di un affiancamento a letture imposte e non neutrali. Dalla visione cattolica a quella secolare senza mai aprirsi ad un vero pluralismo: questa sembra essere la “gabbia culturale” entro cui la RAI si arrabatta. 

La cultura evangelica, benché non rappresentata dalla RAI, ha una sua proposta per l’universo della sessualità. Ecco alcune risorse utili.

Aa.Vv., “Mascolinità e femminilità”, Studi di teologia NS XIV (2002) N. 28; AaVv, “Omosessualità”, Studi di teologia –Suppl. N. 2 (2004); AaVv,“Unioni civili”, Studi di teologia – Suppl. N° 12 (2014); AaVv, “Post-umanesimo”, Studi di teologia – Suppl. N. 14 (2016); John Stott, “Unioni omosessuali?”, Tempi di restaurazione (2010/2) pp. 12-20; AaVv, “Genere/Gender”, Studi di teologia – Suppl. N. 13 (2015).

https://www.locicommunes.it/articoli/omosessualit-transessualit-queer-tutto-dipende?rq=gender

https://www.locicommunes.it/articoli/omotransfobia-una-preoccupazione-e-una-proposta?rq=gender

https://www.locicommunes.it/articoli/il-gender-unideologia?rq=racca