Tim Keller è stato un grande evangelico, ma cosa c’entra la cattedrale cattolica di San Patrizio?

 
 

Tim Keller (1950-2023) è stata una delle personalità evangeliche più conosciute e solide dell’inizio del XXI secolo. E’ stato giustamente definito un “gigante della fede evangelica”. I suoi libri sono una risorsa preziosa per tutti coloro che vogliono vivere e approfondire una fede biblica, matura e profonda. Il suo incoraggiamento alla fondazione di chiese nel mondo è stato secondo a nessuno. Il suo pastorato a New York (Redeemer Church) ha avuto i segni dell’approvazione divina con conversioni e con un’azione catalizzatrice per la crescita dell’opera evangelica. L’influenza del suo ministero è stata avvertita in tutto il mondo. Questo è stato Tim Keller. Gloria a Dio per la sua vita. Gloria a Dio per la sua eredità.

Il servizio commemorativo del 15 agosto a New York è stato in linea con il tratto umile e profondo di Tim Keller. Nessuna pomposità liturgica, nessun coro coreografico, nessuno video di testimonial famosi: letture bibliche, inni della tradizione evangelica, tre testimonianze (un membro della prima chiesa in Virginia, uno di Redeemer, la moglie Kathy coi figli), la predicazione di Sam Allberry. Keller aveva egli stesso dato indicazioni nella scelta dei testi biblici e dei canti. Tutto il servizio nel segno della sobrietà. Chi si aspettava discorsi celebrativi o insistenze retoriche è rimasto deluso.

Nella sua testimonianza Kathy Keller ha invitato a non andare a visitare la tomba di Keller: “lui non è là, è con Gesù”. Forse lo ha detto per scoraggiare fenomeni di pellegrinaggio evangelico. Ha detto che il versetto scelto scolpito sulla tomba è Isaia 26,19 “Rivivano i tuoi morti! Risorgano i miei cadaveri! Svegliatevi ed esultate, o voi che abitate nella polvere! Poiché la tua rugiada è rugiada di luce e la terra ridarà alla vita le ombre”. Nel sermone, Allberry ha sottolineato il carattere “servizievole” del ministero di Keller, ad imitazione del Signore Gesù che non è venuto per essere servito ma per servire. Come Keller avrebbe voluto, quasi nessun cedimento alla celebrazione dell’uomo, ma un vivo incoraggiamento all’esaltazione di Gesù Cristo.

In tutta la cerimonia evangelicamente sobria e cristocentrica c’è stato un neo che suscita perplessità. Essa si è tenuta nella cattedrale cattolica di San Patrizio a New York. Domanda: perché il funerale dell’evangelico più conosciuto degli ultimi anni è stato celebrato nel luogo di culto cattolico per eccellenza? All’inizio del servizio, il cardinale Dolan ha salutato tutti come “padrone di casa” e ha ricordato la vicinanza e l’amicizia con Keller. Nei sottotitoli iniziali della trasmissione compariva la sovrascritta che diceva che il libretto della “messa” poteva essere scaricato con il QR code indicato. Un servizio evangelico è stato chiamato “messa”. Il video del servizio è disponibile anche sul canale YouTube della cattedrale di San Patrizio accanto alla messa per l’assunzione della vergine Maria del 15 agosto. Insomma, per i suoi significati simbolici, è parsa una scelta a dir poco inopportuna.

Qualcuno dirà che la cattedrale di San Patrizio può contenere più persone di altri edifici religiosi a New York. Non saprei, ma se il criterio è stato “pragmatico” (avere uno spazio ampio) perché non ricorrere ad un teatro o auditorium di cui la città è piena e per cui è famosa? Vero è che per la fede evangelica, ogni luogo (anche quello più religiosamente improbabile) è idoneo alla celebrazione del Signore, ma perché non prestare attenzione ai risvolti simbolici che parlano più delle parole? Il messaggio del servizio è che Keller e la chiesa cattolica erano “amici”, vicini, diversi ma non distanti.

Nella sua storia, la chiesa Redeemer si è per lunghi anni incontrata in un tempio unitariano (una setta anti-trinitaria) che veniva affittato la domenica. Il culto evangelico non ha bisogno di spazi sacri o propri. Vero. Ma poi, una quindicina di anni fa, Redeemer ha acquisito un intero edificio dove una delle chiese si trova. Non si poteva usare quello visto che c’è? Nel culto si è dato voce solo a membri delle chiese di cui Keller è stato pastore. Bene. Non si poteva seguire la stessa linea per il luogo e cioè tenerlo nel posto in cui Keller ha predicato sapendo poi che sarebbe stato trasmesso e registrato per un’ampia diffusione?

Sono tutte domande aperte. Sicuramente vi saranno state ragioni che hanno indotto la famiglia e la chiesa ad usare la cattedrale di San Patrizio, non calcolando però i risvolti simbolici ed “ecumenici” di questa scelta. L’impressione è che mentre per il servizio si sia seguita una linea sobria, al limite dell’essenzialità, per lo spazio si sia ceduto alla vanità di avere un luogo “regale” dove avere inquadrature cinematografiche per dare alla cerimonia un’aura di sacralità.

Al di là di questo neo, anche per Keller vale ciò che dice la Bibbia per Abele: benché morto, la sua fede parla ancora.