Verso le elezioni amministrative. Quali domande ai candidati?
Tra pochi giorni si terranno le elezioni amministrative in molte città italiane. Le campagne elettorali hanno occupato spazi fisici e digitali. Molto probabilmente abbiamo raccolto informazioni in modo personale, consultato i siti internet dei candidati, letto i loro programmi, forse abbiamo fatto loro delle domande. Ci sono chiese locali che, sfruttando anche materiali utili - come il Vademecum per le elezioni pubblicato all’interno del fascicolo “La grazia comune”, Studi di teologia N. 32 (2004/2) - si incontrano o organizzano incontri pubblici di confronto per aiutarsi reciprocamente ad arrivare al momento del voto in modo più consapevole e responsabile. È proprio di oggi la notizia che CitizenGo ha indetto una campagna per “interrogare” i candidati, chiedendo loro di prendere posizione su cinque principi ritenuti fondamentali e validi, secondo i promotori di questa iniziativa, per tutti coloro che sostengono la vita, la famiglia e la libertà religiosa, di pensiero e di educazione e di portarli all’attenzione dei propri partiti affinché si impegnino ad ogni livello per promuoverli.
Certamente per i cristiani evangelici questi sono principi di assoluta importanza, ma siamo davvero sicuri che stiamo parlando delle stesse cose quando utilizziamo queste parole? Non possiamo fermarci allo slogan. Solo leggendo per intero il questionario da inviare ai candidati possiamo capire qualcosa in più su questi cinque principi per i quali si chiede l’adesione e la promozione degli stessi da parte dei candidati, qualora fossero eletti: 1. DIFENDERE E PROMUOVERE IL DIRITTO ALLA VITA; 2. DIFENDERE E PROMUOVERE IL VALORE DELLA FAMIGLIA, 3. DIFENDERE LA LIBERTÀ EDUCATIVA DEI GENITORI; 4. DIFENDERE E FAR RISPETTARE LA LIBERTÀ DI PENSIERO E DI RELIGIONE; 5. DIFENDERE E FAR RISPETTARE I SIMBOLI CITTADINI DELLA FEDE CRISTIANA.
A questo punto, proprio nell’ultimo punto, cominciamo a intravedere una grande incoerenza rispetto ai punti precedenti. Nella presentazione dei primi quattro principi, infatti, sembra emergere molto chiaramente la richiesta giusta di non fare favoritismi politici e di non permettere ad una idea di dominare sulle altre, ledendo nei fatti la libertà di pensiero e di coscienza di alcuni cittadini, ma garantendo a tutti di esprimere la propria opinione, di esercitare liberamente le proprie responsabilità - etiche ed educative - e di essere supportati nelle proprie libere scelte in materia di vita, famiglia, educazione e religione. Ma arrivati all’ultimo punto ci chiediamo di quale religione stiamo parlando e se la libertà religiosa pretesa sia solo per alcuni o davvero per tutti.
Questo ultimo principio evidenzia le incoerenze esistenti che i promotori della campagna non sembrano interessati a fare emergere. Perché quando si chiede di rispettare la libertà religiosa dei genitori non si chiede l’impegno insieme ai propri partiti di abolire l’ora di religione cattolica nelle scuole pubbliche, ad esempio, per garantire a tutte le famiglie di educare i propri figli secondo il proprio orientamento religioso e farlo fuori dalla scuola? Perché quando si chiede di difendere e far rispettare la libertà di pensiero e di religione non c’è alcuna parola che incoraggi i candidati a prendere in considerazione il contesto ormai globalizzato e plurale delle nostre città e non c’è cenno di preoccupazione affinché le medesime libertà siano garantite anche alle minoranze religiose? Perché non si chiede ai candidati di impegnarsi per portare all’attenzione dei propri partiti e schieramenti politici, l’urgenza di abolire le leggi fasciste sui culti ammessi e di pensare finalmente a costruire città in cui ognuno sia libero di professare il proprio culto, nella legalità e nell’uguaglianza?
È sicuramente utile interrogare coloro che si candidano ad essere i nostri rappresentanti, pretendere da loro serietà, coerenza e trasparenza. Altrettanto importante però, è votare con consapevolezza e in coerenza a ciò che riteniamo di fondamentale importanza. “Per un cristiano, tutte le scelte devono seguire principi sani, biblicamente sostenibili, cristianamente responsabili e pubblicamente argomentabili.” (Vademecum per le elezioni, p.174).
Non possiamo, dietro una parvenza di cristianesimo, nascondere interessi personali e particolaristici, che non tengono conto anche dei bisogni della comunità nella sua interezza, e in una prospettiva più ampia, della salute di una intera nazione. Mentre ci prepariamo in preghiera ad affrontare il diritto/dovere di voto, abbiamo preso del tempo per riflettere seriamente su quei principi che dovrebbero orientare la nostra responsabilità come cittadini? “Un buon voto è quello che nasce da una responsabilità vissuta” (Vademecum, p. 175).