Voi pregate?

 
voi pregate?
 

La domanda non è mia, ma me la sono fatta fare da chi l’ha posta e la rilancio a voi. Voi pregate? è il titolo di un libro di J.C. Ryle, Porto Mantovano (MN), Coram Deo 2014.  J.C. Ryle (1816-1900) è un noto ministro anglicano del XIX secolo, facente parte dell’ala evangelica della chiesa inglese. Appassionato predicatore e brillante espositore della Sacra Scrittura, è riconosciuto dal pubblico evangelico per i suoi commentari ai Vangeli “expository thoughts”. Però, come molte biografie di illustri nomi di rinomati predicatori ci insegnano, non esiste grande predicazione se non esiste grande preghiera.

Ryle ci dona questo fascicoletto di una 30ina di pagine, focalizzato sulla preghiera, che non è un vero e proprio libro in senso canonico, non è un trattato teologico classico, ma è, come lui stesso lo definisce, una collezione di “spunti per la meditazione privata”, un “promemoria”. Infatti, lo possiamo considerare una raccolta di riflessioni, un po’ sullo stile del libro dei Proverbi, il cui scopo è quello di suscitare in noi lettori un nuovo senso di urgenza per la preghiera, nel caso in cui non ci fosse in precedenza, oppure di rinnovare il fervore nella preghiera, nel caso noi fossimo già cristiani che pregano ma assopiti dalla routine religiosa. 

Lo stile scritturale di Ryle è certamente quello di altri tempi rispetto ai nostri. A differenza della nostra epoca la cui somma preoccupazione è quella dell’essere politicamente corretti, religiosamente cordiali, ecumenicamente cortesi, lo scritto del Vescovo inglese è invece tagliente, esortante, diretto, senza tanti fronzoli e dritto al punto, in perfetto stile di predicatore.

Potremmo quindi concepire questo libretto breve ma non banale. Al contrario, è sottile e tagliente, come la lama di un coltello da macellaio, che recide l’arteria della nostra zona di confort religiosa.

Infatti Ryle parte fin da subito a spron battuto, senza esitare, senza perdita di tempo, ponendo fin dalle prime righe il riflettore sull’importanza di coltivare una vita spirituale di preghiera in privato. 

Il contrasto che Ryle attacca con determinazione è il gap che ognuno di noi vive: la discrepanza tra la nostra vita religiosa publica, e quella privata. L’ansia di Ryle nasce dal fatto che all’epoca, molte persone frequentavano i luoghi di culto pubblicamente, ma era evidente che davvero pochi vivevano in privato una vera comunione con Dio in preghiera.

Cosa dovremmo dire noi oggi allora, evangelici italiani del 2021, che nemmeno l’apparenza religiosa pubblica possiamo vantare? Oggi la gente non frequenta nemmeno più formalmente il culto domenicale e quindi la paura di Ryle dovremmo farla nostra all’ennesima potenza.

Come allora, anche oggi la gente non prega in privato. Ma è proprio in privato, sostiene la Bibbia e sostiene quindi anche Ryle, che si manifesta il vero cuore di ognuno di noi.

È quando nessuno ci vede, quando nessuno ci applaude, quando nessuno ci da pacche sulle spalle che emerge il nostro vero IO. Chi sei tu davanti a Dio in privato? Con una serie di tagli chirurgicamente ben assestati, Ryle come esperto medico dell’anima, apre le nostre ferite e mette a nudo le nostre debolezze senza mezzi termini. 

Se stai cercando una frivola lettura per autocompiacerti e sentirti teneramente accarezzato nella tua rilassatezza religiosa, allora questo libretto non fa per te. Ma se tu stai cercando una vera esortazione pastorale perchè senti che la tua preghiera si sta pericolosamente spegnendo, allora questo è il libro che fa per te.

Preso per mano da Ryle, sarai in grado di ritrovare quel vigore perduto che ti condurrà di nuovo ad inginocchiarti nella tua cameretta e a bussare con forza e perseveranza alle porte della sala del Re Gesù Cristo, il Dio vivente che ascolta ed esaudisce le preghiere dei suoi figli.

(sintesi di una comunicazione tenuta alle Giornate teologiche 2021 dell’IFED di Padova sul tema “La preghiera questa sconosciuta”)