L’etica non è cosa per ragazzi. Davvero?

 
 

Notizie di cronaca ed esperienze quotidiane potrebbero offrire ad un osservatore distratto l’immagine di una giovane generazione poco interessata alle questioni morali.

Eppure, tutti noi che siamo stati giovani, sappiamo bene che non è così. Una ricerca della ONG Save the Children di qualche anno fa mostrava come, dai cambiamenti climatici all'immigrazione, fossero molti i temi etici che interessano a ragazze e ragazzi.

La realtà è che i ragazzi sono posti ogni giorno di fronte ai complessi dilemmi etici della vita e ciò non riguarda solo le grandi questioni globali, ma anche le loro esperienze quotidiane e troppo spesso non hanno persone e risorse al loro fianco per affrontarli.


Bruce Weinstein, eticista ed opinion leader della rivista Forbes, si è posto il problema e vi ha fatto fronte pubblicando nel 2009 un breve trattato di etica per ragazzi dal titolo E se nessuno mi becca? Milano, Il Castoro 2013, casa editrice che in Italia si occupa principalmente di pubblicazioni per giovani lettori.


Non è così usuale trovare un manuale di etica per ragazzi tra gli scaffali di una biblioteca comunale e la cosa mi ha incuriosita. C’è forse una domanda di etica anche tra le giovani generazioni che stiamo trascurando?


Weinstein sostiene che la vita è come una grande partita di “colpisci la talpa”, fatta apposta per non farti vincere; elettrizzante ma imprevedibile. Per avere successo nell’affrontare i dilemmi della vita serve una strategia.

Certo sarebbe meglio non avere problemi ma una vita senza problemi è noiosa e superare i dilemmi ci rende migliori, più forti e più felici. I problemi tirano fuori le nostre qualità, ci spingono a pensare come vogliamo vivere la nostra vita e a scegliere tra ciò che è giusto e sbagliato.

L’etica è l’arte di fare la cosa giusta rispondendo a due domande fondamentali: cosa devo fare e perché. Essa cerca di trovare il giusto equilibrio tra aiutare il prossimo e avere cura di sé stessi. Senza morale vivremmo nella paura e nella violenza.


Weinstein comincia ad elaborare il suo pensiero etico innanzitutto sfidando alcuni miti. “Se è legale è giusto, se è illegale è sbagliato”. Sì, le regole sono importanti per mantenere la pace ma non sono l’unica base sulla quale compiere scelte etiche.

Il fatto che non ci sia una legge a proibire una cosa non vuol dire che sia lecita. Inoltre, afferma, abbiamo il diritto e il dovere di non obbedire alle leggi ingiuste, accettando le conseguenze di tale disobbedienza.


Altro mito: “Se lo fanno tutti è giusto”. Il fatto che un’attività costituisca una pratica comune o di moda non è una buona ragione per farla. “Se mi fa star bene vuol dire che è giusto”.

L’etica non è solo questione di opinioni personali. In ogni situazione è possibile stabilire quale sia la cosa giusta da fare, applicando standard etici che non cambiano a seconda delle opinioni o del momento.


A questo punto l’autore, prendendo spunto da Principi di etica biomedica di Beauchamp & Childress e Universalia di Jeffrey Moses, e ispirandosi alle vite di Martin Luther King, Gandhi e Madre Teresa, propone cinque principi fondamentali per fare la cosa giusta ogni volta che si è di fronte ad una scelta difficile.


I cinque principi per la vita secondo Weinstein sono:

  1. Non fare del male a nessuno

  2. Lascia il mondo un po’ meglio di come l’hai trovato

  3. Rispetta il prossimo

  4. Sii giusto

  5. Sii amorevole


Principi condivisi da molti sia in contesti religiosi sia istituzionali. Perché allora sembra che nella vita prevalga il principio “se io ne ho beneficio è giusto”? Secondo l’autore il problema sta nelle emozioni negative come la paura, la rabbia che ci portano fuori strada.

Non dovremmo lasciare che siano le emozioni a comandare; l’etica ha a che fare con la nostra capacità di pensare in maniera razionale. Una cosa è giusta solo in forza delle sue argomentazioni e l’educazione etica deve insegnarci come pensare, non cosa pensare. Così, questi cinque principi sono la base sicura e le fondamenta solide per diventare migliori.

Le situazioni possono essere complicate, le emozioni contrastanti, le opinioni diverse ma se “impari i principi avrai gli strumenti per fare sempre le scelte migliori e dare il meglio di te” (p.18).


Nel libro l’autore propone degli esempi concreti nei quali mettere alla prova i principi suggeriti: l’amicizia, la vita scolastica, il lavoro, ecc.

Lo scopo non è diventare perfetti ma vivere pienamente la vita, tirare fuori tutto il nostro potenziale, esseri fieri di noi stessi, essere amati, persone d’onore che non perdono la propria dignità. Per fare la cosa giusta ci vuole coraggio, che possiamo trovare solo in noi stessi e alla fine della giornata potremo dormire sonni tranquilli.


Quella di Weinstein è la proposta di un’etica auto-referenziale, una miscela di visioni che si reggono su una presunta coerenza argomentativa razionale e che ha come obiettivo ultimo l’autostima individuale.

Il libro, certo, può essere utile per aprire conversazioni tematiche, ma accende un bisogno di etica evangelica capace di rispondere davvero ai dilemmi della vita con la saggezza biblica e secondo una prospettiva trinitaria, ponendo la gloria di Dio quale obiettivo morale in grado di riorientare tutto.


Nell’editoria giovanile evangelica questo è certamente un settore scarno di risorse. È un vuoto che andrebbe colmato.

Bambini e giovani si pongono dilemmi etici che forse a volte non sono neppure in grado di esprimere a causa della sempre maggiore complessità delle situazioni, o perché non trovano contesti dove sono incoraggiati a riconoscere che ciò che credo su Dio determina scelte di vita conseguenti.

Il bisogno è evidente e ne sono la prova le richieste da parte delle chiese locali di attività rivolte ai giovani che affrontino le tematiche legate all’identità di genere, alle emozioni, alle relazioni sentimentali, alla sessualità o all’uso dei mezzi digitali e dell’IA.

In altre parole, se vogliamo aiutare le giovani generazioni, abbiamo bisogno di una cultura evangelica in grado di entrare in tutti questi ambiti con una visione biblica del mondo.