Agape del 25 aprile. Si rinnova l’evento di popolo delle chiese Cerbi
Dal sito www.cerbi.it
Dalla costituzione delle chiese Cerbi nel 2006, l’agape annuale del 25 aprile è stata uno dei fiori all’occhiello della vita delle chiese. Infatti, oltre alle occasioni di incontro tra anziani e collaborazioni varie, l’incontro tra i membri di chiesa è uno degli aspetti che rende le chiese delle comunità evangeliche “confessanti”, cioè composte da persone che comprendono la loro fede con un senso di gratitudine al Signore e come impegnata e impegnativa nei confronti della testimonianza evangelica. Le agapi del 25 aprile si tenevano anche prima della costituzione delle chiese Cerbi e, dunque, le chiese hanno ereditato e rilanciato questo bell’appuntamento annuale. Quest’anno le agapi si sono tenute a Verona e Napoli. Ecco un breve resoconto:
QUI VERONA
La giornata piovosa non ha impedito alle chiese Cerbi di Verona, Vicenza, Padova, Trento, Rovereto, Cinisello Balsamo, Ferrara e Formigine di riempire un teatro nel centro della città scaligera per riflettere sul senso di “abitare la città”. Verona è una realtà ricca di eccellenze, tra le più visitate per le sue attrazioni turistiche, ai primi posti per gli indicatori che misurano sviluppo, competitività e ricchezza. Allo stesso tempo, è anche una città molto diversa dall’immagine che i suoi cittadini hanno di essa, schiava di idoli intrecciati tra loro e conniventi con le sue strutture, attraversata da contraddizioni evidenti e stridenti: la “città dell’amore” è stata più volte teatro di episodi di violenza ed al centro di manifestazioni organizzate di intolleranza e razzismo. La predicazione di Luigi Dalla Pozza sul libro di Nehemia e l’introduzione di Daniele Bozzini hanno evidenziato che non è sufficiente conoscere un luogo per abitarlo, ma è indispensabile condividere una visione, rinsaldare un patto nutrire un’identità. Per quale liberazione possono impegnarsi gi evangelici? Le precarietà meritano di essere affrontate con urgenza, visione, strategia, sapendo di potere contare sul Signore. In fondo, si tratta di consacrarci a Dio manifestando visibilmente una nuova umanità che promuove la giustizia, l’equità e quindi una nuova cultura.
Con questa convinzione, il pomeriggio è stato dedicato alla visita dei luoghi simbolo della città: davanti al tribunale, al municipio, alla sede della Confindustria e alla basilica di San Zeno sono stati letti passaggi dalle dichiarazioni evangeliche che affrontano la sfida della giustizia, della democrazia e dei diritti umani, i temi della povertà, dell’economia e del lavoro, l’impegno per la salvaguardia della creazione. L’affermazione dei 5 sola per enucleare la fede cristiana, il canto e la preghiera hanno accompagnato le tappe di questo percorso. Che il Signore susciti in noi il medesimo spirito di Nehemia e ci accompagni nell’abitare la città con il senso del privilegio di appartenere al suo popolo.
QUI NAPOLI
A Napoli si sono incontrate le chiese Cerbi del Centro-sud: Monte di Procida, Chieti e Roma (Breccia di Roma, Breccia di Roma San Paolo e Breccia di Roma Prati) più rappresentanti di altre chiese della regione. La giornata è stata vissuta con un occhio alla memoria evangelica e un altro alla missione evangelica. Per quanto riguarda la memoria, la Passeggiata della Riforma ha portato il gruppo di un centinaio di persone a camminare nelle affollate vie del centro per fermarsi davanti a luoghi significativi dove ci sono tracce della testimonianza evangelica nel Cinquecento: il circolo di Juan Valdès, la presenza di Bernardino Ochino, la predicazione di Pietro Martire Vermigli, i moti popolari (contenuti ma non trascurabili) che la predicazione dell’evangelo ha avuto a Napoli in quei decenni. Dopo il pranzo al sacco, l’agape è proseguita con una sessione dedicata agli “idoli” di Napoli e alla preghiera per la testimonianza dell’evangelo in città. Anche Napoli, come tutte le città, è pesantemente influenzata da idoli che, contrapponendosi a Dio, cercano di offrire sollievo ai drammi della vita, su tutti la morte. Naturalmente, non ci riescono, anzi creano una cappa di sudditanza e di sofferenza. Gli idoli dell’oscurantismo delle autorità ecclesiastica, della superstizione, del culto dei morti e di san Gennaro sono stati oggetto di una breve presentazione e di un momento di preghiera al Signore per la liberazione da queste catene mediante l’annuncio e l’impatto dell’evangelo biblico. La memoria dei bagliori del passato ha voluto essere un incoraggiamento a tenere alta la parola della vita nella città di Napoli, pregando per l’estensione del regno di Dio in questa città accattivante e contorta. L’ultima parte dell’agape è stata dedicata alla condivisione da parte delle chiese di soggetti di preghiera relativi alla vita e alle attività locali. Tutti i partecipanti sono stati incoraggiati a confessare e vivere la fede che libera e di pregare per il progresso dell’evangelo a Napoli e altrove.