Due anime in conflitto? La cattolicità romana vista da un sociologo

 
 

Benedetto e Francesco sono i due papi (uno appena scomparso, l’altro regnante) che rappresentano due chiese dentro la chiesa cattolica. Almeno, sono percepiti come tali. Da qui parte Fabio Tarzia nel suo Benedetto contro Francesco. Una storia di rapporti tra cristianesimo e media, Milano, Meltemi 2022. Il suo punto di vista è quello di un sociologo dei media che studia il fenomeno religioso e che trova nel cattolicesimo romano la compresenza irrisolta e carica di tensioni di due modi di rapportarsi ai media. 

Dunque, con Benedetto e Francesco sono due le interpretazioni del cattolicesimo che si confrontano: da un lato, quella di Benedetto, che invitava a “tenere la posizione” a partire da un centro e ad andare negli spazi altrui per conquistarli; dall’altro, quella di Francesco, che, senza avere una chiara distinzione tra chi è dentro e chi è fuori e quindi senza avere un centro da difendere, invita piuttosto a contaminarsi col mondo. Nel cattolicesimo attuale questa diversità ha raggiunto livelli di conflittualità interni tali da generare non solo incomprensioni, ma vere e proprie guerre tra chi vede il cattolicesimo come la religione dell’ordine e della stabilità e chi lo vive come un ospedale da campo dove tutto è in continuo movimento. 

Lungi dall’essere solo un fenomeno della contemporaneità, per Tarzia il contrasto attuale è “una dicotomia archetipica, strutturale del cattolicesimo” (p. 21). Si tratta di “due diversi immaginari, di due diverse mentalità, di due diverse narrazioni”: uno apocalittico (tendente a separarsi) e uno universalista (tendente a mescolarsi). Tarzia inizia a parlare del cattolicesimo romano volendone studiare la bipolarità fondamentale, ma poi fa un discorso che colloca questa tensione nel cristianesimo stesso che nasce dal messaggio di Gesù predicato dagli apostoli. Riprendendo le letture (un po’ vecchiotte) dell’esegesi storico-critica tedesca dell’Ottocento, aggiornate da interpretazioni “tragiche” come quella di Sergio Quinzio, il cristianesimo stesso è chiamato “l’ibrido millenario” da cui nascono le tensioni che, solo in parte, l’istituzione chiesa è in grado di gestire. 

I capitoli che richiamano alcune tappe storiche della manifestazione di questa contraddizione sono suggestivi. In particolare, quello relativo a Bonifacio VIII che sposta il baricentro del mondo da Gerusalemme, che le Crociate non hanno saputo riconquistare, a Roma, che diventa la destinazione dei pellegrinaggi e la dispensatrice di grazia. Il modo in cui le immagini sono prima respinte poi accolte per essere poi integrate indica come il cattolicesimo abbia navigato le sue tensioni interne trovando poi forme di accomodamento all’uso dei media funzionale alla propagazione dell’istituzione.

Con il suo capitolo iniziale, Tarzia promette molto, poi commette un faux pas nel sovrapporre cattolicesimo e cristianesimo tout court, poi finalmente esamina le tensioni del cattolicesimo romano prendendo come punto di osservazione privilegiato il tema delle immagini in particolare e dei media in generale. Quello che manca è, al netto della perspicacia di alcune letture sociologiche, lo scavo teologico della tensione. Il cattolicesimo romano è tale perché animato dall’ansia universalistica (ereditata dall’ideologia imperiale più che dal messaggio biblico) e dalla volontà di dominio (anche in questo caso ereditata dalla struttura imperiale più che dall’ecclesiologia cristiana). Bisogna utilizzare una chiave di lettura teologica per provare ad avvicinarsi alla tensione tra cattolicità e romanità. Il sistema cattolico non è statico, ma in movimento, senza per questo essere alla mercè di questa o quella spinta. Il suo genio sta nel mantenere un equilibrio che gli permette di aggiornarsi senza riformarsi e di perpetrare il suo essere figlio dell’imperium romano “cristianizzato” più che dell’evangelo biblico. 

Alla fine, Benedetto e Francesco sono due facce della stessa medaglia, ora accentuando la cattolicità, ora sostenendo la romanità, ma sempre al servizio dell’unica chiesa cattolica romana.