Cosa si predica nelle chiese evangeliche?
L’esperimento è interessantissimo: ascoltare 4 sermoni delle nove chiese evangeliche più grandi del Paese per avere quindi una sorta di termometro sul tipo di predicazione evangelica che va per la maggiore negli Stati Uniti oggi. L’idea è venuta in mente a Colton Corter: sorbirsi 18 ore complessive di riprese video, rendere pubbliche le sue note su ciascun sermone e pubblicare sul IX Marks Journal di marzo 2020 le sue considerazioni sull’esperienza fatta. Il quadro che emerge dà a pensare perché dice quale tipo di vangelo viene predicato, quale tipo di vangelo le chiese ricevono e quale tipo di vangelo le chiese incarnano e testimoniano.
Le chiese i cui video sono stati visionati sono: Church of the Highlands (Birmingham, AL), North Point Ministries (Alpharetta, GA), Gateway Church (Southlake, TX), Crossroads Church (Cincinnati, OH), Christ’s Church of the Valley (Peoria, AZ), Saddleback Church (Lake Forest, CA), Christ Fellowship Church (Palm Beach Gardens, FL), Elevation Church (Mathews, NC) e Southeast Christian Church (Louisville, KY). Si tratta di chiese grandi, piene di risorse ed attività e guidate in alcuni casi da pastori molto conosciuti.
L’analisi è molto approfondita e particolareggiata. Corter la riassume in quattro punti che accomunano le predicazioni delle nove chiese esaminate. Eccoli:
Il vangelo è nel migliore dei casi dato per scontato: per la maggior parte, è interamente assente. In altre parole, si dà per acquisito che le persone sappiano già il vangelo e che non debbano essere istruite nella storia biblica culminata nella persona e dell’opera di Gesù in attesa della sua seconda venuta. Il vangelo non viene detto, riraccontato, predicato. Si predica intorno al vangelo, sulla base del vangelo, dandolo per già metabolizzato, ma non si predica il vangelo.
Il pentimento non emerge come qualcosa di urgente e necessario; al contrario è opzionale o non lo si cita per niente. Le predicazioni sfiorano il tema del pentimento, quasi che lo temessero. Ci sono esortazioni a crescere, a migliorare, ecc. ma non a ravvedersi dai propri peccati. E’ come se un pezzo essenziale dell’evangelo manchi. Sembra che le persone debbano essere affermate e rinforzate, ma mai sfidate. Il peccato è sfuggente; il nostro peccato ancora di più!
Mentre il vangelo della prosperità è assente, la sua ombra si intravede nello sfondo. Non si predica la ricerca sfrenata della ricchezza, né la prosperità come segno della benedizione divina. Tuttavia, l’ombra lunga della cultura opulenta e assuefatta al benessere come condizione normale di vita è molto presente. C’è una tentazione materialista a cui le chiese non sembrano dare una contro-narrazione biblica.
L’uso della Bibbia è generalmente di due tipi: l’uso errato o l’abuso. La Bibbia è citata, soprattutto un versetto qua e un versetto là. Eppure, non sembra esserci attenzione alla grande narrazione biblica nel suo complesso, al contesto immediato del testo citato, ad una interpretazione responsabile della Bibbia. Le persone che ascoltano non sono addestrate a leggere la Bibbia in modo sano, ma incoraggiate a saltare qua e là senza una teologia biblica degna di questo nome.
Questa è la fotografia che emerge dall’articolo. Ci sarebbero tantissime considerazioni da fare sul tipo di vangelo che viene predicato oggi nelle mega-chiese e la cui influenza va oltre la loro località. Dovessimo fare in Italia una ricerca simile, cosa emergerebbe? Se dovessimo prendere nove chiese italiane (adottando un criterio di selezione) ed esaminare quattro sermoni ciascuna, cosa verrebbe fuori? Qualcuno vuole/può raccogliere la sfida?