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Accogliere i bambini al culto (II). Come preparare e gestire i bimbi agli incontri?

Dopo aver scritto dell’importanza di accogliere i bambini al culto e della benedizione che è per le famiglie far crescere i bambini in una chiesa dove sono integrati nelle attività di tutti, mi sono chiesta se ci fosse un modo, come genitori, per esercitare al meglio questa responsabilità. Avendo poca esperienza e molto da imparare, mi sono immersa nella lettura di diversi blog e/o post dove ho raccolto alcuni importanti suggerimenti.

Bisogna premettere che sicuramente non ci sono regole universali, che ogni età ha le sue specificità e che non stiamo parlando di avere chiese dove i neonati non piangono, i bambini prescolari restano seduti immobili e dove a otto anni prendono appunti del sermone senza distrazioni! Non stiamo neanche parlando di avere genitori schiacciati dal senso di colpa o dal peso di dover a tutti costi passare inosservati e pressati a tal punto da ritenere un peso eccessivo partecipare alle attività della chiesa. 

Pregare e sperare che da piccoli frequentatori del culto, i nostri figli diventino anche dei piccoli discepoli, però non può essere solo un’attività passiva. È facile immaginare infatti, che se il nostro atteggiamento tra portarli al parco o portarli al culto è simile, difficilmente i piccoli coglieranno la differenza da soli. Voler rendere l’esperienza di partecipare al culto piacevole e non “traumatizzante” per i nostri figli, non può essere la scusa per lasciarli liberi di fare quello che vogliono minimizzando il nostro intervento semplicemente perché “sono fatti così”, “è tipico dell’età”, “hanno bisogno di giocare”, “non possono capire”. 

Come genitori dobbiamo esercitare la nostra responsabilità regale, non solo disciplinando e se necessario correggendo i nostri figli, ma anche nel rispettare gli altri presenti al culto che non possono continuamente essere distratti o incapacitati a seguire la liturgia e ad ascoltare la predicazione. Inoltre, siamo esplicitamente chiamati dalla Scrittura ad annunciare anche ai nostri figli il Vangelo e a viverlo per poterlo rendere per loro una realtà tangibile. Sottolineare l’importanza del culto domenicale ai nostri bambini è un modo per esercitare la nostra chiamata profetica. Per non cadere nel moralismo, nella disciplina fine a sé stessa e per non rendere queste responsabilità un peso per genitori e bambini, dobbiamo ricordarci di dover esercitare anche la chiamata sacerdotale mostrando grazia, compassione e vicinanza sia alle esigenze dei bambini come genitori, che alle difficoltà delle famiglie che stanno imparando e crescendo in questo senso. 

Alcuni spunti pratici che mi sono sembrati utili sono stati:

  • Parlare con i bambini durante la settimana del culto e di quello che avverrà. Preparare i bambini a quanto accade la domenica può essere un buon modo per arrivare preparati. L'addestramento inizia a casa, non solo la domenica. I genitori sono chiamati ad educare i figli al rispetto e all'obbedienza a casa e a correggerli quando disobbediscono. Tutto questo per dire che un discorso di preparazione in vista del culto della domenica è utile solo se l'addestramento è costante ogni giorno. Altrimenti i genitori rischiano di trasformare la chiesa in un luogo in cui i bambini hanno timore ad andare.

  • Impostare alcune regole e ripeterle prima di uscire o durante il tragitto in macchina. Questo non garantirà che non proveranno a correre lungo tutta la sala o che terranno un tono di voce basso sempre, ma a lungo andare porterà i suoi frutti. 

  • Portare acqua, snack adatti e giochi che siano meno rumorosi possibili. Lasciare che facciano alcune attività accanto ai genitori è indicato anche se questo richiede che la sala venga poi lasciata il più possibile pulita nel caso in cui restino briciole e/o pezzi di giochi. 

  • Garantire loro che possono giocare con gli altri bambini prima e dopo il momento del culto e magari anche durante la settimana, ma che durante il momento del culto non è indicato. Così facendo non si creerà troppa confusione e i bambini più grandi potranno ascoltare di più con meno distrazioni.

  • Incoraggiarli a cantare, a partecipare ad eventuali momenti a loro dedicati, spiegare cosa si sta facendo. In questo modo ci saranno più momenti in cui saranno partecipatori attivi e sarà meno difficile per loro. 

  • Essere pazienti! Probabilmente inizialmente questi sforzi non porteranno alcun risultato visibile. Sicuramente ci saranno delle domeniche difficili e momenti di scoraggiamento, ma Dio volendo i risultati a lungo andare potranno essere visibili non solo nel comportamento esteriore dei bambini ma anche nei loro cuori. La chiesa ha il compito di sostenere, comprendere e mostrare vicinanza in questo percorso e sforzo delle famiglie ricordando che il fine ultimo anche della partecipazione al culto è l’adorazione del Dio uno e trino a cui tutta la gloria è dovuta.

“Andremo con i nostri giovani e i nostri vecchi, con i figli e le figlie, con il nostro bestiame e le nostre greggi perché per noi è una festa del Signore” (Esodo 10,9).


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