Anno 2020: la persecuzione dei cristiani aumenta

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La persecuzione per motivi religiosi nel mondo sta aumentando in modo allarmante e i cristiani sono al primo posto tra quelli che subiscono violenze e la cui vita è ostacolata a motivo della fede. Sono infatti più di 260 milioni i cristiani nel mondo perseguitati a causa del loro credo. Il dato emerge dal rapporto del Pew Research Center intitolato “Government restrictions on religion around the world reached new record in 2018”. Questo studio è stato presentato per l’undicesimo anno nell’ambito dei Pew-Templeton Global Religious Futures project e ha come scopo di analizzare i cambiamenti religiosi nel mondo e il loro impatto sociale. I dati analizzati sono allarmanti per quel che riguarda la libertà di culto a livello globale.

Lo studio ha tenuto conto di due indici: 1. quello relativo alle restrizioni governative che include le leggi, le politiche e i vari provvedimenti atti o proibire la conversione, la predicazione e la diffusione di una fede specifica, magari favorendone una sola; 2. l’indice delle ostilità sociali che misura gli atti di ostilità religiosa da parte di privati come nel caso delle famiglie che esercitano una forte pressione sui loro componenti che si convertono, o di terrorismo di matrice religiosa o di problemi di convivenza tra diverse confessioni. 

L’indice delle restrizioni governative nel 2018 ha raggiunto il livello più alto da quando, nel 2007, sono cominciate queste ricerche. L’Asia e la regione del Pacifico, insieme al Medio Oriente e il Nord Africa stanno conoscendo una stagione di inasprimento delle pene da parte dei governi che hanno cominciato, o continuano ad esercitare, il loro potere in modo abusivo attraverso detenzioni o punizioni fisiche sulle minoranze religiose; in alcuni Paesi, con in Birmania ad esempio, migliaia di persone appartenenti a minoranze religiose hanno continuato ad essere sfollate, mentre in Algeria diversi cristiani sono stati arrestati per aver violato il divieto di proselitismo imposto ai non musulmani. L’indice dell’ostilità sociale relativo al 2018 sembra essere calato, ma secondo gli esperti la causa potrebbe riguardare la diminuzione di denunce per paura.

Tra i 25 Paesi più popolati, India, Egitto, Indonesia, Pakistan e Russia risultano essere quelli con maggiori problemi legati alla libertà religiosa con una combinazione di divieti governativi ed ostilità sociale molto elevata. La Cina invece si conferma il Paese in cui le restrizioni governative sono tra le più elevate. Il dato incoraggiante è che la chiesa continua a crescere e l’aumento dei dati sulla persecuzione è una conseguenza diretta dell’aumento del numero di cristiani nel mondo.

Dallo studio, però, emerge non solo un evidente problema dei regimi autoritari, ma anche una difficoltà dei Paesi con democrazie più mature ad accettare ed inglobare le diverse confessioni religiose a causa dell’intento di raggiungere una laicità per sottrazione dello Stato che spesso rischia solo di esasperare le intolleranze piuttosto che favorire una vera libertà per tutti. Il Pew Research Center nomina in particolare la Danimarca, Regno Unito, Paesi Bassi, Svizzera e Germania, dove spinte antimusulmane e antisemitiche minano la libertà di culto e dove, in nome del “politicamente corretto”, manifestare il proprio credo e dichiararsi apertamente credenti diventa sempre più problematico. 

Gli evangelici dovrebbero tenere bene a mente questi dati e riscoprire la propria vocazione sia nel pregare e sostenere la chiesa perseguitata in paesi lontani dal nostro, sia nel difendere il diritto di culto e il bene prezioso delle libertà di espressione e religiosa anche dove la persecuzione sembra non esistere o non essere un problema primario. 

L’Alleanza Evangelica Mondiale (WEA) da sempre si occupa dei cristiani in condizioni sfavorite e collabora con l’ONU per la difesa dei diritti umani tra cui, quello primario della libertà religiosa. Dal 1996 inoltre, è stata istituita la Giornata Internazionale di Preghiera per la Chiesa Perseguitata (IDOP) e si tiene ogni anno le prime due domeniche di novembre a cui aderisce anche l’Alleanza Evangelica Italiana che ritiene indispensabile nel nostro Paese un lavoro significativo sui temi della laicità e della libertà religiosa affiancati all’incessante intercessione per ogni credente che soffre a motivo di Cristo. La persecuzione contro i cristiani è in aumento. Questo è un ulteriore incentivo a partecipare all’IDOP.