Apologeti cattolici (III)? Un cattolicesimo testualista e selettivo

 
 

Dopo aver suggerito una prima mappatura dell’apologetica cattolica nordamericana e averne sottolineato il carattere polemico contro il protestantesimo, è il momento di provare ad offrirne una lettura critica, anche se solo iniziale. L’occasione è nata da un confronto radiofonico con Trent Horn, apologeta cattolico texano, nella trasmissione “Unbelievable”  di Premier Radio.


Se dovessi definire il tipo di apologetica praticata da Trent Horn, in continuità con quello degli apologeti cattolici nordamericani, lo definirei con due parole: testualista e selettivo. Nelle sue interazioni, Horn ha snocciolato citazioni bibliche, patristiche e magisteriali impostando l’argomento sulla base della lettura di testi diversi. In un certo senso, si è trattato di una strategia che tradiva l’ambiente culturale a maggioranza protestante (il Texas) da cui proviene Horn. E’ come se dovesse difendere la fede con una metodologia simil-protestante “ad fontes”, accumulando testi e fondando la sua apologetica facendo affidamento a scritti vari. 


Non sorprende che, alla domanda su quale sia la differenza fondamentale tra cattolicesimo e fede evangelica, Horn abbia risposto: il “sola Scrittura”. Per lui il cattolicesimo include la Scrittura in qualcosa di più grande: la Tradizione, mentre la fede evangelica eleva la Scrittura a autorità ultima (cosa che lui considera errata e nemmeno corrispondente alle intenzioni della Bibbia). Il punto è che la questione discriminante per lui è la relazione con la Bibbia, quindi una questione testuale. 


E’ vero che il centro della differenza tra cattolicesimo e fede evangelica tocca il modo di ricevere e leggere la Bibbia. Domanda: è questo l’unico modo di avvicinarsi alla questione? E’ sulla Bibbia e, per estensione sui testi magisteriali, che il cattolicesimo costruisce primariamente la sua identità? Chi ha una minima dimestichezza con l’universo del cattolicesimo romano sa che quest’ultimo ha sì un suo codice testuale interno, ma la sua principale coesione interna è determinata dalle pratiche rituali e devozionali e dal senso di appartenenza. Il cattolico Horn ha difeso apologeticamente il cattolicesimo con un metodo “versettologico”, pescando un testo qui, un testo là, ma con scarsa se non proprio nulla attenzione alle dinamiche storiche, istituzionali, teologiche, ideologiche, politiche, tutte invece presenti nella carne viva del cattolicesimo. 


Il punto è che il cattolicesimo, contrariamente a quanto ha voluto far credere Horn, non è prima di tutto una religione del libro o dei libri. E’ la religione della tradizione orale (prima che scritta), della liturgia, dei simboli, dell’immaginario collettivo, dei sensi visivi ed uditivi, dell’istituzione; è la religione della tradizione viva che esprime un sentire cattolico che passa solo parzialmente dagli scritti. Certamente, esso ha un profilo codificato in testi, ma il suo cuore batte altrove. I testi, la filologia, le dotte citazioni, per quanto accumulate e accatastate, non fanno il cattolicesimo. In esso la lex orandi (liturgia, devozioni, ecc.) modella la lex credendi (credenze, testi, ecc.). Ho trovato curioso che un cattolico texano, forse senza nessuna esperienza di cattolicesimo fuori dalla bolla evangelica della “Bible belt”, tratti il cattolicesimo come un evangelicale medio tratti la sua fede: sui testi, con i testi. Proprio il suo contesto di cultura protestante maggioritaria modella la sua apologetica, senza che lui (forse) se ne renda conto.


La citazione di testi è stata ovviamente selettiva, come spesso lo è in ogni conversazione. D’altra parte, in un’ora e mezza non si può fare altro. Horn ha scelto i testi biblici e patristici “giusti” per il suo argomento, ma ha omesso altri che sarebbero andati contro la sua interpretazione cattolica. Ad esempio, sul tema del papato, ha citato Ignazio d’Antiochia che, all’inizio del II secolo, parla del vescovo e del ruolo della chiesa di Roma, ma ha omesso di fare riferimento a fonti prossime ad Ignazio che non parlano di vescovi-presbiteri-diaconi e non fanno riferimento al primato della chiesa di Roma (es. Giustino Martire e la Didaché). Le sue citazioni patristiche sono state selettive anche se presentate come testimonianza univoca e inequivocabile dei Padri della chiesa. In dialoghi del genere bisogna mettere in discussione l’argomento cattolico secondo cui la patristica esprima un consenso cattolico-romano e che la fede evangelica sia una novità moderna contraria alla chiesa antica. Non è così, ovviamente, ma bisogna saperlo dimostrare in modo veloce ed efficace, decostruendo la visione cattolica che si appropria surrettiziamente di tutto con un’operazione che è selettiva.


Ecco, oltre a testualista, selettivo è un altro aggettivo che descrive l’apologetica cattolica nordamericana. Selettiva nella scelta dei testi di appoggio e selettiva nella percezione del cattolicesimo romano. Per Horn e altri apologeti cattolici attuali, il cattolicesimo è una religione filosoficamente orientata, storicamente fondata, liturgicamente suadente, storicamente coerente: un tutt’uno caratterizzato da aderenza ai testi, eccellenza spirituale, consistenza intellettuale, bellezza artistica. Per loro il cattolicesimo è la realizzazione della pienezza di tutto il bello, il vero e il buono. Evidentemente, si tratta di una percezione idealizzata del cattolicesimo che seleziona ciò che del cattolicesimo si vuole vedere ed eleva questa parte al tutto. E’ un approccio di chi vive in una provincia del mondo dove il cattolicesimo non ha plasmato la cultura e le istituzioni sociali, ma dove si è affermato prendendo a prestito i frutti di una cultura protestante, vedendone i limiti e le deformazioni e pensando che il cattolicesimo sia il compimento di tutto.


Quando si ascoltano gli apologeti cattolici nordamericani, c’è da chiedersi se abbiano mai visto la lingua di Sant’Antonio a Padova, i ceri con i genitali maschili e femminili da offrire alla Madonna di Fatima, l’acqua benedetta di Lourdes, il sacro cuore trafitto e zampillante sangue di molta iconografia barocca, le edicole votive con l’offerta di indulgenza plenaria, le processioni mariane o del Corpus domini, ecc.: tutti pezzi di cattolicesimo autorizzati dal magistero che cozzano con la visione edulcorata che hanno i suoi difensori. Inoltre, la loro lettura testualista e selettiva del cattolicesimo cozza con la secolare storia del cattolicesimo che ha impedito la circolazione della Bibbia in lingua volgare e quindi ha favorito lo sviluppo della spiritualità cattolica tramite le immagini sacre e le storie dei santi, non la meditazione biblica. Cozza anche con le molte tradizioni cattoliche (i sacramentali) che altro non sono che atti pagani rivestiti di linguaggio cristiano. Infine, nella loro appropriazione selettiva dei testi cattolici, gli apologeti cattolici omettono di riferirsi al magistero ordinario di papa Francesco (che regna dal 2013) e che, fino a prova contraria, è il loro papa. Loro lo ignorano, anzi lo detestano. E anche questo è selettivo e indice di un cattolicesimo confezionato su misura. Insomma, Horn e gli altri vogliono vedere solo quel cattolicesimo che si confà alla loro volontà tendenzialmente propagandistica. La loro percezione è unilaterale e molto ridotta rispetto alla complessa realtà globale e storica del cattolicesimo.

Vivessero in un Paese cattolico, respirassero la cultura religiosa del cattolicesimo mediterraneo o latino-americano (ad esempio), aprissero gli occhi non solo sui testi, ma sul sistema cattolico nella sua interezza, forse le loro granitiche certezze sul cattolicesimo sarebbero messe in discussione. Sicuramente, acquisirebbero uno sguardo sul cattolicesimo che va oltre il loro ideale prescelto. Nel confrontarsi con loro, l’apologetica evangelica deve tenere presente il loro testualismo e il loro essere selettivi e presentare la fede evangelica come profeticamente critica delle distorsioni del cattolicesimo e come risposta fedele, ancorché sempre bisognosa di riforma, al messaggio biblico.

Della stessa serie:
“Apologeti cattolici (I)? Una prima mappatura di un mondo in crescita” (20/11/2024)
“Apologeti cattolici (II)? Un cattolicesimo polemicamente critico del protestantesimo” (28/11/2024)