Taccuino australiano (II). Cosa significa dare “priorità all’evangelo”?
Partecipare ad una conferenza missionaria permette di entrare nell’orizzonte missiologico di chi la propone. Visto che stiamo partecipando a cinque conferenze consecutive organizzate dalla stessa agenzia missionaria, l’occasione è da cogliere con ancora più incisività. Dal 4 al 23 gennaio siamo ospiti della Christian Missionary Society d’Australia e abbiamo l’occasione di essere parte di speciali settimane missionarie a Brisbane, Sydney, Tasmania, Melbourne e Adelaide. Il programma delle conferenze riflette i valori che la CMS intende veicolare nel suo modo di praticare la missione.
La figura del quadrilatero sembra essere un’efficace illustrazione della missiologia promossa. I quattro lati della missione CMS sono: 1. priorità dell’evangelo, 2. impegno a lungo termine, 3. collaborazione con le chiese/opere locali e ove possibile sottomissione ad esse, 4. stile di vita cruciforme. Più in dettaglio, abbiamo raccolto gli spunti seguenti sul primo dei lati del quadrilatero della missione: la priorità dell’evangelo (gospel priority).
Sembra essere un’ovvietà per una missione evangelica, ma non lo è. C’è sempre il rischio di confondere la priorità dell’evangelo e sostituirla con lo specifico servizio che viene offerto, sia esso il ministero tra gli studenti, le diaconie verso i rifugiati, opere sociali, ecc. Nella missione uno può essere così concentrato sul proprio campo di lavoro da perdere la visuale che è l’evangelo il motivo della missione ed il suo parametro di riferimento. La CMS interpreta la priorità dell’evangelo nel senso di mantenere un fuoco sulla centralità della Bibbia, la necessità di promuoverne la lettura, in vista della conversione e della santificazione. I missionari CMS incarnano questo tipo di priorità: qualunque attività svolgano è l’interazione con la Bibbia a tu per tu, in gruppi, nella predicazione ecclesiale, ecc. il loro punto forte. Non a caso sono interpreti della tradizionale enfasi sullo studio biblico, la teologia biblica e la predicazione espositiva propria dell’evangelismo australiano. Non stupisce che molti di loro siano poi impegnati nel ministero tra gli studenti in varie nazioni, in primis nella rete IFES. Alcuni sono impiegati in chiese (non solo anglicane) e nell’insegnamento in scuole bibliche, ma la maggior parte è integrato nel ministero studentesco. L’enfasi è sulla proclamazione dell’evangelo in setting evangelistici e didattici. I risvolti “olistici” della missione (giustizia, pace, solidarietà, ecc.) sono meno sottolineati e visti come “risultati” dell’evangelo ma non come appartenente al suo cuore.
Una storia che è stata condivisa nel corso delle conferenze ha messo in chiaro la sfida di mantenere questa priorità. In Argentina, il lavoro evangelico studentesco della ABUA (il GBU argentino), a cui la CMS ha da sempre contribuito, ha recentemente conosciuto una divisione tra chi voleva mantenere la “priorità dell’evangelo” e chi voleva integrarla (per non dire sostituirla) con un’accezione “integrale” della missione che mettesse la responsabilità sociale ed ambientale (a volte presentata come una variante di teologia della liberazione) al centro dell’impegno evangelico e in secondo piano la tradizionale enfasi sulla proclamazione. Sin qui le due anime avevano trovato un punto di convergenza che, evidentemente, si è rotto.
La rottura in Argentina preannuncia un effetto domino di possibili spaccature nell’evangelismo globale? Sino ad ora la tensione fotografata dal paragrafo 5 del Patto di Losanna (1974) aveva trovato un punto di equilibrio: “l’evangelizzazione e la nostra responsabilità socio-politica sono entrambe parte del nostro impegno cristiano”. Ora, la sostenibilità di quell’“entrambe”, che in America Latina ha retto per cinquant’anni sotto la tutela di John Stott, René Padilla e Samuel Escobar, è stata messa a dura prova e si sono formati due fronti: chi dà priorità all’evangelizzazione (priorità dell’evangelo) e chi dà priorità alla responsabilità sociale.
In vista del Congresso di Losanna IV a Seul (Corea) programmato per il 2024, a 50 anni dal Patto di Losanna, sarà la missiologia evangelica in grado di declinare la relazione in modo da salvaguardare la priorità dell’evangelo in ottica olistica e non riduttiva e di mantenere unito il movimento evangelicale?
(continua)
Taccuino australiano (I). Finestra su un pezzo di mondo evangelico dall’altra parte del pianeta (10/1/2023)